Euphorbia celastroides | |
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Infiorescenza | |
Stato di conservazione | |
Classificazione APG IV | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
(clade) | Angiosperme |
(clade) | Mesangiosperme |
(clade) | Eudicotiledoni |
(clade) | Eudicotiledoni centrali |
(clade) | Superrosidi |
(clade) | Rosidi |
(clade) | Eurosidi |
(clade) | COM |
Ordine | Malpighiales |
Famiglia | Euphorbiaceae |
Sottofamiglia | Euphorbioideae |
Tribù | Euphorbieae |
Sottotribù | Euphorbiinae |
Genere | Euphorbia |
Specie | E. celastroides |
Classificazione Cronquist | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
Divisione | Magnoliophyta |
Classe | Magnoliopsida |
Ordine | Euphorbiales |
Famiglia | Euphorbiaceae |
Genere | Euphorbia |
Specie | E. celastroides |
Nomenclatura binomiale | |
Euphorbia celastroides Boiss. | |
Sinonimi | |
Chamaesyce celastroides |
Euphorbia celastroides Boiss. è una pianta della famiglia delle Euforbiacee endemica delle isole Hawaii[1], ove è nota come ʻakoko.
E. celastroides cresce in forma di arbusto o di piccolo albero alto circa 2 m.[2] Per crescere adeguatamente questa specie richiede temperature di 15 °C e leggera ombra.[3] Nell'estate assume un colore rosso-violetto e non perde le foglie in inverno, grazie al clima mite dell'ambiente ove normalmente vive. I fiori femminili hanno pistilli in tre parti su un ovario in tre parti, che produce normalmente tre (o, talvolta, anche più) semi.[3] La specie tollera sia il caldo che la siccità, ma è sensibile agli attacchi fungini. Il suo ciazio può trovarsi in infiorescenze corte o ramificate ed aperte oppure rimane nella foglia. Le foglie crescono in coppie verticali e possono avere una ricopertura pruinosa. Essa produce un frutto tondo verde o marrone, lungo da 2 a 4 mm, contenente semi grigio-marroni lunghi da 0.5[2]
La specie è un endemismo delle isole Hawaii.[1][4][5] La E. celastroides cresce in zone secche, sia sulle coste che nell'interno[6] ed è endemica nelle zone del polihale e del kanaio di Kauai and Maui.[7]
E. celastroides non è ancora stata esaminata dall'Unione internazionale per la conservazione della natura (IUCN).[8] Comunque, a causa della sua natura endemica, è molto vulnerabile alle minacce provenienti dall'uomo: due esempi di questo tipo di minaccia sono i veicoli a quattro ruote (che rompono le piante) e le specie introdotte (che competono per le risorse).[7]