Attentati anarchici statunitensi del 1919 | |
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I danni provocati da una bomba alla casa del Procuratore generale degli Stati Uniti Alexander Mitchell Palmer | |
Tipo | Attentato |
Data | aprile e giugno 1919 |
Stato | Stati Uniti |
Obiettivo | Politici e funzionari statunitensi |
Responsabili | Anarchici galleanisti |
Conseguenze | |
Morti | 2 |
Feriti | 2 |
Gli attentati anarchici statunitensi del 1919 fu una serie di attentati dinamitardi, portati a termine con successo o meno, da parte dei seguaci anarchici di Luigi Galleani, dall'aprile al giugno 1919, negli Stati Uniti. Questi attentati portarono alla prima paura rossa tra il 1919 e il 1920.
A fine aprile del 1919, almeno 36 trappole con bombe a dinamite vennero inviate per posta a diversi politici e funzionari di alto grado, inclusi il Procuratore generale degli Stati Uniti d'America, ufficiali giudiziari, editori di quotidiani e uomini d'affari, come John Davison Rockefeller.[1] Tra le bombe recapitate agli alti funzionari, una di esse era diretta all'abitazione di un agente dell'ente federale che poi divenne l'FBI, il BOI, a cui era stato dato il compito di investigare sui galleanisti, Rayme Weston Finch, che nel 1918 aveva arrestato due membri importanti di questo gruppo anarchico, arresti che poi portarono ad un raid della polizia negli uffici della loro rivista, Cronaca Sovversiva.[1]
Le bombe postali erano avvolte in carta marrone[1] che avvolgeva un altro incartamento verde con stampato Gimbel Brothers - Novelty Samples che conteneva una scatola di cartone di circa 15x7,5 cm con riposto all'interno del legno scavato di spessore di 2,5 cm imballato con della dinamite.[1] Una fiala di acido solforico era fissata al blocco di legno assieme a delle capsule di fulminato di mercurio.[1] Aprendo una scatola, dove era scritto Apri, si rilasciava una molla elicoidale che rompeva la fiala rilasciando l'acido, il quale corrodeva le capsule, detonandone il contenuto e quindi la dinamite.[1]
I galleanisti fecero recapitare le bombe il 1º maggio, Festa del lavoro. Sin dal 1890 e dalla Seconda Internazionale, il 1º maggio era diventato la giornata internazionale della solidarietà tra comunisti, anarchici e socialisti rivoluzionari. Il sindaco di Seattle, Ole Hanson, divenuto celebre per essersi opposto ad uno sciopero generale, ricevette una delle bombe ma questa venne aperta da un membro del suo staff, William Langer. Langer aprì la parte sbagliata della scatola e l'acido finì sul tavolo, non facendo esplodere l'ordigno.[1] Langer portò la bomba alla polizia locale che avverti l'Ufficio Postale e le altre polizie nazionali e federali. Il 29 aprile, anche il senatore dello Stato della Georgia, Thomas W. Hardwick, che aveva sponsorizzato l'editto anti-radicale sull'immigrazione nel 1918, ricevette un ordigno simile. La domestica che tentò di aprire il pacco perse una mano nell'esplosione mentre sua moglie venne deturpata al viso.[1]
Le notizie riguardanti la bomba destinata ad Hardwick descrissero la tipologia dei pacchi; un attento impiegato dell'ufficio postale di New York collegò il pacco di Hardwick ad altri sedici pacchi simili che aveva accantonato nei giorni precedenti per tariffario insufficiente. Altre dodici bombe furono identificate prima che raggiungessero il loro obiettivo.[1]
I destinatari dei pacchi-bomba erano:[2]
