Molto della sua vita si sa grazie alla sua autobiografia, intitolata Aneddoti musicali e conservata nel Museo internazionale e biblioteca della musica di Bologna.[1] Nacque a Vienna da genitori italiani.[2] Già nella prima infanzia gli furono impartite lezioni di violino e canto, poi di clavicembalo e arpa durante la sua educazione cistercense a Klagenfurt.[3] Nel periodo del seminario gesuita a Leoben continuò a studiare musica da autodidatta, arrivando anche a comporre sonate e concerti per arpa.[3] Si avviò allo studio della filosofia e della giurisprudenza a Vienna, ma continuò a comporre da dilettante, e riuscì a far eseguire una sua messa, il cui successo lo convinse a lasciare gli studi universitari e a dedicarsi completamente alla musica.[3] Suo zio era il Kappellmeister viennese Giuseppe Bonno, che lo convinse a prendere seri studi musicali per superare le sue deficienze da autodidatta, e a tal proposito lo indirizzò in Italia[1]: la sua presenza è attestata nel 1751 a Venezia, Firenze e Cortona, dove insegnò composizione per cinque anni.[3] A Venezia conobbe Florian Leopold Gassmann, che divenne il suo più importante modello musicale e amico fedele per tutta la vita.[3][4]
Nel 1757 si recò a Roma per studiare con Niccolò Jommelli.[1][3] Il grande maestro, pur limitandosi a offrire pochi consigli sulla tecnica del contrappunto, ridimensionò le ambizioni di Lidarti, che comprese le sue lacune e abbandonò i suoi grandiosi progetti operistici.[3] Dopo l'esperienza con Jommelli (con il quale mantenne duraturi e stimati contatti[1]), Lidarti si accontentò di lavorare come semplice musico per i Cavalieri di Santo Stefano di Pisa, incarico che mantenne dal 1757 fino alla morte, nel 1795.[1][3] Per i Cavalieri, Lidarti fu contrabbassista, organista e violoncellista, e con loro suonò molte volte a Bologna, dove entrò in contatto con Giovanni Battista Martini e con l'Accademia Filarmonica, della quale fu membro effettivo dal 1761.[1][3]
Con Martini iniziò un carteggio, oggi conservato nel Museo della musica e nel Conservatorio di Bologna.[1]Charles Burney parlò molto positivamente di Lidarti, incontrato a Pisa, nel suo Viaggio musicale in Italia.[6] Forse in conseguenza della cordialità di Burney, Lidarti avviò alcune trattative editoriali con l'Inghilterra negli anni '80 del Settecento, per tramite di Giuseppe Soderini, culminati con le stampe di tre opere da camera a Londra, presso la tipografia Welcker.[3] La sua ultima composizione risale al 1793.[1][3]
Ci sono pervenute circa 200 composizioni, in cui è evidente una naturale disposizione melodica[7], e una strutturazione semplice e piana.[3] Il suo strumento preferito è senz'altro il violoncello, che nei suoi quartetti ha una preminenza maggiore rispetto alla produzione europea coeva.[1][8][9] Nella sua musica sacra spiccano le composizioni su testo ebraico, delle quali la più famosa è l'oratorio Esther.[3][9][10]
New York (Butler Library della Columbia University)
San Francisco (Bellis Collection della San Francisco State University)
Altre città che possiedono in varia misura copie manoscritte di opere di Lidarti sono Firenze (Conservatorio Luigi Cherubini, istituzione che conserva un autografo incerto di Lidarti, digitalizzato su Internet Culturale), Mantova (Fondo Greggiati di Ostiglia), Milano (Fondo Noseda del Conservatorio Giuseppe Verdi) e Parma (Biblioteca Palatina).[16]
^abcdefghiSalvetti, Guido e Grolman Schlegel, Ellen, Voce Lidarti, Christian Joseph, in The New Grove of Music and Musicians. Second Edition, edited by Stanley Sadie, executive editor John Tyrrell, vol. 14: Kufferath to Litton, London, Macmillan, 2001-2002, p. 656.
^Tagliavini, Luigi Ferdinando, Voce Lidarti, Christian Joseph, in Dizionario musicale Larousse, a cura di Delfino Nava, Milano, Edizioni Paoline, 1961.
^abcdefghijklmGaddini, Silvia, Voce Lidarti, Christian Joseph, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 65, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2005, consultabile on-line su Treccani.it.
^Zanetti, Roberto, Voce Lidarti, Christian Joseph, in Dizionario enciclopedico universale della musica e dei musicisti, diretto da Alberto Basso, serie II: Le biografie, vol. 4: Je-Ma, Torino, UTET, 1986, p. 398.
^Scheda del documento, su Carteggi del Museo internazionale e biblioteca della musica di Bologna.
^Burney, Charles, The Present State of Music in France and Italy, London, Becket & Co., 1773, trad. it. di Enrico Fubini: Viaggio musicale in Italia, Torino, EDT, 1979, seconda edizione 2013.
^abBoisits, Barbara, Voce Lidarti, Christian Joseph, in Die Musik in Geschichte und Gegenwart. Allgemeine Enzyklopädie der Musik begründet von Friedrich Blume, a cura di Ludwig Finscher, serie I: Personenteil, vol. 11: Les-Men, Kassel-Basel-London-New York-Paha, Bärenreiter/Stuttgart-Weimar, Metzler, 2004, pp. 87-88.
^van der Straeten, Edmund, History of the Violoncello, London, Reeves, 1915.
^Plump, John Harold e Nygren, Edward J. (ed.), The pursuit of happiness: a view of life in Georgian England, New Haven (CT), Yale Center for British Art, 1977.
^Indichiamo le istituzioni che conservano almeno 10 manoscritti.
^Cerca Lidarti, su RISM. URL consultato l'11 aprile 2017 (archiviato dall'url originale il 26 aprile 2017).
^Meylan, Raymond, La collection Antonio Venturi, Montecatini Terme (Pistoia), Italie, in Fontes artis musicae, n. 5 (1958), Kassel, Bärenreiter, 1958, pp. 21-44.
^Kishimoto, Hiroko (a cura di), Il Fondo musicale Venturi nella Biblioteca comunale di Montecatini Terme: catalogo, Firenze, Giunta Regionale Toscana/Milano, Editrice Bibliografica, 1989.
^Stefano Barandoni, Paola Raffaelli, L'archivio musicale della chiesa conventuale dei Cavalieri di Santo Stefano di Pisa. Storia e catalogo, Lucca, LIM, 1994, documenti 177-178.
^A Pistoia si conservano due parti manoscritte di 6 duetti per violoncello; tre parti manoscritte di 6 sonate a tre per violino e violoncello; e le parti, mancanti degli oboi previsti, di un concerto per violoncello. Vedi Teresa Dolfi, Luciano Vannucci (a cura di), Catalogo del Fondo Musicale Rospigliosi, Lucca, LIM, 2011, documenti 4616-4619, p. 526; e Umberto Pineschi, Inventario Archivio Capitolare Pistoia Biblioteca Musicale, testo non pubblicato: per info consulta il pdf online disponibile qui e sui siti dell'Archivio Capitolare di Pistoia e della Sezione bibliografica pistoiese del Centro Documentazione Musicale della Toscana.