Segretaria d'azienda, nell'estate del 1947 venne eletta Miss Calabria e si classificò seconda al concorso di Miss Italia vinto da Lucia Bosè. Durante il concorso di bellezza, che vide la partecipazione di altre future protagoniste del cinema italiano, come Gina Lollobrigida, Silvana Mangano ed Eleonora Rossi Drago, fu notata dal regista Riccardo Freda che, nonostante fosse sposato, se ne innamorò e le propose dei film confezionati su misura per esaltarne la bellezza. L'anno successivo la vide quindi in una parte di spicco, quello della baronessa Lehmann ne Il cavaliere misterioso (1948). Fu subito un grande successo, con copertine sulle riviste più popolari. Con Freda, che per lei abbandonò la moglie, iniziò un intenso rapporto, dentro e fuori dal set. I due si trasferirono in Brasile dove girarono Guarany (1950) e O Caçula do Barulho (1949), ma la Canale, mal sopportando il Sudamerica, obbligò Freda a tornare in Italia dove, nonostante questi contrasti, lei continuò a essere la sua protagonista preferita.
Rotto il rapporto col regista, Gianna Maria Canale apparve ancora in numerosi altri peplum e cappa e spada, alcuni di co-produzione francese. L'ultimo suo film importante è stato Il boom di Vittorio De Sica nel 1963, nel ruolo della frivola moglie di Alberto Sordi; l'anno successivo abbandonò il mondo dello spettacolo. A seguito di un grave incidente stradale rimase temporaneamente sfigurata da una paresi facciale, e si ritirò sull'isola di Giannutri.[4]
Per oltre quattro decenni evitò le luci della ribalta. Con l'avanzare dell'età, la vita in una piccola isola priva di strutture e servizi, diventò disagevole: l'ex attrice si trasferì quindi a Sutri, dove morì il 13 febbraio 2009 a 81 anni.
Lydia Simoneschi in Il cavaliere misterioso, Il conte Ugolino, La vendetta di Aquila Nera, Teodora, imperatrice di Bisanzio, I vampiri (nel ruolo di Gisella du Grand), Il coraggio, Il corsaro della mezzaluna, La rivolta dei gladiatori, Maciste contro il vampiro, La regina delle Amazzoni, La Venere dei pirati, Il conquistatore di Corinto, I cavalieri del diavolo