Val di Zoldo comune | |
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Il gruppo del Bosconero dalla Val di Zoldo | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Veneto |
Provincia | Belluno |
Amministrazione | |
Sindaco | Camillo De Pellegrin (lista civica Progetto comune) dal 6-6-2016 (2º mandato dal 4-10-2021) |
Data di istituzione | 23 febbraio 2016 |
Territorio | |
Coordinate | 46°20′55.32″N 12°10′58.8″E |
Altitudine | 1 177 m s.l.m. |
Superficie | 141,65 km² |
Abitanti | 2 736[1] (31-8-2024) |
Densità | 19,32 ab./km² |
Frazioni | Arsiera, Astragal, Bragarezza, Brusadaz, Calchera, Campo, Casal, Cella, Cercenà, Chiesa, Ciamber, Coi, Col, Colcerver, Cordelle, Cornigian, Costa, Dont, Dozza, Foppa, Fornesighe, Forno, Fusine (sede comunale), Gavaz, Iral, Mareson, Molin, Pecol, Pianaz, Pieve, Pra, Pradel, Pralongo, Rutorbol, Sommariva, Soramaè, Sotto le Rive, Sottorogno, Villa |
Comuni confinanti | Agordo, Alleghe, Borca di Cadore, Cibiana di Cadore, La Valle Agordina, Longarone, Ospitale di Cadore, Selva di Cadore, Taibon Agordino, Vodo di Cadore, Zoppè di Cadore |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 32012 |
Prefisso | 0437 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 025073 |
Cod. catastale | M374 |
Targa | BL |
Cl. sismica | zona 2 (sismicità media)[2] |
Cl. climatica | zona F, 4 200 GG[3] |
Nome abitanti | zoldani |
Cartografia | |
Posizione del comune di Val di Zoldo nella provincia di Belluno | |
Sito istituzionale | |
Val di Zoldo (Val de Zoldo in ladino) è un comune italiano sparso di 2 736 abitanti della provincia di Belluno in Veneto. Il territorio ricopre la regione storico-geografica di Zoldo nel cuore delle Dolomiti di Zoldo e appartiene all'Unione montana Cadore Longaronese Zoldo. Sede comunale è Fusine.
Nel cuore delle Dolomiti di Zoldo, tra i massicci del Pelmo e del Civetta, è una delle principali porte d'accesso al comprensorio sciistico Ski Civetta.
Il territorio comunale corrisponde, come dice il nome stesso, alla parte superiore della Val di Zoldo, che scende dal Passo Staulanza (1773 m s.l.m.) e che è attraversata dal torrente Maè con i suoi affluenti, come la Moiazza, Ru Sec, Mareson e Pramper. Il Moiazza (o Duran) scorre nella valle di Goima che scende dal Passo Duran (1605 m s.l.m.) e sfocia nel Maè presso la frazione di Dont.
I rilievi più importanti sono il Civetta (3218 m), la Moiazza (2878 m) e il Pelmo (3168 m), ma anche la Cima di San Sebastiano (2488 m), il Tàmer (2547 m), lo Spiz di Mezzodì (2324 m), il Prampèr (2409 m) e il Sasso di Bosconero (2468 m); tutte comprese nelle Dolomiti di Zoldo, sottogruppo delle Dolomiti.
Il comune è stato istituito il 23 febbraio 2016 in seguito alla fusione dei comuni di Forno di Zoldo e Zoldo Alto. Il 17 gennaio 2016 il sì alla fusione aveva vinto in un referendum consultivo nei due comuni con l'84,96% dei voti.
La prima menzione del toponimo risale al 1031, quando l'imperatore Corrado II riconobbe a Ezemanno, vescovo di Belluno, il suo possesso sul territorio di Çaudes, confermato nel 1161 da Federico Barbarossa. Una bolla di papa Lucio III, risalente al 1185, ribadisce infine il dominio del vescovo Gerardo dei Taccoli del comitatus di Zoldo, con la pieve di San Floriano e le sue cappelle.
La comunità di Zoldo venne tuttavia riconosciuta solo nel 1224, anno in cui il territorio ricevette il diritto di appartenenza al Consiglio dei Nobili di Belluno tramite due consoli. La valle era amministrativamente gestita da dieci regole, citate già nel 1371, mentre la massima carica era rappresentata dal Capitano, nominato annualmente dal già ricordato Consiglio dei Nobili.
La conformazione del territorio rimase tale sino al riordino amministrativo sotto la dominazione napoleonica, dove nel 1807 il territorio fu diviso nei due comuni di Forno di Zoldo e San Tiziano di Goima, che cambiò il suo nome in Zoldo Alto nel 1890.
Lo stemma e il gonfalone del comune di Val di Zoldo sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 1º agosto 2019.[4]
Il gonfalone è un drappo partito di giallo e di verde.
Abitanti censiti[5]
La parlata zoldana viene fatta generalmente rientrare tra i dialetti ladini, ma dimostra la presenza di numerosi elementi veneti.
La valle ha ricevuto notorietà letteraria grazie al romanzo Marco e Mattio di Sebastiano Vassalli (cittadino onorario di Val di Zoldo), pubblicato da Einaudi nel 1992 e tradotto in tedesco, che racconta la follia di Mattio Lovat, figlio del ciabattino di Zoldo, uno dei primi casi clinici della psichiatria italiana, tra fine Settecento e inizio Ottocento[6].
