Considerato uno dei più affermati registi di cinema di genereitaliano, durante la sua carriera ha diretto oltre cinquanta pellicole. È ricordato, inoltre, per essere stato tra i promotori principali della fantascienza italiana.[1]
Nato a Roma, nel quartiere Monte Sacro, Antonio è l'ultimo di quattro figli. Il padre, Luigi, è ingegnere mentre la madre, Piera, una casalinga. Durante la seconda guerra mondiale, i Margheriti si trasferiscono a Verona. Quivi, il giovane frequenta il liceo classico e si diletta a praticare il calcio, giocando pure nel vivaio del Verona.
Dopo il conflitto bellico, fa ritorno a Roma, per frequentare l'università. Si appassiona al cinema ed entra in contatto con Otello Colangeli. Verso la metà degli anni cinquanta arriva la svolta definitiva: Antonio firma un contratto per la Titanus, società che gli permette di scrivere i primi copioni cinematografici.[2]
Nel corso della sua carriera, Margheriti si firma quasi sempre con lo pseudonimo di Anthony M. Dawson. È uno stratagemma tipico del momento. I nomi inglesi, infatti, sono più appetibili per i distributori stranieri.
Sono pellicole low budget, realizzate negli stabilimenti di Roma, con cast semi-emergente. Tra gli interpreti principali, si ricorda la partecipazione di Lisa Gastoni, Ombretta Colli e Franco Nero, future star italiane.
Il modus operandi sul set è semplice: attraverso quattro diversi tipi di ciak, la troupe e gli attori si organizzano per girare le scene. Questo stratagemma ha permesso al giovane Margheriti di filmare contemporaneamente la tetralogia.[3]
Luigi Cozzi, Space men: il cinema italiano di fantascienza, in La grande enciclopedia del cinema fantastico, Profondo Rosso, 2007, ISBN8895294025.
Fabio Giovannini, Danze macabre. Il cinema di Antonio Margheriti, in Grande enciclopedia del cinema di Profondo Rosso, vol. 6: Il cinema gotico e fantastico italiano, Mondo Ignoto, 2004, ISBN8889084227.