Cardo spinosissimo | |
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Cirsium spinosissimum | |
Classificazione APG IV | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
(clade) | Angiosperme |
(clade) | Mesangiosperme |
(clade) | Eudicotiledoni |
(clade) | Eudicotiledoni centrali |
(clade) | Superasteridi |
(clade) | Asteridi |
(clade) | Euasteridi |
(clade) | Campanulidi |
Ordine | Asterales |
Famiglia | Asteraceae |
Sottofamiglia | Carduoideae |
Tribù | Cardueae |
Sottotribù | Carduinae |
Genere | Cirsium |
Specie | C. spinosissimum |
Classificazione Cronquist | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
Superdivisione | Spermatophyta |
Divisione | Magnoliophyta |
Classe | Magnoliopsida |
Sottoclasse | Asteridae |
Ordine | Asterales |
Famiglia | Asteraceae |
Sottofamiglia | Cichorioideae |
Tribù | Cardueae |
Sottotribù | Carduinae |
Genere | Cirsium |
Specie | C. spinosissimum |
Nomenclatura binomiale | |
Cirsium spinosissimum (L.) Scop., 1769 | |
Nomi comuni | |
Cirsio spinosissimo |
Il cardo spinosissimo (nome scientifico Cirsium spinosissimum (L.) Scop., 1769) è una pianta spinosa, erbacea angiosperma dicotiledone e perenne, appartenente alla famiglia delle Asteraceae.[1][2]
Il nome del genere (Cirsium) deriva dalla parola greca kirsos = varice; da questa radice deriva poi la denominazione Kirsion, un vocabolo che sembra servisse ad identificare una pianta usata per curare questo tipo di malattia. Da kirsion in tempi moderni il botanico francese Tournefort (1656 - 708) derivò il nome Cirsium dell'attuale genere.[3][4]
Il nome italiano “cardo” è abbastanza generico in quanto nel linguaggio comune si riferisce a diversi generi e specie di piante. Tra i generi che vengono chiamati direttamente “cardo”, oppure hanno una o più specie che comunemente si chiamano con questo nome citiamo: Carduus, Carduncellus, Carlina, Centaurea, Cnicus, Cynara, Echinops, Galactites, Jurinea, Onopordum, Scolymus, Silybum, Tyrimnus, tutti della famiglia delle Asteraceae. Ma anche in altre famiglie abbiamo dei generi con delle specie che volgarmente vengono chiamate “cardi” : il genere Eryngium della famiglia delle Apiaceae o il genere Dipsacus della famiglia delle Dipsacaceae.
Il binomio scientifico della pianta di questa voce è stato proposto inizialmente da Carl von Linné (1707 – 1778) biologo e scrittore svedese, considerato il padre della moderna classificazione scientifica degli organismi viventi, perfezionato successivamente dal medico e naturalista italiano Giovanni Antonio Scopoli (Cavalese, 3 giugno 1723 – Pavia, 8 maggio 1788) nella pubblicazione ”Anni Historico-Naturales” del 1769.[5][6] Altre checklist indicano come data di pubblicazione il 1772 e la pubblicazione ”Flora Carniolica Exhibens Plantas Carniolae Indigenas et Distributas in Classes Naturales cum Differentiis Specificis” (sempre dello Scopoli)[7][8]
L'epiteto specifico (spinosissimum) e quello comune deriva dal suo aspetto estremamente spinoso.
Questa pianta può raggiungere un'altezza di 2 – 5 dm. La forma biologica della specie è emicriptofita scaposa ("H scap"); ossia sono piante perennanti per mezzo di gemme poste al suolo e con fusto allungato ed eretto con poche foglie (non cespuglioso).[9][10][11][12][13][14][15][16]
Le radici sono secondarie.
La parte aerea del fusto è eretta e ascendente. La sezione è angolosa, mentre la superficie è ispida per peli molli e contorti. Può essere rossastro.
Le foglie sono pennato-partite, coriacee, con margine ondulato e spine rigide, forti e robuste (sono pungenti!). Quelle inferiori hanno la lamina lineare-spatolata e sono picciolate. Lunghezza del picciolo: 10 – 12 cm. Dimensioni della lamina: larghezza 5 – 8 cm; lunghezza 20 – 30 cm. Lunghezza delle spine: 4 – 7 mm. Le foglie superiori sono progressivamente ridotte. Quelle bratteali (vicine all'infiorescenza) sono più larghe dei capolini, progressivamente rimpiccioliscono e sfumano nelle brattee dell'involucro.
