Abū Saʿīd Aḥmad ibn Muḥammad ibn ʿAbd al-Jalīl al-Sijzī (per al-Sijistānī), detto anche al-Sinjārī o al-Sijazī (in arabo ابو سعید احمد ﺑﻦ ﻣﺤﻤﺪ بن عبد الجلیل السِّجْزي?; 945 – 1020) è stato un matematico, astronomo e astrologo persiano.
Astronomo, matematico e astrologo che ebbe un'importante corrispondenza scientifica col grande studioso al-Bīrūnī a proposito della rotazione della Terra attorno al proprio asse.[1][2]
Dedicò suoi lavori al Buwayhide ʿAḍud al-Dawla, che fu probabilmente il suo patrono, e al principe di Balkh. Operò anche a Shīrāz, conducendovi osservazioni astronomiche tra il 969 e il 970.
Al-Sijzī studiò le intersezioni delle sezioni coniche e dei circoli. Sostituì l'antica cinematica trisezione di un angolo con una soluzione puramente geometrica (intersezione di un circolo e di un'iperbole equilatera).
Al-Biruni ci dice che al-Sijzī inventò un astrolabio, chiamato al-zawraqī (astrolabio barca), il cui progetto era basato sull'idea che la Terra ruotasse sul suo asse:[3]
«Ho visto l'astrolabio chiamato al-zawrāqī, inventato da Abū Saʿīd Sijzī. Mi è molto piaciuto ed esprimo per esso grandissime lodi, perché esso è basato sull'idea si basa sull'idea espressa da alcuni secondo cui il moto che vediamo è dovuto al movimento della Terra e non a quella del cielo. Per la mia vita! È un problema di difficile soluzione e refutazione. [...] Perché è lo stesso come afferrare la Terra o il cielo in movimento. In entrambi i casi ciò non riguarda la scienza astronomica. Sono i fisici a dover dire se ciò sia possibile o per negarlo.»
Al-Bīrūnī si riferisce ad al-Sijzi come a un astronomo di grande qualità, che difendeva la teoria secondo cui la Terra ruotava, nell'al-Qānūn al-Masʿūdī.[1][4]
Il fatto che alcuni studiosi non credessero che la Terra si muove sul suo stesso asse è confermata anche da un riferimento del XIII secolo in cui si legge:
"Secondo i geometri [o ingegneri] (muhandisīn), la terra ha un costante movimento circolatorio, e quello che sembra essere il movimento del cielo è in realtà dovuto al moto della terra e non delle stelle".[2]
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