«… non mi sono proposto di rendere il mio lettore un profondo erudito, ma un uomo colto. Come chi deve fare un lungo viaggio con un compagno, cui voglia mostrare le vedute, le campagne, i villaggi laterali al cammino, indica, dà notizie, dimostra in breve ciò ch'è degno d'attenzione, e prosegue la sua strada senza fermarsi su due piedi ad ogni momento ed opprimere il suo compagno lettore con lunghe disquisizioni e con minute osservazioni su tutti gli aspetti, e le vedute ed i rottami e le capanne coll'immancabile successo di render lunga e faticosa la via, ed annoiato, non istruito il socio.»
Giovanissimo contribuì a fondare, insieme al fratello Pietro, l'Accademia dei Pugni e il periodico Il Caffè partecipando alla vita intellettuale degli illuministi lombardi. Successivamente fece parte dell'Accademia dell'Arcadia . Visse sia in Italia che in Francia e Gran Bretagna. Scrisse alcuni romanzi, due tragedie e diversi saggi tra cui il Saggio sulla storia d'Italia e Notti romane al sepolcro degli Scipioni. È noto il suo ricco carteggio con il fratello Pietro.
Dopo aver soggiornato in Francia (assieme a Beccaria fu ospite del barone d'Holbach) e Gran Bretagna dal 1767 visse a Roma e fu strettamente legato alla marchesa Margherita Sparapani Gentili Boccapadule diventandone nel tempo fedele compagno, devoto servitore e inseparabile amico.[2]
Nella fase romana si occupò di teatro: scenografo e attore per diletto, con lo pseudonimo de “Il Putto” fu tra i primi traduttori di William Shakespeare in italiano. Scrisse due tragedie: Pantea, d'argomento classico, e La congiura di Milano d'argomento moderno, che pubblicò insieme nel 1779 con il titolo di Tentativi drammatici.
Nel 1782 pubblicò il romanzo Le avventure di Saffo poetessa di Mitilene, nel quale dà di Saffo una rappresentazione di estrema purezza: il motivo del suicidio della poetessa a causa dell'amore non ricambiato non è esente da influssi della moda wertheriana allora dilagante per l'Europa. La prima edizione fu stampata dal Giunchi di Roma nel 1780 con il falso luogo di Padova.
L'opera che gli dette fama fu Notti romane al sepolcro degli Scipioni, uscita in due parti, nel 1782 e nel 1804.[3] Ci fu anche una terza parte rimasta inedita fino al 1967. È un curioso caso di finzione letteraria (si immagina che il testo sia la traduzione di un manoscritto greco allora venuto alla luce, e l'inganno riuscì talmente bene che l'autore finì col rivelarsi). "Non è traduzione, ma romanzo originale del cav. Alessandro Verri, milanese (…) altrove ebbe il meritato onore di varie ristampe" (Melzi, I, 103).
Dal 1792 fece parte dell'Arcadia di Roma col nome arcadico di Aristandro Pentelico.[4]
Tra gli altri suoi scritti vanno ricordati una traduzione di Dafni e Cloe di Longo Sofista (1812), il romanzo Vita di Erostrato (1815) e le Vicende memorabili de' suoi tempi dal 1789 al 1801 del 1858.
Il carteggio con il fratello Pietro è il più ricco e importante del Settecento italiano. Secondo un'ipotesi molto accreditata il fratello minore di Alessandro e Pietro Verri, Giovanni, fu il padre naturale di Alessandro Manzoni.[5]
Alessandro Verri si occupò di teatro, saggistica e narrativa, nonché dell'edizione del periodicoIl Caffè, con in fratello Pietro, con cui è noto anche il carteggio.
^G. Francioni e S. Romagnoli, "Il Caffè dal 1764 al 1766, Boringhieri Editore, 2003
^F. Novati, A. Giulini, E. Greppi, G. Seregni, Carteggio di Pietro e di Alessandro Verri, 12 volumi, Milano, L. F. Cogliati, Milesi & figli, Giuffrè, 1910-1942
F. Novati, A. Giulini, E. Greppi, G. Seregni, Carteggio di Pietro e di Alessandro Verri, 12 volumi, Milano, L. F. Cogliati, Milesi & figli, Giuffrè, 1910-1942.
Gianmarco Gaspari (a cura) Viaggio a Parigi e Londra (1766-1767) - Carteggio di Pietro ed Alessandro Verri, Milano, Adelphi, 1980.
Pierre Musitelli, Le Flambeau et les ombres. Alessandro Verri, des Lumières à la Restauration (1741-1816), Rome, Collection de l’École française de Rome, vol. 512, 2016. ISBN 978-2-7283-1236-8scheda online
Nicola Raponi, Alessandro Verri e il Trattato di Tolentino, in Quaderni del Bicentenario 2, Tolentino, 1997, pp. 125-132
Isabella Colucci, Antonio Canova, la marchesa Boccapaduli e Alessandro Verri:lettere a altre testimonianze inedite, in Paragone Arte, 49/1998 (1999), pp. 64–74
Fabio Tarzia, Libri e rivoluzioni. Figure e mentalità nella Roma di fine ancien régime, Milano, Franco Angeli, 2000. ISBN 8846421566scheda online
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Marta Boneschi, Quel che sapeva il cuore, Giulia Beccaria, i Verri, i Manzoni, Mondadori, 2004.
Nicola Raponi, Il mito di Bonaparte in Italia. Atteggiamenti della società milanese e reazioni nello stato romano, Studi Storici Carocci, 2005, ISBN 9788843033744
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Antonella Brancaccio, Alessandro Verri. La bottega romana (e romanzesca) di un antiquario, Diamond, Latina, 2016. ISBN 9788896650271.
Vol. 7: Carteggio di Pietro e Alessandro Verri. 18 settembre 1782-16 maggio 1792, a cura di Gigliola Di Renzo Villata, Roma, Edizioni di storia e letteratura, 2012, XXXVI + 510 pagg., ISBN 978-88-6372-454-7.
Vol. 8 tomo 1: Carteggio di Pietro e Alessandro Verri. 19 maggio 1792-31 marzo 1794, a cura di Sara Rosini, Roma, Edizioni di storia e letteratura, 2008, XXIX + 658 pagg.
Vol. 8 tomo 2: Carteggio di Pietro e Alessandro Verri. 2 aprile 1794-8 luglio 1797, a cura di Sara Rosini, Roma, Edizioni di storia e letteratura, 2008, pagg. 662-1421, ISBN 978-88-6372-094-5.