Fifa e arena | |
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Isa Barzizza in una scena del film | |
Titolo originale | Fifa e arena |
Paese di produzione | Italia |
Anno | 1948 |
Durata | 81 min |
Dati tecnici | B/N |
Genere | comico |
Regia | Mario Mattoli |
Soggetto | Steno, Marcello Marchesi |
Sceneggiatura | Steno, Marcello Marchesi |
Produttore | Nino Angioletti, Enrico Piermarini |
Casa di produzione | C.D.I., Metropa Film |
Distribuzione in italiano | C.D.I. |
Fotografia | Vincenzo Seratrice |
Montaggio | Giuliana Attenni |
Musiche | Pippo Barzizza |
Scenografia | Piero Filippone |
Costumi | Dario Cecchi |
Trucco | Giuliano Laurenti |
Interpreti e personaggi | |
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Doppiatori originali | |
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Fifa e arena è un film del 1948 diretto da Mario Mattoli. Il titolo è una parodia di Sangue e arena, di Rouben Mamoulian.
Napoli. Nicolino Capece lavora nella farmacia di famiglia gestita dalla zia Adele. La vicenda ha inizio quando, per un errore di stampa, la Gazzetta di Napoli pubblica una foto di Nicolino in un articolo dove egli è indicato e descritto come un serial killer specializzato nell'uccisione di donne, mentre in realtà la sua foto era destinata a un'inserzione pubblicitaria. Nicolino è costretto a fuggire, inseguito dai concittadini infuriati e dalle forze dell'ordine. Travestitosi da hostess, riesce a salire su un aereo diretto in Spagna. Sbarcato a Siviglia, viene riconosciuto da Cast, un altro assassino italiano che ha visto la stessa foto sul giornale. Cast progetta di fargli sedurre e sposare Patricia Cotten, una miliardaria americana pluridivorziata, per poi ucciderla e accedere al suo patrimonio. Nicolino, invaghitosi della bella americana, finge di essere un torero e rivaleggia con Paquito, un autentico matador, anche lui innamorato della stessa donna. Tra esilaranti colpi di scena, Nicolino, che George, l'amico di Patricia, ribattezza "Nicolete" per assonanza con Manolete, finisce addirittura per scendere nell'arena a toreare nonostante il suo terrore e la sua inesperienza. Con un astuto espediente e molta fortuna riuscirà a cacciarsi fuori dai guai e a sposare la bella miliardaria, dimostrando la propria vera identità e la propria innocenza.
Prodotto dalla Metropa Film di Enrico Piermarini, in associazione con la C. I. D., il film fu girato per gli interni negli stabilimenti della Scalera di Roma ed uscì in prima nazionale il 25 aprile 1948.
Arturo Lanocita su Il Nuovo Corriere della Sera del 4 gennaio 1949: «Fifa e arena, ossia Siviglia napoletanizzata, Totò e il suo protagonismo, spiegati al popolo iberico e applicato alle corride. È una piccola enciclopedia della paura ridicola, i lazzi, le smorfie e le contorsioni di un comico teatrale sono qui esasperati in una traduzione cinematografica che non senza emulare modelli celebri (le famose paure di Charlot perseguitato dagli omaccioni e dal destino, le paure insigni di Harold Lloyd appeso al grattacielo e di Buster Keaton percosso dai poliziotti), suscita risate. Strepitosi trucchi attenuano la presa di questo film, la lotta di Totò mutato in torero, con una bestia inferocita è troppo visibilmente un duello con un simulacro di legno».