Emerson John Moore vescovo della Chiesa cattolica | |
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Incarichi ricoperti |
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Nato | 16 maggio 1938 a New York |
Ordinato presbitero | 30 maggio 1964 dal cardinale Francis Joseph Spellman |
Nominato vescovo | 3 luglio 1982 da papa Giovanni Paolo II |
Consacrato vescovo | 8 settembre 1982 dal cardinale Terence James Cooke |
Deceduto | 14 settembre 1995 (57 anni) a Center City |
Emerson John Moore (New York, 16 maggio 1938 – Center City, 14 settembre 1995) è stato un vescovo cattolico statunitense.[1]
Monsignor Emerson John Moore nacque nel quartiere Harlem di New York il 16 maggio 1938. Crebbe in una famiglia battista.[2] Era figlio di un autista della metropolitana e di un'infermiera ospedaliera.[3]
Crebbe nel Bronx dove frequentò la Cardinal Hayes High School.[4] Si convertì al cattolicesimo all'età di 15 anni, nel 1953.[4] Compì gli studi per il sacerdozio al Cathedral College di Brooklyn e al seminario "San Giuseppe" di Yonkers.[5] Conseguì un Master of Social Work presso la Columbia University di New York e un Master of Public Administration presso l'Università di New York.[4]
Il 30 maggio 1964 fu ordinato presbitero per l'arcidiocesi di New York nella cattedrale di San Patrizio dal cardinale Francis Joseph Spellman. Prestò poi servizio come curato della chiesa di Sant'Agostino a Ossining e nella chiesa della Sacra Famiglia a Manhattan.[4] Nel 1967 si unì alla National Black Catholic Clergy Caucus nel descrivere la Chiesa cattolica negli Stati Uniti d'America come "un'istituzione razzista bianca".[1] Nel 1969 divenne direttore del Lt. Joseph P. Kennedy Jr. Memorial Community Center e dell'ufficio centrale di Catholic Charities, entrambi ad Harlem.[2] Inoltre fondò l'ufficio per il ministero dei neri nell'arcidiocesi di New York.[2] Nel 1975 fu nominato parroco della parrocchia di San Carlo Borromeo, conosciuta anche come "cattedrale di Harlem".[6] Una volta fu descritto dal cardinale John Joseph O'Connor come "il predicatore più popolare in città".[1] Il 10 dicembre 1978 fu elevato al rango di monsignore, diventando il primo afroamericano a ricevere questo onore.[6] Nel 1979 accolse papa Giovanni Paolo II ad Harlem. Il pontefice tenne un discorso agli afroamericani nella chiesa di San Carlo Borromeo.[6]
Il 3 luglio 1982 papa Giovanni Paolo II lo nominò vescovo ausiliare di New York e titolare di Curubi. Ricevette l'ordinazione episcopale l'8 settembre successivo dal cardinale Terence James Cooke, arcivescovo metropolita di New York, coconsacranti l'arcivescovo coadiutore emerito della stessa arcidiocesi John Joseph Maguire e il vescovo ausiliare di New Orleans Harold Robert Perry. Fu il sesto afroamericano a divenire vescovo cattolico negli Stati Uniti d'America e il primo a servire nell'arcidiocesi di New York.[3] Come vescovo ausiliare continuò a svolgere il ruolo di parroco di San Carlo Borromeo fino al 1989.[6] Fu anche vicario episcopale per lo sviluppo sociale, membro del consiglio di Catholic Relief Services, presidente dell'Africa Development Council e membro della commissione dello Stato di New York sull'integrità del governo.[4]
Durante le elezioni presidenziali del 1984 sostenne l'attivista democratico per i diritti civili Jesse Jackson, perché era secondo lui "l'unico che costringeva le persone a guardare a questioni difficili".[7] Quello stesso anno, fu arrestato insieme al commissario David Dinkins durante una protesta contro l'apartheid al di fuori del consolato sudafricano a Manhattan.[2] Nel 1990, fu l'unico vescovo a firmare un appello lanciato da Call to Action che chiedeva importanti riforme nella Chiesa cattolica, tra cui l'ordinazione delle donne e l'abrogazione del celibato ecclesiastico.[8]
Monsignor Moore soffrì di un problema di abuso di sostanze per diversi anni ed era dipendente da alcol e cocaina.[9] Sarebbe scomparso periodicamente dal suo ministero pubblico per curarsi, spesso mancando a eventi e soffrendo di difficoltà finanziarie.[1] Si ammalò anche di AIDS. Non è chiaro tuttavia come abbia contratto la malattia.[1] All'inizio del 1994 entrò nella Hazelden Foundation, un centro per la cura di alcolisti e drogati, sito a Center City, Minnesota, come paziente a lungo termine.[1] Lì morì il 14 settembre 1995 a causa di complicazioni dell'AIDS all'età di 57 anni.[9] L'arcidiocesi di New York, in un comunicato ufficiale dopo la sua morte, disse che il vescovo Moore era morto di "cause naturali di origine sconosciuta".[1] Il cardinale John Joseph O'Connor disse che non poteva discutere delle circostanze della morte di Moore, ma che non si vergognerebbe se uno dei suoi sacerdoti o vescovi avesse l'AIDS.[1]
Al suo funerale nella cattedrale di San Patrizio a New York il cardinale John Joseph O'Connor parlò delle difficoltà che Moore aveva affrontato come vescovo afroamericano nella Chiesa cattolica, dicendo: "Non è sufficiente che un vescovo nero sia ordinariamente intelligente. Ci si aspetta che sia straordinariamente intelligente. Non è sufficiente per lui predicare adeguatamente; deve predicare brillantemente. Non è abbastanza per lui essere educato; deve essere l'essenza della cortesia. Se parla con orgoglio di essere nero, è razzista; se sostiene i diritti civili è una minaccia. Se loda i bianchi, è uno zio Tom. Ci si aspetta che sia un modello di sacerdozio, ma che sia più umano del più debole tra noi. In breve, se non riesce a camminare sull'acqua, è un totale fallimento; se cammina troppo facilmente sull'acqua, ha dimenticato il suo posto".[1] È sepolto nel Saint Raymond's Cemetery del Bronx.[10]
La genealogia episcopale è: