Fece parte della scuola ferrarese, lavorò infatti alla corte degli Este. Il soprannome Garofalo deriva dal nome del paese in cui forse nacque e lui stesso occasionalmente firmava i suoi quadri con un piccolo disegno di un garofano.
Nato forse a Ferrara o forse proprio a Garofolo (Garofalo come citato in antichità), ora una frazione di Canaro, in provincia di Rovigo, sembra che Tisi sia stato apprendista di Domenico Panetti dal 1491 e fu un contemporaneo e talvolta collaboratore di Dosso Dossi. Nel 1495 lavorò a Cremona sotto la direzione di Boccaccio Boccaccino, che gli fece conoscere lo stile cromatico veneziano. Nel 1500 compì il suo primo viaggio a Roma dove, pare, conobbe il fiorentino Giovanni Baldini. Nel 1501 si trasferì a Bologna dove rimase due anni presso la bottega di Lorenzo Costa il Vecchio. Nel 1504 tornò a Ferrara e lavorò con i fratelli Dossi. Nel 1506 viaggiò a Mantova.
Tra il 1503 e il 1506 affrescò il soffitto della sala del Tesoro nel Palazzo Costabili a Ferrara, ispirata alla Camera degli Sposi di Mantegna e poi ritornò ad affrescare questo ambiente intorno al 1517 con la rappresentazione del mito di Eros ed Anteros[1].
Nel 1508 fu forse a Venezia. Nel 1512 compì il secondo viaggio a Roma, su invito del concittadino Girolamo Sacrati, presso la corte di papa Giulio II, dove conobbe Raffaello. Questo incontro influenzò il suo stile, che si trasformò da lombardo in uno stile più classico stilizzato, influenzato da Giulio Romano. Nella vasta produzione del pittore non sembrano emergere citazioni da opere di Michelangelo.[2]
Intorno al 1512 tornò ancora a Ferrara dove lavorò a numerose opere per il duca Alfonso d'Este, arricchendo delle proprie opere gran parte delle chiese di Ferrara. Tra il '29 ed il '30 sposò Caterina Scoperti. Sembra che nel 1520 Girolamo da Carpi fu apprendista nella sua bottega e lavorò con lui per alcuni progetti a Ferrara nel periodo 1530-40. Nel 1531 perse la vista all'occhio destro e malgrado questa grave menomazione continuò a lavorare fino al 1550, quando divenne completamente cieco.
Nel 1533 dipinse La Madonna in trono con il Bambino tra gli angeli musicanti e i santi Giovanni Battista, Contardo d'Este e Lucia. Si tratta di una grande pala d'altare, datata e firmata, probabilmente proveniente dalla chiesa di Sant'Agostino a Modena e ora conservata presso la Galleria Estense. La presenza di San Contardo, unico estense canonizzato, testimonierebbe la possibilità che la pala sia stata commissionata dalla famiglia ducale[3]. Attorno al 1530 lavorò anche a due affreschi di San Pietro e San Paolo per la chiesa di San Pietro che in seguito, quando questa fu soppressa, vennero trasferiti nell'atrio della cattedrale.
Benvenuto Tisi morì nel 1559 e venne sepolto nella basilica ferrarese di Santa Maria in Vado nel loculo fattosi costruire già da qualche anno accanto a quello della moglie, morta precedentemente. Nel 1829 le sue spoglie furono trasferite nel cimitero della Certosa di Ferrara, dove nel 1841 gli sarà dedicato un monumento nella Cella degli Uomini Illustri, opera dello scultore Angelo Conti.
Garofalo è uno dei pittori conosciuti e descritti da Giorgio Vasari.
Un grande busto bronzeo dell'artista fu realizzato da Gino Colognesi per la presunta casa natale a Canaro, poi ridotto e traslato a Rovigo.
Garofolo, frazione di Canaro, in provincia di Rovigo: abitazione ritenuta quella natia di Benvenuto Tisi, come riportato da un'iscrizione posta sopra l'entrata. La casa è sede del MUVIG
Casa Pisani (o del Capitano), forse l'ultima dimora dell'artista a Ferrara
Sala del Tesoro, affresco, Palazzo Costabili, Ferrara
Gino Colognesi, Busto di Benvenuto Tisi da Garofalo, quando fu esposto nell'omonima via di Rovigo
Stemma di Benvenuto Tisi nel Palazzo Municipale di Ferrara
Alberto Neppi, Il Garofalo (Benvenuto Tisi), Milano, Silvana Editoriale, 1959, SBNRAV0055721.
AA.VV., Nell'età di Correggio e dei Carracci. Pittura in Emilia dei secoli XVI e XVII - The Age of Correggio and the Carracci: Emilian Painting of the 16th and 17th Centuries (catalogo dell'esposizione itinerante tenutasi presso la Pinacoteca nazionale di Bologna, 10 settembre - 10 novembre 1986; presso la National Gallery of Art, Washington, 19 dicembre 1986 - 16 febbraio 1987; presso il Metropolitan Museum of Art, New York, 26 marzo - 24 maggio 1987), National Gallery of Art, Cambridge University Press, 1986, pp. 141–143.
Sydney J. Freedberg, Painting in Italy, 1500-1600, Londra-New York, Penguin Books, 1993.
Anna Maria Fioravanti Baraldi, Il Garofalo. Benvenuto Tisi pittore (1476-1559). Catalogo generale, Rimini, Luisè Editore, 1998, ISBN88-85050-72-7.
Giancarlo Fiorenza, Dosso Dossi, Garofolo, and the Costabili Polyptych: Imaging Spiritual Authority, in The Art Bulletin, vol. 82, n. 2, 2000, pp. 252-279.
Tatiana Kustodieva e Mauro Lucco (a cura di), Garofalo. Pittore della Ferrara Estense (catalogo dell'esposizione tenutasi presso il Castello Estense di Ferrara, 5 aprile-6 luglio 2008), Milano, Skira, 2008, ISBN978-88-6130-697-4.
Stefano Casciu (a cura di), La Galleria Estense di Modena. Guida breve, Modena, Franco Cosimo Panini, 2015, ISBN9788857009018.
Antonello Nave, Il centenario del Garofalo, la Triennale e la Permanente: cronache d'arte del 1872, in Ferrariae Decus - Studi - Ricerche, 2014 (2015), pp. 84-101.