Franco Arcalli

Franco Arcalli, detto Kim (Roma, 13 marzo 1929Roma, 24 febbraio 1978), è stato uno sceneggiatore, attore e montatore italiano.

Il suo stile di montaggio è caratterizzato da tagli secchi e sfasamenti temporali.

Nasce a Roma da una famiglia veneziana. Il cognome di suo padre era Orcalli, ma Franco viene registrato come Arcalli per un errore dell'ufficiale dell'anagrafe, che non verrà mai corretto. A cinque anni si sposta a Venezia dopo la prematura scomparsa del padre, ucciso dai fascisti, e collabora con i partigiani. Si sposa giovanissimo e nel 1952 nasce il suo unico figlio, Massimo.

Entra nel mondo del cinema nel 1954 come attore, interpretando una piccola parte in Senso di Luchino Visconti. Recita in altri due film, quindi intraprende la carriera di sceneggiatore e montatore grazie a Tinto Brass, con il quale collabora a un film di montaggio, Ça ira, il fiume della rivolta, che verrà proiettato alla Biennale di Venezia solo nel 1962 come opera prima di Brass. Il secondo lavoro con Tinto Brass è Chi lavora è perduto (In capo al mondo), in cui oltre a collaborare alla sceneggiatura, Arcalli interpreta un ex-partigiano che porta il suo stesso nome (Kim).

I lavori con Giulio Questi

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Da questa fortunata esperienza viene notato dal produttore Moris Ergas, che lo invita a tornare a Roma e a lavorare stabilmente per la sua casa di produzione (la Zebra Film), per la quale Arcalli monta, tra gli altri, Le soldatesse di Valerio Zurlini, e l'episodio Il passo girato da Giulio Questi per il film Amori pericolosi. Tra Kim e Giulio Questi nasce una profonda amicizia (verranno soprannominati da Enrico Ghezzi Jules e Kim, riecheggiando Jules e Jim di François Truffaut) che darà vita a un cinema particolare, abbastanza isolato dal contesto della produzione dell'epoca, poco riconosciuto dalla critica e poco sostenuto dalla distribuzione. Tutti i successivi film di Questi saranno montati e sceneggiati da Arcalli: Se sei vivo spara, La morte ha fatto l'uovo e Arcana.

Dopo il fallimento finanziario di Ergas, Kim lavora all'Italnoleggio Cinematografico, dove monta un secondo film per Zurlini (Seduto alla sua destra) e alcune commedie all'italiana.

È con il passaggio alla Euro International Film di Marina Cicogna che Arcalli si afferma come montatore "creativo", anziché come semplice tecnico. Significativi sono i suoi interventi su Metti, una sera a cena: nato come lavoro teatrale, rischiava di diventare noioso se montato in maniera lineare. Nelle mani di Arcalli il film acquisisce elementi di interesse proprio grazie alla successione delle sequenze, spesso giocate in rapporto alla musica o in rapporto ai contrasti tra un'inquadratura e l'altra.

Pur lavorando alle dipendenze della Euro International Film, Arcalli riesce ad avere potere di scelta sui film da montare: si lega pertanto ad autori come il padovano Salvatore Samperi e a figure prestigiose come Michelangelo Antonioni, Giuseppe Patroni Griffi, Eriprando Visconti. Curiosamente, non è lui a scegliere di lavorare per Bernardo Bertolucci, ma è quasi un'imposizione della casa di produzione, nella persona di Giovanni Bertolucci, cugino del regista. Il lavoro fatto per Il conformista sarà una vera e propria riscrittura del film alla moviola, in cui Kim "spezza" i lunghi piani-sequenza creati da Bertolucci e ne frammenta la struttura narrativa. Dagli inevitabili scontri dialettici sorti tra i due, nasce un grande sodalizio professionale che continua con i successivi Ultimo tango a Parigi e Novecento, ai quali Arcalli collabora anche come sceneggiatore, così come La luna, uscito postumo e pertanto solo sceneggiato, ma montato da Gabriella Cristiani, giovane montatrice da lui stesso tenuta a battesimo.

La sua collaborazione anche con Michelangelo Antonioni, in Zabriskie Point e Professione: reporter fa di Franco Arcalli il montatore più ricercato dai produttori italiani di un certo cinema "d'autore" di quegli anni. Notevole in questo senso è il suo apporto a Il portiere di notte di Liliana Cavani, film intessuto di richiami, flashback e sfasature temporali, ai quali il linguaggio di Arcalli impone un suo inimitabile ritmo.

Gli ultimi lavori

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L'insorgere di una grave malattia non gli impedisce di continuare a lavorare, talora in maniera febbrile, per portare a termine i progetti nei quali è coinvolto. In Il deserto dei Tartari dovrà farsi affiancare da Raimondo Crociani, ma continua intanto a lavorare alla sceneggiatura di C'era una volta in America, capolavoro di Sergio Leone, e de La luna, nei cui titoli di testa Bertolucci inserirà una significativa dedica.

Il decesso avviene forse nel momento del suo massimo splendore, lasciando molti progetti non realizzati, il più famoso dei quali è il montaggio di Apocalypse Now, che nelle sue mani sarebbe probabilmente diventato un film completamente diverso.

Franco Arcalli morì di cancro, a Roma il 24 febbraio 1978, a soli 48 anni.

Sceneggiatore

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Voci correlate

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Collegamenti esterni

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