Il Giro d'Italia 2001, ottantaquattresima edizione della "Corsa Rosa", si svolse in 21 tappe precedute da un cronoprologo iniziale dal 19 maggio al 10 giugno 2001, per un percorso totale di 3 364,1 km. Fu vinto da Gilberto Simoni, davanti agli spagnoli Abraham Olano e Unai Osa.
Fu trasmesso in tv su Rai Tre e alla radio su Rai Radio 1. Questa edizione vede l'esordio come telecronista di Auro Bulbarelli, che nelle due precedenti edizioni si occupò dei collegamenti da una delle due motocronaca.
Ventidue tappe ed un solo giorno di riposo per l'edizione numero 84 del Giro. Dopo il prologo iniziale di Pescara, vinto da Rik Verbrugghe alla media record di 58,874 km/h, e le prime tre tappe adatte ai velocisti, i primi attacchi arrivarono nella tappa del Santuario di Montevergine di Mercogliano: vinse Danilo Di Luca, la maglia rosa andò a Dario Frigo mentre alcuni dei favoriti, tra cui Garzelli e Gotti, persero secondi preziosi; il tedesco Jan Ullrich lasciò addirittura 8'35" per strada.[1] Frigo rimase al comando della generale per altri otto giorni, ma nel tappone dolomitico del 1º giugno dovette cedere il simbolo del primato: sulla Marmolada crollarono Garzelli e Pantani, sul Pordoi se ne andò Simoni, che poi lasciò la vittoria al compagno di fuga Julio Alberto Pérez Cuapio, andando a vestire di rosa. Frigo provò a riprendersi la maglia nella cronometro di Salò, vinta guadagnando però soli 29" su Simoni,[1] che da quel momento in poi puntò a controllare la corsa.
Il 1 Giugno la Guardia di Finanza di Padova scopre nel camper del suocero di Ivan Gotti a Molina di Fiemme (TN) una farmacia di medicinali proibiti, molti dei quali sprovvisti di etichetta.
Nella nottata tra il 6 e il 7 giugno, prima del via della diciottesima tappa, quella da Imperia al Santuario di Sant'Anna di Vinadio, militari della Guardia di Finanza di Padova e agenti del NAS dei Carabinieri di Firenze effettuarono lunghe perquisizioni anti-doping negli alberghi delle squadre.[1] Nella stanza di Dario Frigo, in quel momento secondo in classifica generale a 15" da Simoni, vennero rinvenute sostanze dopanti; il ciclista fu sospeso dalla sua squadra, la Fassa Bortolo, e successivamente squalificato. La frazione del 7 giugno alla fine non si disputò a causa del rifiuto dei corridori di mettersi in sella dopo le perquisizioni: si ripartì da Alba, Simoni consolidò il suo vantaggio vincendo in solitaria la tappa con arrivo ad Arona e concluse la corsa con un margine di 7'31" sul primo inseguitore, lo spagnolo Abraham Olano.[2]
- Risultati
- Risultati
- Risultati
- Risultati
- Risultati
- Risultati
- Risultati
- Risultati
- Risultati
- Risultati
- Risultati
- Risultati
- Risultati
- Risultati
- Risultati
- 3 giugno: Sirmione > Salò – Cronometro individuale – 55,5 km
- Risultati
- Risultati
- Risultati
Annullata
- Risultati
- Risultati
- Risultati
- Pier Bergonzi, Elio Trifari (a cura di), Un secolo di passioni - Giro d'Italia 1909-2009, Il libro ufficiale del centenario, Milano, Rizzoli, 2009.