Verily Life Sciences LLC è un'azienda statunitense del gruppo Alphabet, dedicata sullo studio delle scienze della vita.
Denominata in origine Google Life Sciences,[1][2] l'organizzazione era una divisione di Google X fino al 10 agosto 2015, quando Sergey Brin ha annunciato la riorganizzazione aziendale. Il processo di ristrutturazione si è completato il 2 ottobre e il 7 dicembre 2015 è stata quindi rinominata in Verily Life Sciences, o più semplicemente Verily.[3][4]
Il 9 settembre 2014, la divisione acquisì Lift Labs, creatrice di Liftware.
- Lenti a contatto che permettono a persone con diabete di tenere costantemente sotto controllo i livelli di glucosio[5]
- Un cucchiaio per persone con tremori.[6]
- La Baseline Study, un progetto per raccogliere informazioni molecolari da abbastanza persone per creare un quadro di come la salute umana dovrebbe essere[7]
- Una piattaforma di nanoparticelle rilevatrici di malattie[8]
- Un polsino per il tracciamento di parametri salutari[9]
- ^ Copia archiviata, su nih.gov. URL consultato il 15 settembre 2015 (archiviato dall'url originale il 18 settembre 2015).
- ^ Benedict Carey, Head of Mental Health Institute Leaving for Google Life Sciences, New York Times.
- ^ Google Life Sciences debuts a new name, Verily, su STAT. URL consultato il 7 dicembre 2015.
- ^ Introducing Verily - YouTube. URL consultato il 7 dicembre 2015.
- ^ Brian Otis e Babak Parviz, Introducing our smart contact lens project, su Google, 16 gennaio 2014. URL consultato il 17 gennaio 2014.
- ^ Dominic Rushe, Google launches 'smart' spoon to help steady shaking hands, su The Guardian, 25 novembre 2014. URL consultato il 25 novembre 2014.
- ^ Jocelyn Kaiser, Google X sets out to define healthy human | Science/AAAS | News, su news.sciencemag.org, 28 luglio 2014. URL consultato il 13 settembre 2014.
- ^ Samuel Gibbs, Google is developing a cancer and heart attack-detecting pill, The Guardian, 29 ottobre 2014. URL consultato il 20 gennaio 2015.
- ^ Caroline Chen, Google Reveals Health-Tracking Wristband, su Bloomberg, 23 giugno 2015. URL consultato il 24 giugno 2015.