Willem Drost (Amsterdam, 19 aprile 1633 – Venezia, 25 febbraio 1659) è stato un pittore olandese, noto soprattutto per i suoi dipinti a tema storico e per i suoi ritratti.
Se le notizie della sua prima infanzia non sono certe e sicure, intorno al 1650 divenne allievo di Rembrandt, sviluppando così alcuni lavori in collaborazione col maestro, quali composizioni bibliche, studi simbolici di figure solitarie e ritratti.[1]
Ancora nel ruolo di studente, nel 1654 intitolò un suo dipinto Betsabea, ispirato pure nel titolo da un'opera del maestro, anche se lo sviluppo dell'idea fu leggermente diverso. Entrambi i quadri sono conservati al Museo del Louvre di Parigi.[2]
In qualche occasione, verso la metà degli anni 50 del secolo, l'artista si recò a Roma, dove ebbe modo di collaborare con l'artista germanico Johann Carl Loth per una serie di Quattro Evangelisti a Venezia.[3][2]
Tra le sue opere firmate spiccarono un Ritratto di uomo, un Ritratto di donna e un'acquaforte intitolata Pittore al cavalletto.[1]
Drost può essere definito come uno dei più talentuosi allievi del Rembrandt ed anche uno di coloro le cui opere furono per secoli confuse con quelle del maestro, come accadde ad esempio per il dipinto del 1654 intitolato Ritratto di giovane con le mani giunte su un libro, oppure per il ritratto di un giovane uomo intitolato Il cavaliere polacco riscoperto solamente nel 1897.[4][5]
Grazie al proficuo lavoro svolto dalla Foundation Rembrandt Research Project, alcuni dipinti sono stati assegnati agli allievi e collaboratori dal grande maestro.[6]
Ovviamente l'influenza del maestro fu fondamentale e nel caso di Drost appare soprattutto il periodo intermedio e centrale di Rembrabdt quello più seguito dall'allievo, evidenziato dall'uso della luminosità vibrante e dal tentativo di seguire le tracce del maestro nella pacatezza del tocco e nell'alone spirituale ricco di ricerca introspettiva non priva, talora, di drammaticità.[1]
Tra le altre opere attribuite a Drost, emerge un celebre Giovane che legge ed un Guerriero seduto tratto da un quadro del Giorgione.[1]
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