I dialetti del Giappone sono le varianti locali e regionali della lingua giapponese, parlati nell'omonimo arcipelago. Nonostante infatti il Giappone abbia una sola lingua ufficiale, la sua storia millenaria, il suo territorio per lo più montuoso[1], con un profilo costiero assai frastagliato e caratterizzato dalla presenza di una miriade di isole, hanno dato vita a una ricca moltitudine di varianti linguistiche locali, spesso motivo di campanilismo.[2]
La lingua nazionale viene anche chiamata kyōtsūgo (共通語? ”lingua comune”) o hyōjungo (標準語? ”lingua standard”) ed è basata sul dialetto di Tokyo[3], la Capitale del Giappone dal 1869. A partire da quella data grazie alla scolarizzazione, al centralismo dello stato giapponese e all'azione dei mass media, il linguaggio ufficiale si è diffuso in tutto il se. Malgrado l'utilizzo dei dialetti sia quindi sempre meno frequente, essi sono ancora parlati e vengono considerati parte integrante della cultura giapponese.
Oltre ai dialetti derivati dalla lingua giapponese, in Giappone esistono vere e proprie lingue indipendenti, non considerabili dialetti della lingua standard.
Le lingue ryukyuane costituiscono il gruppo linguistico originario delle Isole Ryukyu, un lungo arcipelago situato tra il Kyūshū e Taiwan. Pur appartenendo al medesimo ceppo linguistico dei dialetti giapponesi, sono lingue assai differenti, questo perché hanno cominciato a differenziarsi da essi già intorno al VII secolo[10]. Tra le lingue ryukyuane la più parlata è la lingua di Okinawa, facente parte del gruppo settentrionale (Amami-Okinawa). Appartiene invece alle lingue ryukyuane meridionali (Sakishima), la peculiare lingua yonaguni. Essa oggi viene parlata da circa metà popolazione della piccola isola di Yonaguni, la quale si trova isolata dal resto dell'arcipelago e ha sviluppato una parlata assai complessa anche per chi comprende altre lingue ryukyuane, avendo conservato parole arcaiche e costruzioni grammaticali altrove scomparse. La scrittura tradizionale dell'isola fa uso di pittogrammi, ma è ormai in disuso.[11]
La lingua ainu è oggi a rischio estinzione. È classificata come lingua paleosiberiana e viene parlata dal popolo ainu nell'isola di Hokkaido, benché si ritiene che in tempi remoti potesse essere diffusa anche nel Tōhoku. Nel secolo scorso vi erano dei locutori anche presso le Isole Curili e Sachalin, attualmente parte della Federazione Russa[12]. Diversi toponimi dell'odierno Hokkaido trovano origine nella lingua ainu.[13]Non ha un proprio sistema di scrittura, di conseguenza viene generalmente rappresentata in katakana.
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