La velocità di circolazione della moneta (o, più brevemente, velocità della moneta) è la frequenza media con cui un'unità di moneta è spesa in uno specifico periodo di tempo. Tale concetto mette in relazione le dimensioni dell'attività economica con una data offerta di moneta. Quando il periodo è convenuto, la velocità può essere presentata come un numero puro; altrimenti dovrebbe essere citata come un numero puro in rapporto al tempo. Nell'equazione dello scambio, la velocità della moneta è una delle variabili che determinano l'inflazione.
Se, per esempio, in un'economia molto piccola, in cui ci sono solo 50 euro in tutto, un contadino (dotazione iniziale: 10 euro) e un meccanico (dotazione iniziale: 40 euro) acquistano, nel corso di un anno, merci e servizi l'uno dall'altro nelle tre seguenti transazioni:
allora 100 euro hanno cambiato mano nel corso dell'anno, sebbene ci siano solamente 50 euro in questo piccolo sistema economico. Questo livello di 100 euro è possibile poiché ciascun euro è stato speso in media due volte nell'anno; ciò equivale a dire che la velocità della moneta è stata pari a .
Nella pratica, i metodi per misurare la velocità della moneta sono solitamente indiretti:
in cui
(Nella dicotomia classica, può essere scomposto nel prodotto del livello dei prezzi per il valore reale aggregato delle transazioni .)
I valori di e consentono di calcolare .
Lo stesso procedimento può essere applicato all'intero sistema economico; la relazione diventa:
in cui
(Analogamente a quanto fatto con , nella dicotomia classica, può essere scomposto nel prodotto .)
Le determinanti e la conseguente stabilità della velocità della moneta sono oggetto di controversie tra le scuole di pensiero economico, nonché all'interno delle stesse. I sostenitori della teoria quantitativa della moneta tendono e ritenere che, in assenza di aspettative inflative o deflative, la velocità sarà tecnicamente determinata e stabile, e che tali aspettative non si verificheranno senza un segnale che i prezzi generali sono cambiati o cambieranno.
Ora, come sosteneva Richard Cantillon (1680-1734): “il denaro è necessario per la circolazione delle merci, i metalli preziosi non coincidono con la ricchezza ed il fabbisogno di denaro coincide col valore degli scambi e dalla velocità di circolazione del denaro. Il tasso di interesse non è altro che il rapporto tra domanda e offerta di fondi a prestito”.
E' importante ricordare anche il concetto introdotto nel 1911 da Irving Fisher (1867-1947), ideatore della parola REFLAZIONE (saggio di Luigi Einaudi 1934), che lo inserì nella sua equazione degli scambi: MV=PY (Moneta x Velocità= Prezzi x Quantità prodotto) In poche parole, se aumentiamo la moneta o salgono i prezzi o aumenta la quantità prodotta
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