Cespica karvinskiana | |
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Erigeron karvinskianus | |
Classificazione APG IV | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
(clade) | Angiosperme |
(clade) | Mesangiosperme |
(clade) | Eudicotiledoni |
(clade) | Eudicotiledoni centrali |
(clade) | Superasteridi |
(clade) | Asteridi |
(clade) | Euasteridi |
(clade) | Campanulidi |
Ordine | Asterales |
Famiglia | Asteraceae |
Sottofamiglia | Asteroideae |
Tribù | Astereae |
Sottotribù | Conyzinae |
Genere | Erigeron |
Specie | E. karvinskianus |
Classificazione Cronquist | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
Divisione | Magnoliophyta |
Classe | Magnoliopsida |
Sottoclasse | Asteridae |
Ordine | Asterales |
Famiglia | Asteraceae |
Sottofamiglia | Asteroideae |
Tribù | Astereae |
Genere | Erigeron |
Specie | E. karvinskianus |
Nomenclatura binomiale | |
Erigeron karvinskianus DC., 1836 | |
Nomi comuni | |
Erigeron di Karvinski |
La cespica karvinskiana (nome scientifico Erigeron karvinskianus DC., 1836) è una specie di pianta angiosperma dicotiledone della famiglia delle Asteraceae (sottofamiglia Asteroideae, tribù Astereae (North American lineage) e sottotribù Conyzinae).[1][2]
Il nome generico (Erigeron) deriva da due parole greche: "eri" (= precoce, sollecito, presto) e "geron" (= vecchio), richiamandosi forse al pappo di alcune specie che invecchiando diventa grigio oppure al breve periodo della sua fioritura.[3] L'epiteto specifico (karvinskianus) è in onore del botanico bavarese Karwinsky von Karwin (1780 - 1855) esploratore dell'America tropicale.[4]
Il binomio scientifico attualmente accettato (Erigeron karvinskianus) è stato proposto dal botanico e micologo svizzero Augustin Pyrame de Candolle (1778 – 1841) nella pubblicazione Prodromus systematis naturalis regni vegetabilis (Prodr. [A. P. de Candolle] 5: 285) del 1836.[5]
Portamento. Sono piante erbacee non molto alte con ciclo biologico perenne. La forma biologica è emicriptofita scaposa (H scap), ossia sono piante perenni, con gemme svernanti al livello del suolo e protette dalla lettiera o dalla neve, dotate di un asse fiorale eretto e spesso privo di foglie.[6][7][8][9][10][4][11]
Radici. Le radici sono secondarie da rizoma o anche fibrose e fittonanti.
Fusto. Queste piante possono arrivare fino ad una altezza compresa tra 20 e 50 cm (fino a 100 cm in America[11]).
Foglie. Le foglie si dividono in basali e caulinari in disposizione alterna.
Infiorescenza. Le sinflorescenze sono formate da alcuni (da 1 a 5) capolini in formazioni corimbose. Le infiorescenze vere e proprie sono composte da un capolino terminale peduncolato di tipo radiato. I capolini sono formati da un involucro, con forme cilindriche, composto da diverse brattee, al cui interno un ricettacolo fa da base ai fiori di due tipi: fiori del raggio e fiori del disco. Le brattee, con forme più o meno lanceolate, diseguali (o no) fra di loro, a consistenza fogliacea, con margini scariosi, con superficie glabra, pelosa o ghiandolosa, sono disposte in modo più o meno embricato e scalato su 3 - 4 serie. Il ricettacolo è nudo ossia senza pagliette a protezione della base dei fiori; la forma è piatta o conica. Diametro dei capolini: 1,5 – 2 cm. Dimensioni dell'involucro: larghezza 2,5 – 3,5 mm; lunghezza 7 – 10 mm.
Fiori. I fiori sono tetra-ciclici (formati cioè da 4 verticilli: calice – corolla – androceo – gineceo) e pentameri (calice e corolla formati da 5 elementi). Si distinguono in:
Frutti. I frutti sono degli acheni percorsi longitudinalmente da 2 nervi, sono pelosi (o scarsamente strigosi) e sormontati da un pappo molle biancastro formato da 15 a 27 setole. Dimensione dell'achenio: 1 – 1,4 mm.
Impollinazione: tramite insetti (impollinazione entomogama tramite farfalle diurne e notturne).[7][8]
Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori.
Dispersione: i semi cadono a terra e vengono dispersi soprattutto da insetti come formiche (disseminazione mirmecoria). Un altro tipo di dispersione è zoocoria: gli uncini delle brattee dell'involucro (se presenti) si agganciano ai peli degli animali di passaggio che portano così i semi anche su lunghe distanze. Inoltre per merito del pappo il vento può trasportare i semi anche per alcuni chilometri (disseminazione anemocora).
Geoelemento: il tipo corologico (area di origine) è Messicano / Centro e Sud Americano (dal Messico, all'America centrale fino al Sud America).
