Boccione maggiore | |
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Urospermum dalechampii | |
Classificazione APG IV | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
(clade) | Angiosperme |
(clade) | Mesangiosperme |
(clade) | Eudicotiledoni |
(clade) | Eudicotiledoni centrali |
(clade) | Superasteridi |
(clade) | Asteridi |
(clade) | Euasteridi |
(clade) | Campanulidi |
Ordine | Asterales |
Famiglia | Asteraceae |
Sottofamiglia | Cichorioideae |
Tribù | Cichorieae |
Sottotribù | Hypochaeridinae |
Genere | Urospermum |
Specie | U. dalechampii |
Classificazione Cronquist | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
Divisione | Magnoliophyta |
Classe | Magnoliopsida |
Sottoclasse | Asteridae |
Ordine | Asterales |
Famiglia | Asteraceae |
Sottofamiglia | Cichorioideae |
Tribù | Cichorieae |
Genere | Urospermum |
Specie | U. dalechampii |
Nomenclatura binomiale | |
Urospermum dalechampii (L.) Schmidt, 1795 | |
Nomi comuni | |
Amarago |
Il boccione maggiore, anche lattugaccio, lattugaccio di Daléchamp, amarago o grugno (nome scientifico Urospermum dalechampii (L.) Schmidt, 1795) è una specie di pianta angiosperma dicotiledone della famiglia delle Asteraceae.[1][2]
Il nome del genere (Urospermum) deriva dal greco antico: οὐρά?, ourá ("coda") e σπέρμα, spérma ("seme") e fa riferimento al becco (un lungo prolungamento apicale) dell'achenio.[3][4] L'epiteto specifico (dalechampii) è stato dato in onore e ricordo del medico botanico, filologo e naturalista francese Jacques Daléchamps, o D'Aléchamps (1513 - 1588), morto a Lione, autore, fra l'altro, dell'opera enciclopedica "Historia generalis plantarum" del 1586.[5]
Il binomio scientifico della pianta di questa voce è stato proposto inizialmente da Carl von Linné (1707 – 1778) biologo svedese, considerato il padre della moderna classificazione scientifica degli organismi viventi, nella sua pubblicazione "Species Plantarum" del 1753, perfezionato poi dal botanico boemo Franz Willibald Schmidt (1764 - 1796) nella pubblicazione "Sammlung Physikalisch-Ökon. Aufs.: 276" del 1795.[6]
Habitus. La forma biologica è emicriptofita scaposa (H scap), ossia sono piante perenni, con gemme svernanti al livello del suolo e protette dalla lettiera o dalla neve, dotate di un asse fiorale eretto e spesso privo di foglie. Tutta la pianta è villosa per peli patenti.[4][5][7][8][9][10][11][12][13]
Radici. Le radici sono fittonanti.
Fusto. La parte aerea del fusto è eretta e ascendente; inoltre è fogliosa nella metà inferiore. L'altezza di queste piante varia da 20 a 40 cm.
Foglie. Le foglie si dividono in basali e cauline. Quelle basali hanno una lamina di tipo pennatosetto e sono lunghe 5 – 6 cm; quelle cauline inferiori sono progressivamente maggiori e meno profondamente divise; mentre quelle cauline superiori hanno un contorno lanceolato e sono subintere e sessili. I margini delle foglie possono essere dentati. Dimensione delle foglie cauline inferiori: larghezza 2 cm; lunghezza 6 – 8 cm.
Infiorescenza. Le infiorescenze consistono in singoli capolini (uno o pochi) su un lunghi peduncoli ingrossati. I capolini sono formati da un involucro più o meno urceolato composto da 7 - 8 brattee (o squame) disposte su una sola serie (o 2) all'interno delle quali un ricettacolo fa da base ai fiori tutti ligulati. Le squame sono lunghe 12 – 14 mm, a forma da ovato-lanceolata a lanceolato-lineare, sono concresciute nel terzo inferiore, superiormente sono libere; i margini sono scariosi e gli apici sono acuminati. Il ricettacolo, da piatto a convesso, è "nudo", ossia privo di pagliette a protezione della base dei fiori. Diametro del capolino: 3,5 – 7 cm. Diametro dell'involucro: 10 – 20 mm.
