Alberto Pollio

Alberto Pollio

Senatore del Regno d'Italia
LegislaturaXXIII
Tipo nominaCategoria: 14
Sito istituzionale

Dati generali
Titolo di studioScuola militare
ProfessioneMilitare di carriera (Esercito)
Alberto Pollio
NascitaCaserta, 21 aprile 1852
MorteTorino, 1º luglio 1914
Cause della morteInfarto del miocardio
Luogo di sepolturaCimitero del Verano
Dati militari
Paese servitoItalia (bandiera) Italia
Forza armata Regio esercito
ArmaFanteria
Artiglieria
SpecialitàStato maggiore
Anni di servizio1870 - 1914
GradoTenente generale
GuerreGuerra italo-turca
Studi militariScuola militare "Nunziatella"
Regia accademia militare di Modena
Scuola superiore di guerra
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Alberto Pollio (Caserta, 21 aprile 1852Torino, 1º luglio 1914) è stato un generale italiano, ricoprì il ruolo di capo di Stato maggiore del Regio Esercito tra il 1908 e il 1914. Ufficiale competente e colto, fu sinceramente favorevole alla Triplice Alleanza.

Dopo aver frequentato prima il Liceo classico Pietro Giannone di Caserta e poi per otto anni la Scuola Militare Nunziatella di Napoli, passò il 23 luglio 1866 alla Scuola militare di fanteria e cavalleria di Modena ed infine l'11 dicembre 1866 passa alla Accademia militare, alla Scuola di Applicazione di Artiglieria di Torino, qui raggiunti i 18 anni di età poté diventare sottotenente, in precedenza aveva solo il grado di sergente. Nell'aprile 1870 entrò in artiglieria come ufficiale. Pollio durante tutta la carriera militare fu sempre considerato per intelligenza e capacità un ufficiale al di sopra della media. Ci restano di lui anche alcuni libri che trattano argomenti relativi alle guerre napoleoniche e di fine Ottocento, che sono stati tradotti in varie lingue.

Nel 1908 raggiunse la più alta carica militare istituita nel 1882, 4º Capo di Stato Maggiore dell'Esercito Italiano e, tra l'altro, il 3º che proveniva dall'allora Collegio Militare della Nunziatella di Napoli (oggi Scuola Militare) dopo Enrico Cosenz e Domenico Primerano che furono rispettivamente il 1º ed il 2º. Circostanza non da poco visto che la Nunziatella aveva formato i predetti ufficiali durante il Regno Borbonico.

Nel rispetto degli obblighi italiani nella Triplice Alleanza e durante il periodo delle tensioni simultanee con l'Austria-Ungheria, quindi nel corso del periodo detto dell'irredentismo e durante le confuse vicende della Penisola balcanica, si verificarono opinioni divergenti tra gli alleati, ed il generale Pollio ritenne che da parte della Germania e dell'Austria fossero state create artatamente le condizioni per una guerra contro la Francia; in ragione di tali convinzioni, secondo la sua controparte austriaca Conrad von Hötzendorf, Pollio spinse perciò alla messa a punto di un piano per una guerra contro l'Austria nella zona alpina.

Invero, Pollio era sempre stato uomo di sentimenti scopertamente triplicisti: ex addetto militare a Vienna, aveva sposato un'aristocratica austriaca seppure di famiglia ebraica, Eleonora Gormasz, da cui aveva avuto 3 figlie (Beatrice, Margherita e Renata) e poteva vantare ottimi rapporti tanto con von Moltke che con von Hötzendorf. Acuto teorico ed esperto di storia militare, il suo studio sulla battaglia di Waterloo era stato accolto con interesse ed apprezzamento dallo Stato maggiore generale tedesco. Insieme al generale Conrad, accompagnatore dell'arciduca Francesco Ferdinando durante le manovre germaniche in Slesia del 1913, egli aveva inoltre discusso i termini del previsto trasferimento ferroviario delle divisioni italiane attraverso le frontiere austriache e tedesche sino al confine renano, ove il piano Schlieffen prevedeva che tali forze venissero schierate a rinsaldare l'ala sinistra germanica.

Lo stesso Conrad avrebbe d'altronde dichiarato ripetutamente di aver trovato in Pollio un alleato sincero e l'unico punto di riferimento all'interno dell'establishment politico-militare italiano su cui si potesse fare reale affidamento.

La sua improvvisa scomparsa destò pertanto grande rammarico tanto a Vienna quanto a Berlino e non sorprende che, essendo sopraggiunta ad appena tre giorni di distanza dai fatti di Sarajevo, da più parti si sollevassero allora insinuazioni circa un fantomatico complotto volto ad eliminare il capo di Stato Maggiore. La versione ufficiale della morte fu un improvviso evento cardiocircolatorio nella notte dal 30 giugno al 1º luglio 1914.

La successiva svolta anti-triplicista imboccata dall'Italia avrebbe sicuramente trovato in Pollio un avversario di tutto rilievo, ma non esistono indizi né tantomeno prove a suffragare la tesi dell'omicidio politico, mentre la miocardite di cui il generale soffriva da tempo risulta sufficiente a fugare ogni dubbio circa le cause della sua morte.

Alla morte improvvisa del generale Alberto Pollio, nel luglio 1914, venne a succedere nel supremo comando di Capo di Stato Maggiore dell'Esercito il generale Luigi Cadorna da sempre suo antagonista.

Nomina a senatore

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Nel marzo del 1912 Alberto Pollio fu nominato senatore.[1]

Cavaliere di Gran Croce decorato di Gran Cordone dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria
— 18 gennaio 1914
Cavaliere di Gran Croce decorato di Gran Cordone dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
— 1º novembre 1908
Commendatore dell'Ordine Militare di Savoia - nastrino per uniforme ordinaria
— 21 ottobre 1912[2]
Medaglia commemorativa della guerra italo-turca 1911-1912 - nastrino per uniforme ordinaria
Croce d'oro con corona reale per anzianità di servizio militare per gli ufficiali con 40 anni di servizio - nastrino per uniforme ordinaria
  • Napoleone I. Conferenze di presidio tenute in Livorno il 7 ed il 14 marzo 1901, Livorno, Off. Tip. di A. Debatte, 1901.
  • Custoza. 1866, Torino, Roux e Viarengo, 1903.
  • Waterloo (1815). Con nuovi documenti, Roma, Casa Editrice Italiana, 1906.
  • Manovre coi quadri intorno a Roma, 1908. Osservazioni personali. (comando del corpo di Stato Maggiore, Ufficio istruzioni e manovre), Sassari, Tip. Ditta G. Dess, 1909.
  • La campagna invernale del 1806-07 in Polonia. Studio critico, Roma, La libreria dello Stato, 1935.
  • Oreste Bovio, Storia dell'esercito italiano: 1861-2000, Stato maggiore dell'esercito, Ufficio storico, 2010.

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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Predecessore Capo del Corpo di stato maggiore e del Servizio di stato maggiore del Regio Esercito Successore
Tancredi Saletta 1908 - 1914 Luigi Cadorna
Controllo di autoritàVIAF (EN199475607 · ISNI (EN0000 0000 8021 4623 · SBN SBLV223981 · BAV 495/239392 · LCCN (ENno2017115923 · GND (DE139443703 · J9U (ENHE987007356379505171