François-Louis Français nacque in una famiglia di umili condizioni e a quindici anni fu messo a fare il fattorino presso un libraio. Conobbe le asperità della vita, e dovette esprimere la sua grande passione per il disegno e la pittura facendo vignette e piccole illustrazioni e dipingendo sulle pietre. Quando la sua condizione finanziaria migliorò, egli poté recarsi a Parigi e studiare pittura sotto la guida di Jean Gigoux e di Jean-Baptiste Camille Corot, debuttando al "Salon" del 1837. Le sue prime opere tradivano una sorta di pesantezza narrativa, di cui peraltro egli si sbarazzò rapidamente. Il suo primo paesaggio, Une Chanson sous les saules, realizzato con la collaborazione di Henri Charles Antoine Baron, fu subito notato. Gli si debbono ancora Jardin antique, Le Parc de Saint-Cloud (con figure di Ernest Meissonier), Soleil couchant en Italie, La Fin de l'hiver, Le Ravin de Nepi.
Riapparve all'Esposizione universale del 1855 con le sue quattro tele più recenti e i quadri Sentier dans les blés e Le Ruisseau de Neuf-Pré, che rivelano quanto Français fosse un artista di prim'ordine. Fra le altre numerose opere importanti l'Orphée (1863), la tela più ammirata di Français, e quindi il suo Bois sacré, nella quale l'artista dipinge una vera festa della natura, un'alba di primavera. E poi: Environs de Paris, Environs de Rome (1866), le Regains (1868), Le Mont-Blanc visto da Saint-Cergues (1866), Vue prise aux Vaux-de-Cernay (1872), Souvenir de Nice (1873), Source, Terrasse à Nice (1874), Le Ravin du Puits-Noir, Le Ruisseau du Puits-Noir (1875), Le Miroir de Scey.
Nel 1884 Français espose L'Étang de Clisson, paesaggio pieno di freschezza poetica; nel 1885 fu la volta di Vue du bord du lac de Némi e di un piccolo Dessous de bois. Nel 1890, Français fu il primo paesaggista ad essere ammesso all'Accademia di belle arti, prendendo il posto di Joseph-Nicolas Robert-Fleury. In quello stesso anno ottenne la medaglia d'onore al Salon dei Champs-Elysées, dove aveva esposto due paesaggi.
Français illustrò numerose opere letterarie dei suoi tempi, in particolare il Robinson Crusoe, collaborò con diversi giornali e incise molti testi d'interpretazione, fra i quali quelli di Prosper Marilhat.
Fu nominato Cavaliere della Legion d'onore nel 1853, e promosso Ufficiale nel 1867.
Nel 1897, i suoi amici organizzarono una mostra che comprendeva i paesaggisti degli anni 1830 dell'École des beaux-arts di Parigi.
Nel 1901 a Plombières-les-Bains, sua città natale, un monumento (busto in bronzo su stele marmorea), opera dello scultore Émile Peynot, venne innalzato in sua memoria sul viale che porta il suo stesso nome: Avenue Louis-Français[24].
Il "Museo di belle arti, scienze e natura" di Plombières-les-Bains porta il suo nome.
L'Illustration, anno 55º, nº 2832, pag. 452 (necrologio)
La France illustrée, nº 1176, 12 giugno 1897, pag. 23.
AA. VV., Exposition Louis Français, catalogo della mostra, 1898.
André Girodie, «François-Louis Français», in Notes d'art et d'archéologie, Edizioni F. Ducloz, Montiers, 1902.
Aimé Gros, François-Louis Français: causeries et souvenirs, par un de ses élèves, Librerie-stamperie riunite, Parigi, 1902.
Anna Caputi, Raffaello Causa, Raffaele Mormone (a cura di), La Galleria dell'Accademia di Belle Arti in Napoli, Napoli, Banco di Napoli, 1971, SBNIT\ICCU\NAP\0178087.
Albert Ronsin (a cura di), Les Vosgiens célèbres. Dictionnaire biographique illustré, note biografiche di Pierre Heili, Edizioni Gérard Louis, Vagney, 1990. pag.149-150 - ISBN 2-907016-09-1
(FR) Bénézit, Dictionnaire critique et documentaire des peintres, sculpteurs, dessinateurs et graveurs de tous les temps et de tous les pays, Paris, Gründ, 1999, vol. 5, SBNIT\ICCU\VEA\0109000. Ad vocem.
Roland Conilleau, Louis Français, Peintre de la nature, 1814-1897, Edizioni Pierron, Sarreguemines, 1997.