Davidka

Davidka
Mortaio Davidka esposto in un museo israeliano
Tipomortaio
Impiego
UtilizzatoriPalmach
Produzione
Entrata in servizio1948
Descrizione
Lunghezza canna5,88 m
Calibro72.6 mm
Peso proiettile40 kg
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Il Davidka (in yiddish דוידקה?, "Piccolo Davide") è un mortaio artigianale usato all'inizio della Guerra arabo-israeliana del 1948 dai soldati israeliani nella difesa di Gerusalemme e Safad. Le sue granate erano famose per essere estremamente rumorose e efficaci più per colpire i nervi del nemico che effettivamente le sue postazioni.

Il nome Davidka ("Piccolo Davide") è dovuto al nome del suo inventore, David Leibowitch; esso rimanda inoltre, a causa del sentimento di inferiorità logistica e militare delle brigate ebraiche nei confronti della Legione araba (che era armata e preparata dall'esercito britannico[1]) allo scontro impari tra Davide e Golia.

Il mortaio fu progettato presso la scuola di agricoltura Mikveh Israel nell'inverno del periodo subito precedente alla Guerra arabo-israeliana del 1948; venne utilizzato per la prima volta nella battaglia di Abu Kabir, un paese vicino a Giaffa il 13 marzo 1948. Le battaglie in cui ebbe però più importanza furono quelle per la liberazione delle fortificazioni presso Safad e nella difesa di Gerusalemme. In queste occasioni le truppe ebraiche ebbero prova dell'importanza psicologica dell'arma[2][3][4].

In totale vennero prodotti 6 mortai, due per ogni brigata Palmach (Harel, Yiftach e HaNegev). Due sono ora monumenti.

Caratteristiche

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Davidka sopravvissuto alla guerra con un proiettile sulla sinistra

La caratteristica del Davidka era il suo proiettile da oltre 40 chilogrammi; esso infatti era molto più grosso della calibro della canna del mortaio e solamente la coda della granata poteva entrare nella bocca del cannone, lasciando fuori il proiettile vero e proprio. Questa scelta di design e la fabbricazione artigianale erano i principali motivi della sua imprecisione. Queste caratteristiche rendevano il fischio della granata in discesa tanto forte da dare l'impressione anche a soldati lontani dall'effettivo punto d'impatto che esso fosse diretto verso la loro posizione, inoltre l'esplosione finale era estremamente rumorosa, con un effetto sul morale del nemico altissimo.

Si dice che i soldati della Legione araba, sapendo che molti scienziati facenti parte del Progetto Manhattan erano ebrei, quando sentirono per la prima volta lo scoppio di una granata lanciata dal Davidka credettero che il nemico avesse ottenuto dagli Stati Uniti la bomba atomica[3][4][5][6]

Il Davidka fu usato a Haifa, Ein Zeitun, Safed e Biddu. Secondo lo storico palestinese Walid Khalidi, il Davidka lanciava un proiettile del peso di 60 libbre e causava paura e panico quando veniva usato aree abitative.[7] .

La testata della bomba era riempita di chiodi, cocci, cuscinetti a sfera e più in generale tutto ciò che poteva svolgere la funzione da surrogato di Shrapnel; tali proiettili lo rendevano essenzialmente un'arma antifanteria.

Nella cultura

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Piazza Davidka, con vista sul memoriale e i negozi

Grazie alle caratteristiche sopracitate il mortaio ebbe un'importanza molto alta per la guerra e lo possiamo trovare in diversi libri riguardanti il periodo:

Esso è inoltre presente in diversi monumenti celebrativi dell'epoca, in particolare dà il nome a Piazza Davidka (in ebraico כיכר הדוידקה?, Kikar HaDavidka), dove è presente uno dei modelli sopravvissuti. È stato inoltre ritrovato un proiettile presso il Kotel nell'aprile del 2008[8].

  1. ^ Dupuy, Trevor N, Elusive Victory, The Arab-Israeli Wars, 1947–1974, Hero (1984)
  2. ^ "Safed: A Battle of Living History" Archiviato il 4 novembre 2020 in Internet Archive. mentions the use of the Davidka in the attack of Safed
  3. ^ a b Bernard Joseph, The Faithful City: The Siege of Jerusalem, 1948, New York, Simon & Schuster, 1960, p. 73, LCCN 60010976, OCLC 266413.
    «Its effect on the Arabs was sometimes considerable, notably at Safad, where they mistook it for an atomic weapon when they abandoned the city.»
  4. ^ a b Collins, Larry e Lapierre, Dominique, Gerusalemme! Gerusalemme!, Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1972, p. 379, ISBN 88-04-31067-7, LCCN 73160924.
    «The stunned Iraqis in the Allenby Barracks (Jerusalem) shouted over the telephone that the Jews had a weapon like the atomic bomb and begged for help. [As reported to be overheard by a telephone switchboard operator]»
  5. ^ History of Zefat, su zefatpalace.com. URL consultato il 20 luglio 2010 (archiviato dall'url originale il 28 settembre 2007).
  6. ^ Binny, Rav, Portion of Tazria-Metzora, su isralight.org. URL consultato il 20 luglio 2010.
    «It seems that the greatest fear of the Arabs was the fact that most of the people behind the development of America's atomic bomb were Jewish (most notably Einstein and Oppenheimer), and the Arabs had heard a little bit about acid rain. So they assumed the Jews had just set off an atomic bomb, and the rest is history!»
  7. ^ Khalidi, Walid, Plan Dalet: Master Plan for the Conquest of Palestine (JPG), in Journal of Palestine Studies, vol. 18, n. 1, University of California Press on behalf of the Institute for Palestine Studies, 1988, pp. 4–33, DOI:10.1525/jps.1988.18.1.00p00037, ISSN 0377-919X (WC · ACNP).
  8. ^ "1948 mortar shell unearthed near Western Wall"

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Collegamenti esterni

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