Distribuzione: in Italia si trova al Nord e lungo i litorali tirrenici, ma è sempre considerata esotica naturalizzata[15] dall'America centrale. Nelle Alpi si trova nella zona centrale (da Vercelli al Trentino). Oltreconfine si trova in Svizzera (cantoni Berna e Ticino), in Francia (dipartimenti di Alpes-Maritimes e Alta Savoia). Sugli altri rilievi europei si trova nel Massiccio del Giura, Massiccio Centrale e Pirenei[16]. Altrove è presente in America Centrale.[2]
Habitat: l'habitat tipico sono i coltivi per ornamento; se naturalizzata si trova sui muri, ripari sotto le rocce e sulle rupi. Il substrato preferito è sia calcareo che siliceo con pH neutro, bassi valori nutrizionali del terreno che deve essere secco.
Distribuzione altitudinale: sui rilievi alpini queste piante si possono trovare fino a 600 m s.l.m.; frequentano quindi il seguente piano vegetazionale: collinare (oltre a quello planiziale – a livello del mare).
Dal punto di vista fitosociologico alpino la specie di questa voce appartiene alla seguente comunità vegetale:[16]
Per l'areale completo italiano la specie di questa voce appartiene alla seguente comunità vegetale:[17]
Descrizione. L'alleanza Cymbalario muralis-Asplenion rutae-murariae è relativa alle comunità nitrofile (muschi) presenti su muri freschi ed ombreggiati e su pareti rocciose disturbate e degradate. La distribuzione è relativa all’Europa centrale ed atlantica, nei piani collinare e montano, e ad alcuni settori mediterranei a carattere umido. In Italia la cenosi è presente lungo l’arco prealpino e negli Appennini fino ai rilievi montuosi della Sicilia settentrionale.[18]
Specie presenti nell'associazione: Asplenium trichomanes, Corydalis lutea, Tortula muralis, Homalothecium sericeum, Didymodon acutus, Didymodon vinealis, Barbula unguiculata, Ceratodon purpureus, Ptychostomum imbricatulum, Grimmia pulvinata, Hypnum cupressiforme, Scorpiurium circinnatum, Erigeron karvinskianus, Chelidonium majus, Cymbalaria muralis, Cystopteris fragilis, Asplenium ruta-muraria, Sedum album, Asplenium adiantum-nigrum, Polypodium cambricum.
La famiglia di appartenenza di questa voce (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) probabilmente originaria del Sud America, è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23.000 specie distribuite su 1.535 generi[19], oppure 22.750 specie e 1.530 generi secondo altre fonti[20] (una delle checklist più aggiornata elenca fino a 1.679 generi)[21]. La famiglia attualmente (2021) è divisa in 16 sottofamiglie; la sottofamiglia Asteroideae è una di queste e rappresenta l'evoluzione più recente di tutta la famiglia.[1][9][10]
Il genere Erigeron comprendente diverse centinaia di specie una buona parte di origine americana, mentre le altre sono di origine europea (e asiatica) di cui una decina sono proprie della flora italiana.
Secondo le classificazioni più tradizionali[22] la specie Erigeron karvinskianus è compresa nella sezione delle Euerigeron insieme a Erigeron annuus e altre. Le altre sezioni sono: Eschenbachia, Caenothus e Trimorpha.
Attualmente le specie italiane di Erigeron sono divise in tre gruppi:[4]
Erigeron karvinskianus appartiene al secondo gruppo.
Il genere Erigeron è descritto nella sottotribù Conyzinae, una delle quasi 40 sottotribù della tribù Astereae. In base alle ultime ricerche nella tribù sono stati individuati (provvisoriamente) 5 principali lignaggi. Il genere Erigeron (insieme alla sottotribù Conyzinae) è incluso nel North American lineage.[9][23]
Alcune analisi di tipo filogenetico hanno diviso la sottotribù Conyzinae in 6 cladi; Erigeron attualmente è incluso in tutti i cladi (non risulta quindi monofiletico). Erigeron è suddiviso in una quarantina di sezioni; Erigeron karvinskianus è inclusa nella sezione "Karvinskia" Nesom (distribuzione nativa: dal Messico all'America Centrale): il portamento delle specie di questa sezione è perenne e annuale; sono presenti sia fittoni che rizomi; le foglie variano da spatolate a oblanceolate o lineari con bordi interi o dentati e non sono abbraccianti; il colore dei fiori del raggio cambia da bianco a lavanda a maturità; gli acheni hanno 2 nervi; il pappo ha 10 - 27 setole.[24]
I caratteri distintivi della specie Erigeron karvinskianus sono:[4]
Il numero cromosomico delle specie di questa voce è: 2n = 18, 27 e 36.[11][25] 2n = 32.[4]
Sono elencati alcuni sinonimi per questa entità:[2]