Santa Zdislava | |
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Santa Zdislava e san Giovanni Sarkander in una vetrata della chiesa dei santi Cirillo e Metodio a Olomouc | |
Madre di famiglia | |
Nascita | Křižanov, 1220 |
Morte | Jablonné v Podještědí, 1º gennaio 1252 |
Venerata da | Chiesa cattolica |
Beatificazione | 28 agosto 1907 da papa Pio X[1] |
Canonizzazione | 21 maggio 1995 da papa Giovanni Paolo II[1][2] |
Santuario principale | Basilica di San Lorenzo a Jablonné v Podještědí[2] |
Ricorrenza | 1º gennaio[1][3][4] (anche 4 gennaio per i domenicani)[2][5] |
Patrona di | Boemia[5] |
Zdislava Berka[1][6][7], chiamata anche Zedislava Berkiana[1] o Zdislava di Lemberk[3][6] (Křižanov, 1220[1][4][7] – Jablonné v Podještědí, 1º gennaio 1252[1][4][6][7]) è stata una donna ceca ricordata per le sue opere di carità. Beatificata per equipollenza nel 1907, è stata proclamata santa da papa Giovanni Paolo II nel 1995.
Zdislava Berka nacque in una nobile famiglia boema molto religiosa; il padre si chiamava Pribyslav e la madre, di origine tedesca, Sibilla; avevano altri quattro figli oltre a Zdislava[4] (sei, secondo altre fonti[3]). Da giovane fuggì in un bosco col desiderio di diventare un'eremita, ma venne trovata e riportata a casa[3][7].
Venne costretta a sposarsi con un nobile della famiglia Lemberk, alleata della sua, di nome Havel (italianizzato in Gallo); da lui Zdislava ebbe quattro figli - uno morto giovane - a cui diede un'educazione religiosa[1][3][4][6][7]. Il matrimonio fu inizialmente difficile, in quanto le sue opere di estrema generosità verso i poveri erano causa di contrasto col marito[1][3][7]: Zdislava era solita accogliere i senzatetto nel loro castello presso Jablonné v Podještědí e occuparsi personalmente dei malati; quando i mongoli invasero la regione, moltissima gente cercò rifugio presso Zdislava, che accolse tutti[3][6][7].
Quando il marito, esasperato, volle cacciare di casa un mendicante malato trovò al suo posto, nel letto, un Gesù crocifisso[3]: la cosa lo lasciò tanto impressionato da farlo ricredere sull'operato della moglie, tanto da permetterle di divenire terziaria domenicana[1][4][6][7]. Zdislava si adoperò per la diffusione dell'Ordine dei Frati Predicatori in Boemia[1][4], e fece fondare al marito due conventi, fra cui quello di san Lorenzo a Jablonné[1][3][4][6]. Riceveva la comunione ogni giorno, una consuetudine insolita per l'epoca, ed è riportato che ebbe anche estasi e visioni[1][3][6][7].
Zdislava rimase colpita da una malattia fatale ancora giovane: morì e fu sepolta, al convento che aveva fondato, nel 1252[1][3][4][7], dopo aver confidato al marito e ai figli che sperava di essere di maggior aiuto nell'altra vita di quanto lo fosse stata in questa[3][7]. Poco dopo la sua morte, il marito ebbe una visione di lei gloriosa, che incoraggiò il suo desiderio di convertirsi[3][7].
La venerazione per la sua figura fu diffusa per 150 anni, con cronache che riportano di miracoli avvenuti per sua intercessione[4]. Caduto nell'oblio, il culto si risvegliò verso la fine del XVI secolo, e venne confermato ufficialmente il 28 agosto 1907 da papa Pio X[1][4][6]. La canonizzazione è datata 21 maggio 1995, resa possibile grazie a un miracolo del 6 aprile precedente; la cerimonia venne celebrata, assieme a quella per san Giovanni Sarkander, da parte di papa Giovanni Paolo II a Olomouc, in Moravia[1][4][6][7].
È commemorata dalla Chiesa cattolica il 1º gennaio, giorno della sua morte[1][3]; per il solo ordine domenicano la data è invece il 4 gennaio[1][2], mentre in Repubblica Ceca la festa è il 30 maggio[1]. Prima della riforma liturgica del concilio Vaticano II, la santa era commemorata invece il 3 gennaio.[senza fonte]
Santa Zdislava è patrona di chi vive un matrimonio difficile e delle persone derise per la loro pietà[1]. È inoltre patrona della Boemia[5] e più in generale della Repubblica Ceca.[2]
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