L'infiorescenza è formata da fascetti apicali di diversi capolini (da 2 a 10) sessili superati dalle foglie bratteali (7 - 8 foglie bratteali). I fiori sono racchiusi in un involucro formato da diverse squame (o brattee) fogliacee terminanti con una spina acuta. All'interno dell'involucro un ricettacolo fa da base ai fiori tubulosi. Diametro dell'infiorescenza completa: 15 – 20 mm. Diametro dell'involucro: 10 mm. Dimensione delle brattee inferiori: larghezza 2 mm; lunghezza 6 mm. Dimensione delle brattee superiori: larghezza 2 mm; lunghezza 16 mm.
I fiori del capolino sono tutti tubulosi (il tipo ligulato, presente nella maggioranza delle Asteraceae, qui è assente), sono inoltre ermafroditi, tetraciclici (con quattro verticilli: calice– corolla – androceo – gineceo) e pentameri (ogni verticillo ha 5 elementi).
I frutti sono degli acheni a forma cilindrico-compressa con un pappo terminale formato da molte file di peli piumosi riuniti alla base. Lunghezza dell'achenio: 3,5 – 5 mm. Lunghezza del pappo: 12 – 14 mm.
Dal punto di vista fitosociologico Cirsium spinosissimum appartiene alla seguente comunità vegetale:[5]
La famiglia di appartenenza di questa voce (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) probabilmente originaria del Sud America, è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23.000 specie distribuite su 1.535 generi[20], oppure 22.750 specie e 1.530 generi secondo altre fonti[21] (una delle checklist più aggiornata elenca fino a 1.679 generi)[22]. La famiglia attualmente (2021) è divisa in 16 sottofamiglie.[1][13][23]
Cardueae è una delle 4 tribù della sottofamiglia Carduoideae. La tribù Cardueae a sua volta è suddivisa in 12 sottotribù (la sottotribù Carduinae è una di queste). Il genere Cirsium elenca 435 specie con una distribuzione cosmopolita, 35 delle quali sono presenti spontaneamente sul territorio italiano.[2][13][14][15][24][25]
Il genere di questa voce è inserito nel gruppo tassonomico della sottotribù Carduinae.[15] In precedenza provvisoriamente era inserito nel gruppo tassonomico informale "Carduus-Cirsium Group".[13] La posizione filogenetica di questo gruppo nell'ambito della sottotribù è abbastanza vicina al "core" della sottotribù (con il genere Carduus forma un "gruppo fratello") e dalle analisi molecolari è stato calcolato in 7,2 milioni di anni fa la separazione di questo genere dal resto del gruppo (è stato l'ultimo a separarsi).[24][25]
Il genere Cirsium spesso viene botanicamente “confuso” con altri generi come quello del Carduus o Cnicus (e di altri ancora). Le specie del primo genere ad esempio sono molto simili a quelle del Cirsium, anche se una certa distinzione è possibile servendosi dell'aspetto del pappo (in Cirsium è formato da setole piumose; mentre in Carduus è composto da pagliette denticolate scabre).
Il genere Cirsium appartiene alla tribù delle Cardueae (da alcuni autori indicata come Cynareae), tribù che il Sistema Cronquist assegna alla sottofamiglia Cichorioideae e che invece la classificazione APG colloca nella sottofamiglia Carduoideae.[26].
Il numero cromosomico di C. spinosissimum è: 2n = 34.[8][16]
Il basionimo della specie è: Cnicus spinosissimus L., 1753.[5]
I caratteri distintivi di questa specie nell'ambito del genere sono:[27][28]
Questi caratteri sono condivisi con le seguenti specie (sono indicati alcuni caratteri distintivi della specie):[28]
I Cirsium con infiorescenza gialla o giallastra, presenti sul territorio italiano, sono più o meno una mezza dozzina. Qui vengono descritti i rimanenti:[9]
Per questa specie sono indicate due sottospecie (non riconosciute da tutte le checklist botaniche):[29]
Nell'elenco seguente sono indicati alcuni ibridi interspecifici:[30]
Questa entità ha avuto nel tempo diverse nomenclature. L'elenco seguente indica alcuni tra i sinonimi più frequenti:[29]
Il Cirsio spinosissimo in altre lingue viene chiamata nei seguenti modi: