Vachellia karroo | |
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Stato di conservazione | |
Rischio minimo[1] | |
Classificazione APG IV | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
(clade) | Angiosperme |
(clade) | Mesangiosperme |
(clade) | Eudicotiledoni |
(clade) | Eudicotiledoni centrali |
(clade) | Superrosidi |
(clade) | Rosidi |
(clade) | Eurosidi |
(clade) | Fabidi |
Ordine | Fabales |
Famiglia | Fabaceae |
Sottofamiglia | Caesalpinioideae |
(clade) | Mimosoide |
Genere | Vachellia |
Specie | V. karroo |
Classificazione Cronquist | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
Divisione | Magnoliophyta |
Classe | Magnoliopsida |
Ordine | Fabales |
Famiglia | Fabaceae |
Genere | Vachellia |
Specie | V. karroo |
Nomenclatura binomiale | |
Vachellia karroo (Hayne) Banfi & Galasso | |
Sinonimi | |
Acacia karoo | |
Nomi comuni | |
Mimosa spinosa |
Vachellia karroo (Hayne) Banfi & Galasso è una pianta della famiglia delle Fabacee.[2]
Gli alberi sono in genere sottili e alti 4-8 metri[senza fonte]. La corteccia liscia è marrone scuro tendente al nero sul tronco, e spesso ha una sfumatura arancione quando è giovane.
Le foglie sono alternate, bipennate, 3-6 x 2–3 cm con 2-6 paia di pinne, ciascuna con 8-20 paia di foglioline verdi, lisce, di media grandezza (di 4-7 x 1.5–3 mm).[senza fonte]
Caratteristica fondamentale è la presenza di spine biancastre con punti marroni, associate ai nodi; sono lunghe 2–5 cm. [senza fonte]
Fiori gialli appena odorosi in capolini sferici di 1 cm raccolti in numero di 4-6, raggruppati alla fine dei ramoscelli. [senza fonte]
Essendo una leguminosa forma baccelli, i quali si presentano lisci e sottili, pendenti in fasci. I semi sono verde-marrone di forma ellittica e compressa di dimensioni 5-8 x 3–5 mm.[senza fonte]
La specie è ampiamente diffusa nella parte centro-meridionale dell'Africa (Angola, Botswana, Lesotho, Malawi, Mozambico, Namibia, Sudafrica, Swaziland, Zambia, Zimbabwe)[2].
È stata introdotta come pianta ornamentale in varie parti del modo e spesso si è naturalizzata. Segnalata per la prima volta in Italia (Palermo) nel 1959[senza fonte], attualmente risulta naturalizzata in Sicilia, Calabria, Puglia e Campania, occasionale in Toscana e Lazio, mentre in Sardegna ha assunto i caratteri di specie invasiva.[3][4]
È diffusa vicino boschi e boscaglia, su terreni argillosi[senza fonte]. Trovata anche nel deserto e sulle dune di sabbia costiere[senza fonte].
La mimosa spinosa può essere utilizzata per diversi scopi: il fogliame è impiegato come foraggio per il bestiame, per la concia, il legno è utilizzato come combustibile o per la costruzione di mobili e altri oggetti ornamentali.[senza fonte]
Inoltre viene raccolta dall’albero una gomma color rosso oro utilizzata nelle industrie alimentari, farmaceutiche, della colla, del detergente, dell'inchiostro, della pittura e agrochimica, nonché per la ceramica per vetri.[senza fonte]