Le stelle T Tauri mostrano delle caratteristiche emissioni spettrali nella banda del violetto, dovute al ferrodiionizzato; si riscontrano anche delle consistenti emissioni da parte del litio, metallo solitamente distrutto dalle alte temperature dei nuclei delle stelle di sequenza principale, la cui presenza è quindi segno della giovinezza della stella.[1]
Le stelle FU Orionis sono invece caratterizzate da grandi escursioni di magnitudine (anche 5-6), che durano anche per alcuni decenni.[2]
Alcune variabili Orione (come nel caso di V1647 Orionis) non possiedono delle caratteristiche che le rendono completamente assimilabili all'una o all'altra classe, quanto piuttosto a una via di mezzo; talune mostrano delle piccole escursioni di luminosità con cadenza periodica, altre sono caratterizzate da bruschi affievolimenti, altre ancora mostrano nei loro spettri delle formazioni che indicano la presenza di fenomeni di accrescimento.[3]
(EN) J. Ballesteros-Paredes, R. S. Klessen, M.-M. Mac Low, E. Vazquez-Semadeni, Molecular Cloud Turbulence and Star Formation, in B. Reipurth, D. Jewitt, K. Keil (a cura di), Protostars and Planets V, pp. 63–80, ISBN0-8165-2654-0.
H. Reeves, L'evoluzione cosmica, Milano, Rizzoli–BUR, 2000, ISBN88-17-25907-1.
(EN) T. Padmanabhan, Theoretical Astrophysics: Stars and Stellar Systems Vol. 2, Cambridge University Press, 2001, p. 594, ISBN0-521-56631-2.
A. De Blasi, Le stelle: nascita, evoluzione e morte, Bologna, CLUEB, 2002, ISBN88-491-1832-5.
AA.VV, L'Universo - Grande enciclopedia dell'astronomia, Novara, De Agostini, 2002.
N. N. Samus, O. V. Durlevich, et al. Combined General Catalog of Variable Stars (GCVS4.2, 2004 Ed.)