Il primo centro abitato di una certa importanza che si incontra risalendo la Val di Zoldo è Forno di Zoldo, assieme alle sue borgate (Astragal, Bragarezza, Calchera, Campo, Casal, Cella, Col, Dozza, Pieve, Pra, Sommariva e Sotto le Rive). L'antico capoluogo amministrativo della comunità di Zoldo si estende sulle due rive del torrente Maè. Le principali attrazioni sono la chiesa di Sant'Antonio Abate, con affreschi settecenteschi e opere lignee di Jacopo Costantini e Giovanni Paolo Gamba Zampol, e la Chiesa di San Floriano in borgata Pieve, del X secolo, con opere lignne di Giovanni Paolo Gamba Zampol e Andrea Brustolon.
Lungo la valle laterale del Cervegnana, sulla sinistra orografica della valle, si trovano poi Fornesighe e Cornigian; mentre nella valle del Marisia, sulla destra orografica, vi sono le località di Pralongo e Colcerver.
Più a monte si trova la frazione di Dont, con le borgate di Foppa, Pradel, Sottorogno e Villa.
Nella Valle di Goima, sulla destra orografica della Val di Zoldo, si incontrano:
Sopra al paese di Dont, presso i nuclei di Iral e Rutorbol (dove in passato avevano sede importanti attività metallurgiche), parte una strada che si inerpica sino a quasi 1500 m di altitudine, che porta ai due abitati di Brusadaz, Costa e Coi.
Proseguendo lungo la Val di Zoldo verso monte si trova poi Fusine, la sede municipale. Essa trae il nome dall'attività fabbrile (da fusine, "fucine"), per secoli tipica di tutto lo Zoldano; le officine sfruttavano l'energia idrica e si trovavano più in basso dell'attuale abitato, lungo il Maè, dove oggi si possono ammirare le costruzioni più antiche; da ricordare la chiesa di San Nicolò, sede parrocchiale dal 1615 in seguito al distacco dalla "madre" di San Floriano in Pieve, prima pievanale poi arcipretale, documentata per la prima volta nel 1570 e ricostruita nel 1901. Affrescata all'esterno affrescata, custodisce un crocifisso ligneo di Andrea Brustolon e uno di Valentino Panciera Besarel.
Poco fuori dall'abitato, è possibile raggiungere i resti di una delle tantissime fucine che testimoniavano l'attività fabbrile tipica dello Zoldano. Una strada sulla sinistra porta poi a Soramaè, villaggio di origini quattrocentesche con costruzioni del XVII secolo.
Sopra Fusine, verso il verso il passo Staulanza, sorgono:
Oltre al turismo invernale ed estivo, l'economia della Val di Zoldo si regge sul gelato artigianale, realizzato dagli artigiani locali nelle loro botteghe sparse tra la Germania e gli altri paesi dell'Europa centrale.
La Val di Zoldo è attraversata dalle ex strade statali 251 e 347. L'accesso principale alla valle è da sud-est procedendo sulla strada provinciale 251 da Longarone. Attraversata la Val di Zoldo, la SP 251 arriva al Passo Staulanza, che mette in collegamento la Val di Zoldo alla Val Fiorentina. Da Dont si accede al Passo Duran tramite la SP 347, passando per la Val di Goima e arrivando quindi ad Agordo. La SP 347 prosegue da Forno verso Fornesighe, e passando per il Passo Cibiana si raggiunge la SS 51 nei pressi di Venas di Cadore.
Il trasporto pubblico sono gestiti interamente da DolomitiBus.
Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
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23 febbraio 2016 | 6 giugno 2016 | Andrea Celsi | - | Commissario prefettizio | |
6 giugno 2016 | 4 ottobre 2021 | Camillo De Pellegrin | Lista civica Progetto comune | Sindaco | |
4 ottobre 2021 | in carica | Camillo De Pellegrin | Lista civica Progetto comune | Sindaco |
La Val di Zoldo è principalmente conosciuta per lo Sci Alpino, in quanto il suo comprensorio sciistico Ski Civetta fa parte di Dolomiti Superski, uno dei più importanti comprensori sciistici italiani. Vi si può accedere dalle frazioni di Palma, Pecol e Palafavera. Dal 1986 al 1990 si svolsero le gare di Coppa del Mondo di sci alpino femminili.
Forno di Zoldo disponeva di un palaghiaccio, oggi, dopo il collasso del tetto dovuto all'abbondante nevicata dell'inverno 2009, una pista da pattinaggio con ghiaccio naturale. La squadra locale è la USG Zoldo.
A Palafavéra sorge il Centro Biathlon Palafavera esso è aperto al pubblico nelle stagioni invernali ed estive, il tutto comprende una pista da sci nordico, che ha un anello di quasi 8 km. Anche a Campo di Forno di Zoldo sorge una pista da Sci Nordico, disponibile di impianto di illuminazione notturna.
A Palafavera si è conclusa il 19 maggio 2005 l'11ª tappa del Giro d'Italia 2005, che ha visto la vittoria di Paolo Savoldelli.[7]
A Palafavera si è conclusa il 25 maggio 2023 la 18ª tappa del Giro d'Italia 2023, con vittoria di FIlippo Zana.[8]
La prima domenica di settembre a Palafavera si svolge la Transpelmo, una gara di corsa sul sentiero che aggira il monte Pelmo[9].
D'estate la Val di Zoldo accoglie molti turisti che svolgono attività come camminate in montagna o ciclismo. L'intera valle dispone infatti di molti sentieri e anelli adeguati per esperti alpinisti ma anche per famiglie e principianti.