Attore di teatro attivo per decenni sulle scene fu anche uno dei primi divi televisivi, protagonista di letture poetiche e di sceneggiati di grande successo.
L'adesione alla Repubblica Sociale non fu mai rinnegata da Albertazzi; la questione fu più volte argomento di polemica, ad esempio quando fu nominato alla guida del Teatro di Roma[2], o quando, qualche anno prima, gli era stato revocato all'ultimo momento un incarico come docente a contratto all'Università di Torino[3].
In più occasioni l'artista dichiarò di aver compiuto quella scelta per ragioni di famiglia e di ideale. Nel 1989 disse in un'intervista: «...scelsi, volutamente, la causa persa, per il piacere dell'avventura»[4]. Altrove spiegò: «Per chi come me aveva il mito non tanto del Duce ma di Ettore Muti, ucciso dai badogliani, di Italo Balbo, abbattuto nel cielo della Sirte, degli eroi della Folgore disfatti a El Alamein, la "parte legale", l'Italia, era quella. E io ho combattuto per l'Italia»[1].
Più tardi ulteriormente precisò: «Ho aderito alla Repubblica Sociale perché venivo fuori da una famiglia che aveva vissuto il fascismo, e per me e altri era la scoperta di una via socialista anticlericale e contro il re, e sono coscientissimo che, sia quelli che si sono schierati come me, sia quelli che hanno abbracciato un'ideologia partigiana volevano altrettanto sostenere una posizione di dignità, di morale e di fermezza [...]. L'identità che man mano m'è venuta fuori è quella di un anarchico di centro»[5][6].
Nel 1943 aderì alla Repubblica di Salò, ricoprendo il grado di sottotenente nella 3ª Compagnia della "Legione Tagliamento" - GNR, dopo aver sostenuto un corso di formazione di otto mesi presso la Scuola allievi ufficiali di Vicenza e poi di Lucca. Con la sconfitta della R.S.I. nel 1945 fu arrestato con l'accusa di aver comandato a Sestino, il 27 luglio 1944, il plotone di esecuzione del partigiano Ferruccio Manini, e di collaborazionismo. Fu rinchiuso nel Campo di concentramento di Coltano[7], trascorse due anni in carcere a Firenze, a Bologna e a Milano, per essere poi liberato nel 1947 a seguito della cosiddetta "amnistia Togliatti". Albertazzi dichiarò di essere stato prosciolto in fase di istruttoria dal Tribunale militare di Milano nel 1948 per non aver commesso il fatto[4] e non confermò mai la sua presenza nella 3ª Compagnia, 2º Plotone fucilieri del LXIII Battaglione "M", che operò nella sanguinosa repressione antipartigiana fra il settembre del 1944 e l'aprile del 1945.
Diplomato al liceo classico e laureato in architettura, si dedicò successivamente alla recitazione in fotoromanzi, in teatro, al cinema e in televisione, dove esordì nel gennaio 1954, appena 26 giorni dopo l'esordio della TV in Italia, recitando in diretta la tragedia di ShakespeareRomeo e Giulietta nel suo programma televisivo La prosa del venerdì.[8] L'anno successivo inaugurò la trasmissione Appuntamento con la novella, divenuta un appuntamento fisso della tv italiana.[8]
Nel 1997 collaborò con la cantante Giuni Russo in Verba Tango, spettacolo di musica contemporanea e poesia prodotto da Ezio Trapani. Sempre nello stesso anno ha interpretato, insieme con Franca Rame, il testo di Dario FoDiavolo con le zinne, portandolo al Festival di Taormina.[8] Nel 1999 portò sulle scene Borges in tango con gli allievi della Scuola di Volterra. Dal 2003 è stato direttore del Teatro di Roma, ruolo poi dismesso anni dopo.
Sua compagna sulla scena e nella vita (dopo un rapporto sentimentale con l'attrice Bianca Toccafondi) a partire dal 1956 è stata Anna Proclemer. Il 12 dicembre 2007 ha sposato a Roma, con rito civile, la nobildonna fiorentina Pia Tolomei di Lippa, sua compagna già da diverso tempo. Il matrimonio suscitò l'interesse delle cronache a causa della differenza d'età tra i due, 36 anni: 84 Albertazzi, 48 la neo-moglie.
Sempre nel 2009, per Rai 2, ha registrato una lettura della Divina Commedia fra le rovine del centro storico dell'Aquila, in seguito al terremoto del 6 aprile. Il 1º settembre 2013 ha ricevuto la cittadinanza onoraria di Ricadi.
Nel 2014 ha preso parte alla decima edizione di Ballando con le stelle su Rai 1, diventando il concorrente più anziano di tutte le edizioni internazionali del programma, superando l'attrice Cloris Leachman che nel 2008, all'età di 82 anni, aveva partecipato all'edizione americana. Nella stagione 2014-2015 al Teatro Ghione è stato interprete di Il mercante di Venezia insieme con Franco Castellano.
Dopo la sua morte, l'Istituto bergamasco per la storia della Resistenza ha pubblicato sul suo sito una critica dal titolo Gli elogi funebri a Giorgio Albertazzi[11].
Prese parte come testimonial ad alcuni numeri della rubrica pubblicitaria televisiva Carosello: nel 1958 e 1959, per la pastina glutinata Barilla, nel 1963 (solo voce), per la Durban's; nel 1964, insieme ad Anna Proclemer, per l'Idrolitina della Gazzoni; nel 1968 per le confezioni Sanremo.[12]
Poesie e pensieri, a cura di Pia Tolomei di Lippa, Mariangela D'Abbraccio, Eugenio Murrali, Walter Veltroni, Bologna, Cue Press, 2020. ISBN 9788855100465.
«Attore, Sceneggiatore e Regista. Uno dei più grandi interpreti del repertorio classico e moderno. Attualmente direttore della Scuola di Teatro a Bagni di Lucca.» — 2 aprile 2002[16]
^abDonata Gianeri, "Albertazzi con nostalgia", La Stampa, 13 febbraio 1989
^Repubblica.it, L'incontro, di Rodolfo Di Giammarco, 27 maggio 2007
^.
Il concetto fu espresso in forma più articolata in dichiarazioni raccolte in Corriere.it, Cazzullo, cit.: «Voltare gabbana, mai. Le stesse cose che mi avevano spinto a Salò, l'anticlericalismo, l'idea sociale della Carta del lavoro e della partecipazione dei lavoratori agli utili delle aziende, l'istinto dell'anarchia e della libertà, nel dopoguerra mi spingevano a impegnarmi con la sinistra»
^Gian Antonio Stella, "Pagare il conto del fascismo", Corriere della Sera, 11 marzo 2023, p. 30, vedi: Gianni Oliva, Il purgatorio dei vinti. La storia dei prigionieri fascisti nel campo di Coltano, Collezione Le Scie, Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 2023.
Michela Zaccaria, voce Giorgio Albertazzi, in A.M.At.I - Archivio Multimediale dell'Attore italiano, Firenze, Firenze University Press, 2009 ISBN 978-88-66552345 (amati.fupress.net)