Nell'Islam, l'espressione aṣ-Ṣirāṭ al-mustaqīm (in arabo الصراط المستقيم?, in italiano la retta via[1]) si riferisce al sentiero che porta alla salvazione dell'anima (o successo nella vita ultraterrera).
È presente nel ciclo di ciascuna delle cinque preghiere obbligatorie giornaliere, nelle quali si pronunciano i versi seguenti (Al-Fātiḥa, vv. 6-7):
Da Allah, i musulmani sono stati ammoniti al rimanere sulla via di mezzo, sul retto sentiero, e al non battere 'altre strade': per Mujāhid, le innovazioni e le questioni discutibili. Le faccende dubbie (o sgradevoli) [makruh مكروه] non sono considerate un peccato, ma rientrano in una zona grigia tra bene e male. Si dice che se ci si occupa di simili affari, non si subirà alcuna punizione; ma se evitati del tutto, ci sarà una ricompensa presso Allah.
Le novità di culto, d'altro lato, sono proibite (haram [3]). Si dice che rimarranno inaudite (o verranno respinte) le preghiere di quanti introducano simili novità in adorazione.