Dichiarazione ministeriale di Bali | |
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Contesto | Doha Round |
Firma | 7 dicembre 2013 |
Luogo | Bali, Indonesia |
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L'accordo di Bali detto anche Pacchetto di Bali è un accordo su una serie di questioni destinate a semplificare gli scambi, consentire ai paesi in via di sviluppo più opzioni per garantire la sicurezza alimentare, incrementare il commercio e l'aiuto allo sviluppo dei paesi meno sviluppati adottato l'8 dicembre 2013, a Bali, in chiusura della nona conferenza ministeriale dell'Organizzazione mondiale del commercio (OMC)[1]. L'accordo di Bali è entrato ufficialmente a fare parte della normativa della OMC con il Protocollo di Modifica della Convenzione di Marrakesh del 27 Novembre 2014 ed è divenuto pienamente efficace per tutti i paesi aderenti alla OMC a partire dal 22 Febbraio 2017[2].
Approvato all'unanimità e firmato da 160 paesi, l'accordo di Bali è stato definito "storico"[3] poiché esso è il primo accordo dalla creazione della stessa organizzazione avvenuta nel 1995. In un rapporto pubblicato dal Peterson Institute for International Economics[4][5], il pacchetto di misure dovrebbe creare 1000 miliardi di dollari di ricchezza in più e 21 milioni di posti di lavoro. Da parte loro, i sindacati restano cauti [6].
Tra le misure più importanti contenute nell'accordo di Bali, si ricordano le regole tese a garantire una maggiore trasparenza nei rapporti tra le agenzie doganali e gli operatori economici internazionali, in particolare, con riferimento all'argomento dei ricorsi amministrativi contro le decisioni inerenti dazi e dinieghi all'importazione[7].