Figlio di Giovanni e Teresa Spadaro[1], Febo Mari nacque a Messina, il 16 gennaio 1881, da una famiglia aristocratica, i Rodriquez, baroni di lontane origini spagnole[2].
Laureatosi in lettere e filosofia[1], si trasferì a Milano per lavorare come recensore teatrale per una testata messinese. Ben presto decise di cambiare mestiere, entrò nel teatro, e iniziò lavorando come attore giovane in alcune affermate compagnie, tra cui quella di Sem Benelli. A 27 anni ebbe in mano la direzione del teatro milanese Manzoni[3].
Il 23 dicembre 1908 sposò una giovane attrice, Berta, detta Piera, Vestri, che, successivamente, lascerà per andare a vivere con l'attrice Nietta Mordeglia, conosciuta anche come Misa Mordeglia Mari, che potrà sposare solo l'8 ottobre del 1938, dopo la morte della prima moglie.
Iniziò la sua carriera come attore ed ebbe un grande successo nei primi anni dieci divenendo uno dei divi maschili del cinema muto italiano. A quell'epoca risalgono i film come Il fuoco (1915), tratto da un suo soggetto originale e da lui sceneggiato, e Tigre reale (1916) di Verga, diretti da Giovanni Pastrone; ma Febo Mari fu anche regista, soggettista e sceneggiatore.
Dopo aver diretto Il Critico (1913) e L'emigrante (1915), nel 1916 diresse Eleonora Duse nella sua unica interpretazione cinematografica, recitando accanto a lei il ruolo del protagonista, nel film Cenere, tratto dal romanzo di Grazia Deledda.
Dopo questo film, nel periodo dal 1916 al 1925, diresse e interpretò ben 14 film
^abNino Genovese, Febo Mari, Edizioni Papageno, Palermo 1998, pp. 31 e sgg.
^Ivi, pp. 31 e sgg. Da notare che il suo cognome nell'atto di nascita risulta scritto con la "q" (Rodriquez, perché tale era il nome della famiglia), ma nel certificato di morte diventa Rodriguez con la "g" (perché l'attore era riuscito ad ottenere il cambiamento anagrafico)
Franco La Magna, "La Sfinge dello Jonio. Catania nel cinema muto (1896-1930)", appendice di Roberto Lanzafame, prefazione di Aldo Bernardini, nota introduttiva di Fernando Gioviale, Algra Editore, Viagrande (Catania), 2016, ISBN 978-88-9341-032-8
G. Canova - Enciclopedia del cinema - Garzanti, 2005, ISBN 88-11-50516-X.