Zelkova sicula | |
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Stato di conservazione | |
Critico[1] | |
Classificazione APG IV | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
(clade) | Angiosperme |
(clade) | Mesangiosperme |
(clade) | Eudicotiledoni |
(clade) | Eudicotiledoni centrali |
(clade) | Superrosidi |
(clade) | Rosidi |
(clade) | Eurosidi |
(clade) | Eurosidi I |
Ordine | Rosales |
Famiglia | Ulmaceae |
Genere | Zelkova |
Specie | Z. sicula |
Classificazione Cronquist | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
Divisione | Magnoliophyta |
Classe | Magnoliopsida |
Ordine | Rosales |
Famiglia | Ulmaceae |
Genere | Zelkova |
Specie | Z. sicula |
Nomenclatura binomiale | |
Zelkova sicula Di Pasquale, Garfi & Quézel, 1992 |
La zelkova siciliana (Zelkova sicula Di Pasquale, Garfi & Quézel, 1992 ) è una specie appartenente alla famiglia delle Ulmaceae, endemica dei Monti Iblei (Sicilia).[2]
È un arbusto o alberello deciduo, talvolta a portamento cespuglioso, alto fino a circa 5 m. I rami sono di colore bruno-cinerino.
Le foglie sono ovoidali, piccole, scarsamente lobate, coriacee e pelose, simili a quelle di un olmo, si distinguono per il margine grossolanamente seghettato e per la simmetria della lamina (asimmetrica nell'olmo); lunghe 1–5 cm e larghe 0,5-3,5 cm, con picciolo di 1–4 mm; margini con 6-8 lobi su ciascun lato; rugose su entrambe le superfici per la presenza di corti peli rigidi, più abbondanti lungo le nervature della pagina inferiore.
Il frutto è una noce.
L'unica popolazione esistente di Z. sicula, scoperta nel 1991, è ubicata sul versante settentrionale dei Monti Iblei, nella Sicilia sud-orientale, ed è formata da 200-250 esemplari nel bosco Pisano, una querceta di circa mezzo ettaro che cresce a 450 m di altitudine, in prossimità di Buccheri, e nella zona di Melilli, entrambe in provincia di Siracusa.[3]
La Z. sicula è considerata dalla IUCN una specie in pericolo critico di estinzione (Critically Endangered)[1] ed è stata inserita nella lista delle 50 specie botaniche più minacciate dell'area mediterranea.[4]
Esiste un progetto di recupero della popolazione relitta di Z. sicula, finanziato dall'Assessorato al Territorio e Ambiente della Regione siciliana e dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e realizzato dal Dipartimento regionale Foreste demaniali, da Legambiente e dall'Istituto di genetica vegetale del Cnr di Palermo. Il progetto si inserisce nel contesto di Countdown 2010, la campagna di iniziative lanciata dalla IUCN per contrastare la perdita di biodiversità.[5]
È stata riconosciuta specie protetta con Decreto del Presidente della Regione Siciliana del 27 maggio 2013.[6]