Marco Fabrizio (Fabritio) Caroso (Sermoneta, tra il 1526 e il 1531 – dopo il 1605) è stato uno scrittore, compositore, coreografo e maestro di ballo italiano.
Ben poco si conosce della vita di Caroso, incerte sono anche le date di nascita (ipotizzata tra il 1526 e il 1531) e quella di morte (dopo il 1605)[1]. Egli dichiarò di esser stato sotto la protezione dei Caetani, un'importante famiglia di Sermoneta, influente anche a Roma, città ove sarebbe stato introdotto dai suoi protettori[1]. A Roma potrebbe aver trascorso gran parte della sua vita, esercitando la professione di maestro e teorico di ballo e di compositore, dedicando la maggior parte delle sue danze alla dame delle nobili famiglie cittadine[1].
Caroso fu l'autore di due grandi manuali di danza, considerati al giorno d'oggi una fonte fondamentale, in quanto spiegano i passi di danza e la musica impiegata nei balli della seconda metà del XVI secolo. In questi volumi vengono trattati ben oltre cento tipi di danze, tra le quali spiccano principalmente i balletti. L'importanza dell'opera di Caroso è resa evidente dal fatto che il suo secondo manuale, Nobiltà di Dame, fu usato per la composizione delle danze italiane fino al terzo decennio del XVII secolo.
Il primo manuale, intitolato Il Ballarino (edito a Venezia nel 1581), ebbe grandi lodi tra le quali è da annoverare un sonetto di elogio del Tasso. Il sonetto fu pubblicato in una successiva edizione dell'opera (Nobiltà delle Dame, Venezia 1605)[1]:
«Come ogni rio l'onor del corso rende
Al mar, così del ballo ogni dotta arte
A costui fa, che col bel piè comparte
Quanto il suo ingegno in carta ben distende.
Più d'ogni spirto ei vede e comprende
Se miri come dolce a parte a parte
Di toglier l'armi e la fierezza a Marte
Rinnova l'arte, e i cor ferisce e incede
O fortunato, che sì altera guida
Amor ti mostra, onde tu poi le ingegni
Or col spron, or col fren, mover natura.
E come l'arte a dar la vita ancida
Mille anime in un punto oggi tu insegni,
O nato in miglior anni in tal ventura.»
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