Benedetto Lanza (Firenze, 24 maggio 1924 – Firenze, 10 marzo 2016) è stato uno zoologo e biologo italiano specializzato in erpetologia. È considerato il fondatore della moderna erpetologia italiana.[1]
Laureato in Medicina e Chirurgia presso l'Università di Firenze nel 1949, continuò a coltivare il suo interesse giovanile per le scienze naturali, ottenendo nel 1956 l'incarico di assistente alla cattedra di Zoologia Generale dello stesso ateneo. Nel 1971 è nominato professore ordinario di Biologia Generale.[1]
Negli anni '80 Lanza ebbe modo di studiare le isole satelliti della Corsica, per le quali esisteva una bibliografia naturalistica molto scarsa.[2] Ci fu dapprima uno studio sulle piante vascolari di tutti gli scogli e gli isolotti. Lanza studiò la flora (licheni e muschi), la fauna e la vegetazione di tali isole.
Uno dei programmi zoologici della scuola fiorentina riguardò lo studio della fauna sotterranea della Somalia.[senza fonte] In quest'ambito, emersero i risultati raggiunti da Guido Chelazzi e Marco Vannini sugli adattamenti etologici in Somalia. Maggiori gli studi sui mammiferi in Somalia e anche la tartaruga verde (Chelonia mydas).
Dal 1972 al 1992 è stato Direttore del Museo di Storia Naturale “La Specola” di Firenze.[1]
Nel Museo si trova una miscellanea a suo nome: 236 scatole contenenti 17.125 estratti e opuscoli del secolo XX prevalentemente di argomento zoologico.[senza fonte]
Le sue ricerche hanno riguardato soprattutto gli anfibi e rettili italiani e del Corno d'Africa ma anche i chirotteri, i molluschi e i crostacei.[1]
È stato Presidente della Societas Europaea Herpetologica (1985-1993) e della Societas Herpetologica Italica (1993-1997) e membro onorario di varie società scientifiche nazionali e internazionali.[1]
Le seguenti specie sono state dedicate al suo nome:[3]
Lanza è l'abbreviazione standard utilizzata per le specie animali descritte da Benedetto Lanza. Categoria:Taxa classificati da Benedetto Lanza |
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