Antonio Rotta, noto anche come il pittore delle "Ballate veneziane" o "poeta di Venezia", è stato un importante pittore italiano del diciannovesimo secolo della Pittura di genere, uno stile pittorico che si dedica alle scene di vita quotidiana[1]. Rotta, trasferitosi a Venezia, frequentò l'Accademia di Belle Arti di Venezia dal 1841, dove fu allievo di Ludovico Lipparini (1800–1856).
Sue opere si trovano in numerosi musei in tutto il mondo, al Museo d'Arte di Filadelfia come nei musei di Helsinki e nel Museo Revoltella di Trieste. La sua città natale custodisce molte sue opere, soprattutto ritratti, presso i Musei Provinciali di Storia ed Arte di Gorizia, molte delle sue opere sono state vendute all'estero e si trovano in importanti collezioni private[2].
La città di Venezia alla Biennale di Venezia del 1932, con l'approvazione della commissione artistica composta da Italico Ottone, Elio Zorzi e Domenico Varagnolo ha voluto esporre in una sezione dedicata con menzione speciale, le opere postume di Antonio Rotta[3], per celebrare i trent'anni della Biennale di Venezia, con l'intento di commemorare l'intimo carattere della pittura veneziana di fine Ottocento, che è considerato un momento primario nella storia dell'arte mondiale.[4]
Le Raccolte d'arte dell'Ospedale Maggiore di Milano conservano un ritratto di Francesco Ponti (1832–1895) eseguito da Antonio Rotta nel 1896 su commissione del Consiglio direttivo di quell'ente ospedaliero in memoria del suo benefattore[5].
La città di Gorizia ha dedicato ad Antonio Rotta l'intitolazione di una pubblica via.
"Rivelazioni", Ministero per i beni e le attività culturali, sotto l'alto patronato della Presidenza della Repubblica, Museo Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia, Gorizia, 2011
"Capolavori ritrovati e importanti opere inedite. Pittura Veneta dell'800", Enrico Gallerie Via Senato, Milano, 2012
"Nobiltà del lavoro, arti e mestieri nella pittura veneta tra '800 e '900", Soprintendenze per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le province di Venezia, Belluno, Padova e Treviso, Villa Pisani (Stra), Venezia, 2012
"I Maestri del colore. Arte a Venezia nell'800", Galleria Bottegantica, Milano, 2017
"Memories of Serenissima", Istituto Italiano di Cultura, New York, 2017
Rotta si specializzò nella pittura di genere: scenette e figure d'ambiente veneziano, alcune volte venate d'umorismo[14], ma cimentandosi anche in alcuni quadri di tema storico (Tiziano istruisce Irene di Spilimbergo) e sacro.
Non soddisfatto dei risultati ottenuti si volse nuovamente al realismo dei suoi soggetti preferiti, come gli umili o l'infanzia[15]. Antonio Rotta si forma in un momento in cui il rapporto che legava la pittura storica ai generi minori appariva ancora problematico, in quanto, se nelle Accademie veniva privilegiata la prima, la nuova classe borghese, di recente ascesa, mostrava di prediligere i secondi. Questo fatto porta Rotta a sperimentare il suo talento, dopo qualche grande pala di genere storico, come pittore di genere che non disdegna, ma anzi ricerca, soggetti umili, diventando un vero e proprio precursore in questo campo (Lorenzo Tommasini)[16].
Antonio Rotta è considerato il padre della pittura di genere. Nel ritrarre le scene di genere, situazioni quotidiane, in cui i personaggi sono colti in un momento antieroico che viene riproposto con una pittura realista che celebra "la dignità del vivere".
Nico Stringa, Antonio Rotta, Ottocento Veneto il trionfo del colore, Canova editore, Treviso 2004
Rudolf M. Bisanz, The René von Schleinitz Collection of the Milwaukee Art Center: Major Schools of German Nineteenth-Century Popular Painting, Milwaukee, Wisconsin, Milwaukee Art Center, 1980, p. 280, cat. 195.
Angelo De Gubernatis, (1889). Dizionario degli artisti italiani viventi: pittori, scultori e architetti, Firenze, Le Monnier.
Giulio Cantalamessa, Antonio Rotta, in Emporium, XIX (1904), pagine 91-110; id., Conferenze d'arte, Roma, 1926.
Silvio R., in Emporium, XXXVIII, 1913, pp. 157-160.
Giuseppe Pavanello, La pittura nel Veneto, l'Ottocento, Mondadori Electa Editore, vol. 1, Milano, 2002.
Agostino Mario Comanducci, I pittori italiani dell'Ottocento, Edizioni San Gottardo, Milano (Genève), 1934-1992.
Eliana Mogorovich, Un artista del vero: Antonio Rotta tra dipinti di genere e pittura risorgimentale, in Marco Menato (a cura di), L'Osservatore Giuliano. Numero uno. Miscellanea di studi, Istituto giuliano di storia cultura e documentazione, 2013.