Germán Gutiérrez Cueto (Città del Messico, 8 o 9 febbraio 1883 – Città del Messico, 14 febbraio 1975) è stato un artista messicano noto per le sue maschere e le sculture astratte, nonché primo esponente dell'astrattismo del suo Paese[1][2][3].
Germán Cueto nacque l'8 febbraio (stando ad altre fonti il 9 febbraio) 1893 a Città del Messico, da Paz Vidal e Javier Gutiérrez Cueto. Quest'ultimo proveniva da una famiglia intellettuale e influente della Cantabria imparentata con Matilde de la Torre e María Blanchard.[4][5]
Nel 1910, Germán Cueto fu costretto a interrompere gli studi di chimica a causa della rivoluzione messicana, e si rifugiò in Spagna.[1][4] In questo periodo conobbe lo scultore Fidencio Lucano Nava, che lo convinse a diventare un artista.[2] Quando tornò in Messico nel 1918, Cueto entrò nell'Accademia di San Carlo, ma decise di abbandonare presto l'istituto per il modello di insegnamento formalista che non apprezzava,[4] e andò a studiare a Parigi.[5]
Nel 1923, Cueto inaugurò il movimento artistico messicano estridentismo insieme a Manuel Maples Arce, Germán List Arzubide, Salvador Gallardo, Silvestre Revueltas, Jean Charlot, Edward Weston e Tina Modotti.[1] L'obiettivo dell'estridentismo, le cui ultime testimonianze risalgono ai primi anni trenta, era quello di riplasmare completamente la letteratura e l'arte.[2]
Dal 1927 al 1932, Cueto visse a Parigi, viaggiò in tutta Europa, e, anche grazie a Blanchard, fece la conoscenza di molti esponenti delle avanguardie, come Julio González, Otto van Rees, Angelina Beloff, Adam Fischer, Joaquín Torres García, Jacques Lipchitz e Constantin Brâncuși.[4][6][7] Cueto divenne membro della Cercle et Carré, della quale facevano parte Piet Mondrian, Jean Arp, Wassily Kandinsky e Georges Vantongerloo. Dopo la morte di María Blanchard nel 1932, l'artista messicano tornò in Messico con la famiglia e Angelina Beloff, che aveva da poco divorziato da Diego Rivera.[4]
In madrepatria, Cueto divenne un esponente della pittura locale, ma il suo stile si discostava da quello degli artisti del Paese sudamericano per le sue influenze europee.[8] Non gli piaceva l'esclusività della scena artistica in Messico, e per questo motivo tendeva a tenere le distanze dallo stile dei contemporanei messicani.[3][9] Cueto viene ricordato per essere stato l'artista messicano più vicino alle avanguardie del suo Paese.[1][3] Secondo qualcuno, egli ebbe maggiore risonanza in Europa che in Messico.[10][11]
Germán Cueto morì il 14 febbraio 1975, all'età di 83 anni a causa di un'insufficienza cardiaca.[5]
Cueto si specializzò nella creazione di maschere e sculture astratte in cavi, argilla, pietra, ferro, legno e altri materiali,[2][3][6] oltre a oli, acquerelli, vetri, ceramiche, smalti, collage, murali, disegni a inchiostro, sculture e alcune opere letterarie.[1]
Le sue prime opere risentono l'influenza del futurismo di Umberto Boccioni (come quest'ultimo sosteneva che le sculture possono essere create usando materiali non nobili come il legno) e dello stridentismo, che rifiutava ogni forma di accademismo e le convenzioni religiose.[4][5] Pertanto, le sue creazioni riflettevano una visione utopica e ottimistica del futuro.[3] In un secondo momento, dopo aver vissuto in Europa tra il 1927 e il 1932, epoca in cui si lasciò ispirare da Picasso, Brâncuși, Gargallo e Gris, Cueto si lasciò contaminare dal cubismo, il costruttivismo, e l'art déco. Come diretta conseguenza, i suoi manufatti assunsero connotati più selvaggi.[3][5][6]
La prima moglie di Cueto fu Lola Cueto che sposò nel 1919. Insieme vissero a Parigi per molti anni e diedero alla luce due figlie di nome Ana Maria e Mireya. Introdotta nel mondo dell'arte collaborando con i suoi genitori,[12] Mireya divenne una nota burattinaia, scrittrice e drammaturga, e vinse la Medaglia Bellas Artes.[13] Cueto in seguito ebbe un figlio, di nome Javier. Successivamente, l'artista sposò María Galán. La sua terza moglie fu Ester Echeverría.[9][14]
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