William Wright Smith

William Wright Smith, FRS,[1] FRSE, FLS, VHM (Lochmaben, 2 febbraio 187515 dicembre 1956), è stato un botanico scozzese. Era figlio di James T. Smith.

Formatosi presso l'Accademia Dumfries e poi all'Università di Edimburgo, studiò a livello post laurea a Tolosa. Divenne quindi Botanico di Sua Maestà in Scozia, il gestore regio del Giardino botanico reale di Edimburgo, professore regio di botanica presso l'Università di Edimburgo e presidente della Royal Society di Edimburgo, della quale era divenuto membro nel 1919, su proposta di sir Isaac Bayley Balfour, James Hartley Ashworth e di Donald Cameron McIntosh e di cui fu segretario dal 1923 al 1928, vicepresidente dal 1928 al 1931 e presidente dal 1944 al 1949.

L'Università di Aberdeen gli conferì il dottorato onorario.

Nel 1932 ricevette la Veitch Memorial Medal della Royal Horticultural Society e vinse il premio della Società Makdougall-Brisbane per il 1940-42. Fu nominato cavaliere nel 1932.[2]

Nel 1945 fu eletto membro della Royal Society.[1]

Dal 1907 fino al 1910 Smith viaggiò nell'India settentrionale con il nipote Roland Edgar Cooper FRSE, raccogliendo campioni in Sikkim, Nepal, Tibet e Bhutan. Cooper gli subentrò poi come gestore del Giardino botanico reale di Edimburgo. [3]

Smith è noto per le sue ricerche su:

Egli sposò Emma Wiedhofft. Nel 1905 essi ebbero la tutela del loro nipote, Roland Edgar Cooper

  1. ^ a b (EN) J. M. Cowan, William Wright Smith 1875-1956, in Biographical Memoirs of Fellows of the Royal Society, vol. 3, 1957, pp. 192–126, DOI:10.1098/rsbm.1957.0013.
  2. ^ (EN) Indice Archiviato il 4 marzo 2016 in Internet Archive.
  3. ^ (EN) [1] Archiviato il 21 dicembre 2016 in Internet Archive.
  4. ^ (EN) Notes Roy. Bot. Gard. Edinburgh. 9: 63. 1915.
  5. ^ (EN) Notes Roy. Bot. Gard. Edinburgh. 10: 60. 1917.
  6. ^ (EN) Notes Roy. Bot. Gard. Edinburgh 13: 208. 1921.
  7. ^ (EN) Notes Roy. Bot. Gard. Edinburgh 15: 85. 1926.
W.w.Sm. è l'abbreviazione standard utilizzata per le piante descritte da William Wright Smith.
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