Clampdown singolo discografico | |
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Artista | The Clash |
Pubblicazione | 14 dicembre 1979 |
Durata | 3:50 |
Genere | Punk rock New wave |
Etichetta | CBS ES 486 |
Produttore | Guy Stevens |
Registrazione | agosto/settembre/novembre 1979, Wessex Studios |
Formati | 7" |
The Clash - cronologia | |
Clampdown | |
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Artista | The Clash |
Autore/i | Joe Strummer, Mick Jones |
Genere | Punk rock New wave |
Pubblicazione originale | |
Incisione | London Calling |
Data | 14 dicembre 1979 |
Etichetta | Columbia Records |
Clampdown (o Working for the Clampdown; letteralmente traducibile in Repressione o Giro di vite) è il secondo singolo tratto da London Calling, terzo album dei Clash. Inizialmente, il brano doveva essere una traccia strumentale chiamata Working and Waiting[1].
Clampdown fu scritta da Joe Strummer e Mick Jones.
Il testo della canzone, scritto da Joe Strummer, ebbe varie interpretazioni. Secondo una di queste, il testo potrebbe riferirsi al regime nazista[senza fonte]. Il "vestirsi di blu e marrone", si riferisce alle uniformi monocromatiche militari indossate dalle forze federali della polizia dei regimi dittatoriali, in particolare, alle uniformi brune indossate dai membri delle SA.
Oltre alle uniformi, ci sono anche riferimenti agli ebrei (la soluzione finale della questione ebraica), gli uomini dagli occhi azzurri (la razza ariana) e i giovani fedeli (la gioventù hitleriana):
«Taking off his turban, they said, is this man a Jew?
[...]
We will train our blue-eyed men
To be young believers»
«Togliendogli il turbante, dissero "È un ebreo questo?"
[...]
Addestreremo i nostri uomini dagli occhi azzurri
Ad essere giovani fedeli»
Secondo un'altra interpretazione, il testo potrebbe riferirsi alle carenze della società capitalistica[2][3]. L'uso del "blu e marrone" fa riferimento al colore delle uniformi indossate dagli operai.
Il testo si concentra anche sul tema del lavoro. Il bassista e cofondatore dei Clash Paul Simonon, in un'intervista al Los Angeles Times, parlò delle opportunità di lavoro a lui disponibili dopo gli studi:
«What was worse was that when it got time for us to start leaving school, they took us out on trips to give us an idea of what jobs were available. But they didn't try to introduce us to anything exciting or meaningful. They took us to the power station and the Navy yards. It was like saying, ‘This is all you guys could ever do.” “Some of the kids fell for it. When we got taken down to the Navy yards, we went on a ship and got cooked up dinner and it was all chips and beans. It was really great. So some of the kids joined up - because the food was better than they ate at home.»
Sempre nella stessa intervista, Strummer dichiarò:
«You see, I'm not like Paul or the others, I had a chance to be a ‘good, normal person’ with a nice car and a house in the suburbs - the golden apple or whatever you call it. But I saw through it. I saw it was an empty life.»
Il padre di Strummer si era diplomato nella British Field Service, e Joe fu mandato in un collegio. Strummer disse:
«I only saw my father once a year (after being sent to boarding school,) he was a real disciplinarian, who was always giving me speeches about how he had pulled himself up by the sweat of his brow: a real guts and determination man. What he was really saying to me was, ‘If you play by the rules, you can end up like me’. And I saw right away I didn't want to end up like him. Once I got out on my own, I realized I was right. I saw how the rules worked and I didn't like them.»
Vista dal punto delle molteplici interpretazioni del testo (nazismo, capitalismo, ecc.), il termine repressione è usato da Strummer per indicare la mancanza di libertà.
La canzone è stata utilizzata in un episodio della serie televisiva statunitense Malcom in the Middle e nella serie animata Futurama
Clampdown è stata successivamente oggetto di molte cover:
Elenco delle persone che hanno contribuito a realizzare Clampdown[5]:
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