Il nome generico (Veronica) deriva dal personaggio biblico Santa Veronica, la donna che ha dato a Gesù un panno per asciugare il suo volto mentre è sulla via del Calvario. Alcune macchie e segni sui petali della corolla di questo fiore sembrano assomigliare a quelli del sacro fazzoletto di Veronica. Per questo nome di pianta sono indicate altre etimologie come l'arabo "viru-niku", o altre derivate dal latino come "vera-icona" (immagine vera).[2][3] L'epiteto specifico (praecox) indica una pianta a "precoce fioritura".[4]
Il nome scientifico della specie è stato definito dal botanico e medico italiano Carlo Ludovico Allioni (Torino, 23 settembre 1728 – Torino, 30 luglio 1804) nell'Auctarium ad Floram Pedemontanam cum notis et emendationibus (Auct. Fl. Pedem. 5. t. 1. f. 1) del 1789.[5]
L'altezza di questa pianta varia tra 5 e 20 cm. La forma biologica è terofita scaposa (T scap), ossia in generale sono piante erbacee che differiscono dalle altre forme biologiche poiché, essendo annuali, superano la stagione avversa sotto forma di seme e sono munite di asse fiorale eretto e spesso privo di foglie. Tutta la pianta è pubescente per peli ghiandolari (soprattutto nella parte apicale); le foglie anneriscono nel secco.[6][7][8][9][10]
Le foglie inferiori (quelle cauline) sono disposte in modo opposto e sono ovali con un breve picciolo; i bordi sono grossolanamente (e profondamente) crenato-dentati. Il colore delle foglie è verde scuro; nella parte abassiale spesso sono purpuree. Dimensione delle foglie: larghezza 3 – 10 mm; lunghezza 4 – 15 mm.
Le infiorescenze sono dei racemi terminali con circa 20 fiori al massimo. I racemi sono più o meno chiaramente separati dalla parte fogliare (tipo A - vedi figura). I fiori sono posizionati all'ascella di una brattea di tipo fogliaceo. Le brattee sono disposte in modo alterno e quelle superiori sono più piccole e strette. I peduncoli dei fiori sono patenti, lunghi un po' meno delle brattee, ma un po' più lunghi del calice. Alla fruttificazione si allungano ulteriormente (5 – 8 mm) ed hanno un portamento eretto.
Formula fiorale. Per la famiglia di queste piante viene indicata la seguente formula fiorale:
X o * K (4-5), [C (4) o (2+3), A 2+2 o 2], G (2), capsula.[7]
Calice: il calice campanulato, gamosepalo e più o meno attinomorfo, è diviso in 4 profondi lobi (il sepalo posteriore - il quinto - è mancante), con apice acuto, e con alcune ciglia ghiandolari patenti.
Corolla: la corolla è gamopetala e debolmente zigomorfa con forme tubolari (il tubo è corto) e terminante in quattro larghi lobi patenti (il lobo superiore è leggermente più grande - due lobi fusi insieme, quello inferiore è più stretto). La corolla è resupinata; i lobi sono appena embricati. Il colore della corolla è blu intenso.
Androceo: gli stami sono due lunghi (gli altri tre sono abortiti) e sono sporgenti dal tubo corollino. I filamenti sono adnati alla corolla. Le antere hanno due teche più o meno separate, uguali con forme arrotondate.
Gineceo: il gineceo è bicarpellare (sincarpico - formato dall'unione di due carpelli connati). L'ovario (biloculare) è supero con forme ovoidi e compresso lateralmente. Gli ovuli per loculo sono da numerosi a pochi (1 - 2 per loculo), hanno un solo tegumento e sono tenuinucellati (con la nocella, stadio primordiale dell'ovulo, ridotta a poche cellule).[11] Lo stilo filiforme con stigma capitato e ottuso è ben sporgente dall'insenatura della corolla. Il disco nettarifero è presente nella parte inferiore della corolla (sotto l'ovario). Lunghezza dello stilo: 1 – 2 mm.
Il frutto è del tipo a capsula divisa fino a metà in due lobi e bordi smarginati con peli ghiandolari. La forma è ovale un poco appiattita (più lunga che larga) con una insenatura poco profonda. La deiscenza è loculicida. I semi, di colore giallastro, sono numerosi (10 - 20) con forme incavate a conchiglia. Dimensione della capsula:3 - 4 x 4 – 5 mm. Dimensione dei semi: 0,6 - 1 x 1 - 1,4 mm.
Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
Dispersione: i semi cadendo a terra (dopo essere stati trasportati per alcuni metri dal vento – disseminazione anemocora) sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria).
Habitat: l'habitat tipico per questa pianta sono i pendii sassosi in erosione, i campi, gli incolti e praterie rase anche rocciose. Il substrato preferito è calcareo ma anche calcareo/siliceo con pH basico, bassi valori nutrizionali del terreno che deve essere arido.[13]
Distribuzione altitudinale: sui rilievi queste piante si possono trovare fino a 600 ms.l.m.; frequentano quindi i seguenti piani vegetazionali: montano e collinare (oltre a quello planiziale – a livello del mare).
Alleanza: Alysso alyssoidis-Sedion albi Oberdorfer & Müller in Müller, 1961
Descrizione: l'alleanza Alysso alyssoidis-Sedion albi è relativa alle comunità subatlantiche e medioeuropee della fascia collinare, montana e altimontana. Queste comunità che si sviluppano su suoli calcarei, superficiali e permeabili, sono spesso ricche di specie terofite. L'occupazione, realizzata prevalentemente in ambiti rocciosi, ma anche su prati xerotermofili di tipo erboso-rupestre, va dal piano mesomediterraneo a quello supratemperato inferiore, e localmente fino all'orizzonte subalpino. L'alleanza è distribuita su tutto il territorio italiano (aree collinari e montane), ad esclusione di alcune zone; mentre in Europa si trova sulle creste montuose delle regioni occidentali, centrali e del sud-est europeo. La composizione floristica comprende comunità erbacee pioniere colonizzate da specie terofite e camefite succulente con accompagnamento di muschi calcifili e licheni.[16]
La specie V. praecox appartiene alla sezione (o sottogenere) Pocilla Dumort.. Questo gruppo è caratterizzato da un ciclo biologico annuo, dalle infiorescenze formate da racemi terminali con brattee ben distinte dalle foglie oppure i fiori sono isolati all'ascella di foglie normali (quindi le brattee non si distinguono dalle foglie), dal calice a 4 lobi e dai semi piani o incavati.[9]
^abProdromo della vegetazione italiana, su prodromo-vegetazione-italia.org, p. 54.2.1 ALL. ALYSSO ALYSSOIDIS-SEDION ALBI OBERDORFER & MÜLLER IN MÜLLER 1961. URL consultato il 4 ottobre 2018.
D. C. Albach, H. M. Meudt and B. Oxelman, Piecing together the “new” Plantaginaceae, in American Journal of Botany, vol. 92, n. 2, 2005, pp. 297-315 (archiviato dall'url originale il 30 novembre 2016).
F.Conti, G. Abbate, A.Alessandrini, C.Blasi, An annotated checklist of the Italian Vascular Flora, Roma, Palombi Editore, 2005, ISBN 88-7621-458-5.