«L'attacco milanista realizzò ben centosette reti, eguagliato da quello dell'Internazionale, che si classificò seconda a un solo punto dai sessanta del vincitore. I tre stranieri dello squadrone nerazzurro, l'ungherese Nyers, l'olandese Wilkes e il giovane svedese Skoglund, formavano con Lorenzi il reparto dei solisti, mentre il modesto Armano fungeva da ala "ritornante".»
Mentre il tecnico Aldo Olivieri succedeva a Cappelli in panchina[5][6], nell'autunno 1950 ebbe luogo la nomina a segretario del consiglio dirigenziale per Giuseppe Prisco[7][8]: una sconfitta a Busto Arsizio inficiò parzialmente l'altrimenti discreto avvio del campionato[9], con il neoacquisto svedese Skoglund a contribuire all'affermazione nel derby meneghino svoltosi il 12 novembre 1950.[10][11]
Espugnato in seguito anche il campo di Firenze — teatro dello screzio poi ricucito tra Lorenzi e Nyers per una facile occasione da gol malamente sciupata dal secondo —[12][13] i milanesi concludevano in testa il girone d'andata[14], subendo tuttavia la carica dei concittadini che fecero loro il primato nel mese di gennaio approfittando di una disfatta maturata in terra lariana per Franzosi e soci[15]; a Trieste l'Inter cadde nuovamente[16], col passivo ampliato addirittura a 5 punti una volta che la stracittadina del 25 marzo 1951 si era risolta in favore della capolista.[17]
L'ultima occasione per riaprire il campionato si presentò a Torino in giugno[18], ma una formazione già demotivata non si oppose ai granata se non dopo le notizie provenienti da San Siro coi padroni di casa battuti dalla Lazio[19]: la tardiva reazione portò solamente ad accorciare le distanze[20], col 2-1 finale che consegnava il titolo agli uomini di Czeizler per un margine limato a una sola lunghezza nella domenica conclusiva.[21][4]
^L'anticipo dell'incontro al sabato è stato disposto per decisione della Lega Calcio; cfr. Le squalifiche della Lega, in La Nuova Stampa, 22 marzo 1951, p. 4.