Vento dell'est | |
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Una scena del film | |
Titolo originale | Le vent d'est |
Lingua originale | francese |
Paese di produzione | Francia, Italia, Germania Ovest |
Anno | 1970 |
Durata | 95 min |
Genere | drammatico, western |
Regia | Jean-Luc Godard, Jean-Pierre Gorin |
Soggetto | Gruppo Dziga Vertov |
Sceneggiatura | Jean Luc Godard, Sergio Bazzini, Daniel Cohn-Bendit |
Produttore | Gruppo Dziga Vertov |
Produttore esecutivo | Gruppo Dziga Vertov |
Casa di produzione | Polifilm, Anouchka Film, CCC Filmkunst |
Distribuzione in italiano | D.A.E. |
Fotografia | Mario Vulpiani |
Montaggio | Enzo Micarelli |
Interpreti e personaggi | |
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Vento dell'est (Le Vent d'est) è un film del Gruppo Dziga Vertov attribuibile a Jean-Luc Godard, Jean-Pierre Gorin e a Gérard Martin, del 1970.
Una ragazza italiana presunta rivoluzionaria in realtà cade preda dell'ideologia borghese.
Nel 1969 Godard, Roger e Wiazemsky partono insieme al leader studentesco Daniel Cohn-Bendit per Roma, dove hanno intenzione di lavorare a un "western politico", o meglio un "western gauchiste spaghetti", con Gian Maria Volonté come attore protagonista. Nel progetto di Vento dell'est viene coinvolto anche il regista Marco Ferreri attivista di Lotta Continua. I finanziamenti sono importanti, 220.000 dollari, il budget più alto di cui Godard abbia disposto fino a questo momento.[1] Jean-Pierre Gorin non può partecipare, è ricoverato a Parigi per un incidente in motocicletta, ma arriverà quando le riprese sono ancora in corso per correggere le posizioni troppo “anarchiche” di Cohn-Bendit.
Il risultato è un pot-pourri senza capo né coda, con la star Volonté sottoutilizzata e filmata come una comparsa qualsiasi. Esasperata dall'influenza che i dogmatici giovani maoisti hanno sul marito, Anne Wiazemsky se ne va con un altro uomo e Godard rientra a Parigi nel giugno 1969, in preda alla depressione; dopo un maldestro tentativo di suicidio con barbiturici, cerca anche di gettarsi dalla finestra, bloccato all'ultimo momento da un amico che passa per caso.[2] Il caos di materiale girato acquista finalmente la forma di film nei quattro mesi di montaggio a cura di Godard e Gorin.