Fiore. I fiori da 20 a 50, sono tutti del tipo ligulato[14] (il tipo tubuloso, i fiori del disco, presente nella maggioranza delle Asteraceae, qui è assente), sono tetra-ciclici (ossia sono presenti 4 verticilli: calice – corolla – androceo – gineceo) e pentameri (ogni verticillo ha 5 elementi). I fiori sono tutti ermafroditi e zigomorfi.
Frutti. I frutti sono degli acheni con pappo. L'achenio è colorato di marrone, è rugoso (tubercolato) con un corpo appiattito-oblungo ed è lungo 6 – 8 mm; all'apice è presente un becco lungo il doppio dell'achenio stesso (un diaframma separa il becco dalla parte contenente l'embrione). Il pappo caduco è formato da 18 - 22 peli piumosi, bianchi, subuguali disposti in una (o 2) serie insieme ad alette rigide; le setole alla base sono connate.
Dal punto di vista fitosociologico alpino Urospermum dalechampii appartiene alla seguente comunità vegetale:[20]
Per l'areale completo italiano Urospermum dalechampii appartiene alla seguente comunità vegetale:[21]
Descrizione. L'alleanza Ptilostemono casabonae-Euphorbion cupanii è relativa aa una comunità endemica sarda discontinua, pioniera, dominata da camefite, che si sviluppa su substrati ghiaiosi delle discariche minerarie caratterizzati da alte concentrazioni di solfuri e metalli pesanti. L’alleanza è distribuita in tutta la Sardegna.[22]
Specie presenti nell'associazione: Inula viscosa, Scrophularia canina, Rumex scutatus, Reichardia picroides, Daucus carota, Dactylis hispanica, Sixalix atropurpurea, Oryzopsis miliacea, Reseda luteola, Carlina corymbosa, Sanguisorba minor, Urospermum dalechampii, Ptilostemon casabonae, Euphorbia cupanii, Dipsacus ferox, Anagallis monelli, Limonium merxmuelleri, Iberis integerrima e Helichrysum microphyllum.
La famiglia di appartenenza di questa voce (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) probabilmente originaria del Sud America, è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23.000 specie distribuite su 1.535 generi[23], oppure 22.750 specie e 1.530 generi secondo altre fonti[24] (una delle checklist più aggiornata elenca fino a 1.679 generi)[25]. La famiglia attualmente (2021) è divisa in 16 sottofamiglie.[1][10][11]
Il basionimo per questa specie è: Tragopogon dalechampii L., 1753.[20]
Il genere di questa voce appartiene alla sottotribù Hypochaeridinae della tribù Cichorieae (unica tribù della sottofamiglia Cichorioideae). In base ai dati filogenetici la sottofamiglia Cichorioideae è il terz'ultimo gruppo che si è separato dal nucleo delle Asteraceae (gli ultimi due sono Corymbioideae e Asteroideae).[1] La sottotribù Hypochaeridinae fa parte del "quarto" clade della tribù; in questo clade è posizionata nel "core" del gruppo , vicina alle sottotribù Crepidinae e Chondrillinae.[11]
Il nucleo della sottotribù Hypochaeridinae è l'alleanza Hypochaeris-Leontodon/Picris e formano (insieme ad altri generi minori) un "gruppo fratello". Rispetto a precedenti raggruppamenti delle Hypochaeridinae, diversi generi sono stati esclusi dalla circoscrizione rivista sulla base di recenti analisi filogenetiche molecolari. Il gruppo attualmente si presenta monofiletico (a parte l'enigmatica Prenanthes purpurea attualmente descritta nelle Lactucinae).[12] Il genere di questa voce, nell'ambito della sottotribù occupa una posizione abbastanza "basale". La divergenza dal gruppo delle Hypochaeridinae è stata molto precoce e presenta alcune affinità con il genere Avellara. Si stima che la divergenza di Avellara e Urospermum sia avvenuta già nel Miocene medio-tardo, intorno ai 15,5 – 8,6 milioni di anni fa, quindi in un'epoca in cui i lignaggi dei principali cladi delle Cichorieae si stavano diversificando.[12][26]
I caratteri distintivi per la specie di questa voce sono:[13]
Il numero cromosomico di U. dalechampii è: 2n = 14.[27]
Questa entità ha avuto nel tempo diverse nomenclature. L'elenco seguente indica alcuni tra i sinonimi più frequenti:[2]
L'altra specie del genere (Urospermum picroides) differisce per i seguenti caratteri:[13]
Il Lattugaccio di Daléchamps in altre lingue è chiamato nei seguenti modi: