Il nome del genere deriva dall'antico nome latino di "Bellis".[4]
Il nome scientifico del genere è stato definito dal botanico Carl Linnaeus (1707-1778) nella pubblicazione " Mantissa Plantarum Altera. Generum editionis VI & specierum editionis II. Holmiae [Stockholm]" ( Mant. Pl. Altera 157) del 1771.[5]
Portamento. Le specie di questo genere hanno un habitus di tipo erbaceo annuale o perenne. Sono piante più o meno acauli, senza un fusto vero e proprio: il peduncolo fiorale nasce direttamente dalla rosetta basale. Tutta la superficie è più o meno pelosa. La forma biologica prevalente è emicriptofita rosulata (H ros), ossia sono piante erbacee (quasi cespitose) perenni con gemme svernanti al livello del suolo e protette dalla lettiera o dalla neve con delle foglie disposte a formare una rosetta basale.[6][7][8][9][10]
Fusto. Il caule è eretto e molto breve, pressoché privo di foglie (fusto afillo), alla sommità della quale si trova l'infiorescenza. L'altezza di queste piante difficilmente supera i 50 cm.
Foglie. Le foglie sono disposte in modo alternato, e quasi sempre sono picciolate. Normalmente è presente solamente una rosetta basale. Raramente si possono avere alcune foglie alla base dello scapo. La lamina delle foglie è semplice e ampia con forme da ellittico-obovate a spatolate e ristrette (lungamente) verso il picciolo mentre la parte più larga è verso l'apice della foglia; altri tipi di foglia sono a lamina più o meno circolare, lievemente dentata (o crenulata) all'apice e percorsa da un nervo centrale. Non sono presenti ghiandole.
Infiorescenza. Le sinflorescenze sono del tipo uniflora, composte da un unico capolino. Le infiorescenze vere e proprie sono composte da un capolino terminale peduncolato di tipo radiato con fiori eterogami. I capolini sono formati da un involucro, con forme da ampiamente campanulate a emisferiche, composto da diverse brattee, al cui interno un ricettacolo fa da base ai fiori di due tipi: fiori del raggio e fiori del disco. Le brattee, con forme più o meno lanceolate, ottuse all'apice, con margini scariosi, ricoperte da una sottile e irregolare peluria e a consistenza erbacea (verdi), sono disposte in modo più o meno embricato (a volte affollato) su una serie. Il ricettacolo in genere è nudo ossia senza pagliette a protezione della base dei fiori; la forma è emisferica/conica.
fiori del raggio: la forma della corolla alla base è più o meno tubulosa-imbutiforme, mentre all'apice è ligulata (non è contorta); la ligula allargata può terminare con alcuni denti; il colore è bianco con sfumature rosate;
fiori del disco: la forma è brevemente tubulare che nel lembo si apre in modo campanulato in 4 - 5 lobi; i lobi, patenti o eretti, hanno una forma ampiamente triangolare; il colore è giallo.
Androceo: l'androceo è formato da 5 stami sorretti da filamenti generalmente liberi; gli stami sono connati e formano un manicotto circondante lo stilo; le teche (produttrici del polline) alla base sono troncate e sono lievemente auricolate (molto raramente sono speronate o hanno una coda); le appendici apicali delle antere hanno delle forme piatte e lanceolate; il tessuto endoteciale (rivestimento interno dell'antera) è quasi sempre polarizzato (con due superfici distinte: una verso l'esterno e una verso l'interno). Il polline è sferico con un diametro medio di circa 25 micron; è tricolporato (con tre aperture sia di tipo a fessura che tipo isodiametrica o poro) ed è echinato (con punte sporgenti).[10][12]
Gineceo: l'ovario è inferouniloculare formato da 2 carpelli.[6] Lo stilo (il recettore del polline) è profondamente bifido (con due stigmi divergenti) e con le linee stigmatiche marginali e separate.[13] I due bracci dello stilo hanno una forma deltata e possono essere papillosi.
achenio: gli acheni hanno delle forme oblunghe-obovoidi; la superficie è setolosa; la parete dell'achenio è formata da celle contenenti rafidi ma prive di fitomelanina; il carpoforo normalmente è anulare; il frutto è indeiscente;
pappo: il pappo è formato da 4 - 6 setole barbate o in alternanza da corte squame.
Impollinazione: l'impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama tramite farfalle diurne e notturne).[7][8] Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra). Dispersione: i semi (gli acheni) cadendo a terra sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria). In questo tipo di piante avviene anche un altro tipo di dispersione: zoocoria. Infatti gli uncini delle brattee dell'involucro (se presenti) si agganciano ai peli degli animali di passaggio disperdendo così anche su lunghe distanze i semi della pianta. Inoltre per merito del pappo il vento può trasportare i semi anche a distanza di alcuni chilometri (disseminazione anemocora).
La famiglia di appartenenza di questa voce (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) probabilmente originaria del Sud America, è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23.000 specie distribuite su 1.535 generi[14], oppure 22.750 specie e 1.530 generi secondo altre fonti[15] (una delle checklist più aggiornata elenca fino a 1.679 generi)[16]. La famiglia attualmente (2021) è divisa in 16 sottofamiglie; la sottofamiglia Asteroideae è una di queste e rappresenta l'evoluzione più recente di tutta la famiglia.[1][9][10]
La tribù Astereae (una delle 21 tribù della sottofamiglia Asteroideae) comprende circa 40 sottotribù. In base alle ultime ricerche nella tribù sono stati individuati (provvisoriamente) 5 principali lignaggi:[2]
Basal grade: include alcuni generi isolati, il gruppo "South American-Oceania", alcune sottotribù africane e il gruppo dei generi legnosi del Madagascar.
Bellis lineage: comprende le sottotribù eurasiatiche e una sottotribù africana.
Aster lineage: include i generi asiatici di Asterinae e i principali gruppi dell'Australia e dell'Oceania.
North American lineage: include la vasta gamma di sottotribù del Nordamerica, Messico e alcuni gruppi distribuiti nel Sudamerica.
Il genere Bellium (insieme alla sottotribù Bellidinae) è incluso nel lignaggio "Bellis lineage". Bellidinae fa parte dell'areale eurasiatico. Da un punto di vista filogenetico il genere Bellium è strettamente collegato al genere Bellis e insieme formano un gruppo monofiletico ("gruppo fratello") all'interno della sottortribù Bellidinae. I due generi si sono diversificati dal gruppo delle Astereae, e quindi hanno colonizzato il bacino del Mediterraneo da circa 7 - 3 milioni di anni fa.[17]
Alcuni Autori a questi due generi aggiungono il genere Bellidiastrum Less. (attualmente considerato un sinonimo del genere Osmitopsis Cass.[18] - Il genere Osmitopsis e incluso nella sottotribù Osmitopsidinae della tribù Anthemideae); insieme formano il "Bellis group" (l'altro gruppo della sottotribù è "Galatella group").[2]
Il cladogramma seguente, tratto dallo studio citato e semplificato, mostra una possibile configurazione filogenetica del lignaggio evidenziando la struttura del genere Bellium.[9]
Nella flora spontanea italiana sono presenti le seguenti specie:[19][20]
1A: il ciclo biologico delle piante è annuale; l'altezza varia da 1 a 5 cm; i capolini hanno un diametro di 0,3 - 0,7 cm con 7 - 10 brattee; le ligule sono poco più lunghe delle brattee;
Bellium minutum L. - Pratolina minima: l'altezza massima della pianta è di 1 - 5 cm; il ciclo biologico è annuo; la forma biologica è terofita scaposa (T scap); il tipo corologico è Centro Mediterraneo nesicolo; l'habitat tipico sono i suoli pietrosi, le rupi e le rocce costiere (ambiente nesicolo); in Italia si trova in Sicilia.
1B: il ciclo biologico delle piante è perenne; l'altezza varia da 3 a 20 cm; i capolini hanno un diametro di 0,8 - 2,5 cm con oltre 10 brattee; le ligule sono più lunghe delle brattee;
Bellium bellidioides L. - Pratolina spatolata: la pianta è stolonifera; le foglie sono spatolate larghe 3 - 10 mm; le brattee sono lunghe circa 3 mm; l'altezza massima della pianta è di 2 - 15 cm; il ciclo biologico è perenne; la forma biologica è emicriptofita rosulata (H ros); il tipo corologico è Ovest Mediterraneo nesicolo; l'habitat tipico sono i pascoli, i suoli pietrosi, le rupi e le rocce costiere (ambiente nesicolo); in Italia si trova raramente in Sardegna fino ad una quota di 2.000 ms.l.m..
Bellium crassifolium Moris - Pratolina delle scogliere: la pianta non è stolonifera; le foglie sono spatolate o orbicolari più larghe di 10 mm; le brattee sono lunghe più di 3 mm; l'altezza massima della pianta è di 10 - 20 cm; il ciclo biologico è perenne; la forma biologica è camefita suffruticosa (Ch suffr); il tipo corologico è Endemico; l'habitat tipico sono le rupi costiere; in Italia si trova raramente in Sardegna fino ad una quota di 500 ms.l.m..
Kadereit J.W. & Jeffrey C., The Families and Genera of Vascular Plants, Volume VIII. Asterales., Berlin, Heidelberg, 2007.
V.A. Funk, A. Susanna, T.F. Steussy & R.J. Bayer, Systematics, Evolution, and Biogeography of Compositae, Vienna, International Association for Plant Taxonomy (IAPT), 2009.
Judd S.W. et al, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, ISBN978-88-299-1824-9.