La sera del 2 giugno 1919,[3] i galleanisti riuscirono a far detonare otto bombe, quasi in simultanea, in otto differenti città statunitensi. Questi ordigni erano più potenti dei precedenti di aprile, usando undici chilogrammi di dinamite,[4] imballati con palline di metallo in modo che agissero come schegge.[5] I destinatari includevano ufficiali governativi favorevoli alla legge anti-sedizione del 1918 e all'estradizione degli immigrati sospettati di aver commesso crimini o di essere associati all'illegalità, oltre che ai giudici che condannarono alla prigione gli anarchici arrestati. Tra gli indirizzi vi erano la casa del sindaco Harry L. Davis di Cleveland, il Giudice Federale di Pittsburgh W. H. S. Thompson e il Capo Ispettore per l'Immigrazione del Bureau Of Investigation W. W. Sibray,[6] il Massachusetts State Representative Leland Powers, il Giudice Charles Cooper Nott Sr. di New York e di nuovo il Procuratore Generale A. Mitchell Palmer.[7] Nessuno degli obiettivi rimase però ucciso, tuttavia una bomba uccise il guardiano notturno di New York William Boehner,[4][7][8] mentre la bomba diretta al Procuratore Palmer esplose prematuramente uccidendo Carlo Valdinoci, un ex-editore della Cronaca Sovversiva e collaboratore di Galleani.[1][9] Anche se non ferito gravemente, Palmer e la sua famiglia rimase scioccata e la casa stessa venne largamente demolita.[1][9] Per poco non vi furono altre due vittime a causa della bomba diretta a Palmer, ovvero il giovane Assistente Segretario della Marina Franklin Delano Roosevelt e sua moglie Eleanor, che vivevano nella stessa strada di Palmer. I due mentre passeggiavano passarono di fronte l'abitazione del Procuratore pochi minuti prima dell'esplosione e di fronte alla loro casa furono ritrovati dei resti dell'attentatore che morì accidentalmente.[10]
Ogni bomba venne consegnata con diverse copie di un volantino rosa, intitolato Semplici Parole (Plain Words, in inglese), con su scritto:[1]
«War, Class war, and you were the first to wage it under the cover of the powerful institutions you call order, in the darkness of your laws. There will have to be bloodshed; we will not dodge; there will have to be murder; we will kill, because it is necessary; there will have to be destruction; we will destroy to rid the world of your tyrannical institutions.»
«La guerra, lo scontro di classe e voi siete stati i primi a portarci sotto le ali delle potenti istituzioni che voi chiamate ordine, nell'oscurità delle vostre leggi. Dovrà scorrere sangue; non ci faremo abbindolare; ci dovranno essere degli omicidi; noi uccideremo, perché è necessario; ci dovrà essere distruzione; noi distruggeremo per liberare il mondo dalle vostre tiranniche istituzioni.»
Il volantino ricondusse le autorità ad una tipografia in cui lavoravano due anarchici,[11] Andrea Salsedo e Roberto Elia, entrambi galleanisti, secondo le ultime memorie degli altri membri.[1] Salsedo si suicidò ed Elia rifiutò l'annullamento dell'estradizione se avesse testimoniato contro i galleanisti.[1] Incapaci di ottenere delle prove inconfutabili per i processi giudiziari, le autorità continuarono comunque ad espellere dal paese gli anarchici condannati.[1]
Alimentato dalla conflittualità, dagli attentati terroristici e poi spinto dal tentativo Procuratore Palmer di sopprimere le organizzazioni dei lavoratori radicali e non, il periodo successivo fu caratterizzato da esagerate retoriche, ricerca e sequestri illegali, arresti e detenzioni ingiustificati e l'estradizione di diverse centinaia di sospetti radicali e anarchici. Palmer, per due volte obiettivo di un attentato, organizzò la serie di operazioni di polizia a livello nazionale, conosciute come i raid di Palmer, nel novembre 1919 e nel gennaio 1920. Sotto il sospetto di aver violato l'Espionage Act (Atto contro lo Spionaggio), il Sedition Act (Atto contro la Sedizione) del 1918 e forse l'Immigration Act (Atto per l'Immigrazione) anch'esso del 1918,[12] circa 10.000 persone vennero arrestate, di cui 3.500 furono tenute in detenzione[13] e, di questi ultimi, 556 furono estradati.[12] La serie di attentati portarono alla paura rossa, un periodo storico in cui si credeva che i radicali pianificassero di rovesciare il governo degli Stati Uniti e rimpiazzarlo con una dittatura bolscevica come accadde dopo la rivoluzione russa.