Laureata all'Università di Roma nel 1936 sotto la guida di Giuseppe Tucci, arriva in Giappone come studente di scambio e si specializza nell'Università di Kyōto in lingua giapponese e in storia dell'arte del buddhismo. Dopo due anni rientra in patria e insegna all'Università di Napoli, ma dopo un anno torna in Giappone con una borsa di studio del Kokusai bunka shinkōkai (oggi Japan Foundation).
Fra il 1936 e il 1940 è attivissima con collaborazioni giornalistiche, tra cui un reportage di viaggio sulla Corea per la Gazzetta del Popolo e per il Giornale d'Italia, uno sul Giappone del nord e gli Ainu. Durante la seconda guerra mondiale lavora presso l'ambasciata d'Italia in Giappone e poi presso l'Istituto italiano di cultura.
Al termine del conflitto, insegna italiano all'Università di Lingue straniere di Tōkyō e dal 1948, fondata la società Italifilm, si dedica all'importazione di film italiani, rendendo familiare ai cinefili giapponesi il neorealismo con opere quali Roma città aperta, Ladri di biciclette, Paisà ed altri.
«Arrivai a casa depresso; avevo sì e no la forza di aprire la porta. Ma ecco che arriva di corsa mia moglie. “Congratulazioni!”. Non potei fare a meno di irritarmi. Chiesi. “Per cosa?” “Rashōmon ha vinto il primo premio!” Rashōmon aveva vinto il Leone d’oro alla mostra internazionale del cinema di Venezia e io non dovevo più mangiare il riso freddo. Una volta di più era comparso un angelo, sbucando da chissà dove: io nemmeno sapevo che Rashōmon fosse stato presentato alla mostra del cinema di Venezia. La rappresentante di Italiafilm per il Giappone, Giuliana Stramigioli, l’aveva visto e l’aveva raccomandato al festival. Fu come versare acqua nelle orecchie addormentate dell’industria cinematografica giapponese. In seguito Rashōmon vinse l’Oscar per il miglior film straniero. I critici giapponesi insistettero che i due premi erano semplice conseguenza della curiosità degli occidentali e del loro gusto per l’esotismo; questa reazione mi sembrò aberrante allora come oggi.[1]»
Tornata in Italia in via definitiva nel 1965, Giuliana Stramigioli ottiene subito l'incarico, sostituendo Marcello Muccioli (1898-1976), di insegnare Lingua e letteratura giapponese all'Università di Roma "La Sapienza", incarico che mantenne fino al 1985[2][3].
Hideyoshi's Expansionist Policy on the Asiatic Mainland, in Transactions of the Asiatic Society of Japan, 3ª serie, vol. III, Tokyo, 1954, pp. 74–116.
Hōgen monogatari, traduzione, I parte, in Rivista degli Studi Orientali [RSO], vol. XLI, fasc. III, Roma, 1966, pp. 207–271.
II parte, ivi, vol. XLII, fasc. II, Roma, 1967, pp. 121–183.
III parte, ivi, vol. XLII, fasc. IV, Roma, 1967, pp. 407–453.
A Few Remarks on the Masakadoki, Chronicle of Taira no Masakado, Studies on Japanese Culture, Atti della Conferenza Internazionale di Studi Giapponesi tenutasi a Tokyo e Kyoto, 18-25 novembre 1972, vol. I, Tokyo, P.E.N. Club, 1973, pp. 129–133.
Preliminary Notes on Masakadoki and the Taira no Masakado Story, in Monumenta Nipponica, vol. XXVIII, n. 3, Tokyo, 1973, pp. 261–293.
Masakadoki to Taira no Masakado no jojutsu ni tsuite no kenkyū josetsu in Koten isan. n. 26, 5, 1975, pp. 1–30.
Heiji monogatari, prima traduzione in lingua occidentale, I parte, in Rivista degli Studi Orientali [RSO], vol. XLIX, fasc. III-IV, Roma, 1975, pp. 287–338.
II e III parte, ivi, vol. XI, fasc. II, Roma, 1977, pp. 205–279.
Masakadoki ni kansuru ni san no mondai teiki, in Bungaku, vol. 47-1, Tokyo, 1979, pp. 77-84.
Masakadoki (Traduzione), in Rivista degli Studi Orientali, vol. LIII, fasc. III-IV, Roma, 1979, pp. 1-69.
voci: Giappone (letteratura) pp. 65-67, Giappone (archeologia) pp. 67-68 [3], Kawabata pp. 282-285, Mishima pp. 483-484, in vol. GE-PI, 1979; – Tange Kenzo p. 576, Tanizaki p. 576 in vol. PL-Z, 1981.
Encyclopedia of Japan, Tokyo, Kodansha, 1983
voci: Shōmonki, Taira no Masakado, vol. 7, pp. 165 e 301.
^Kurosawa, cit. pp. 244-245. Si vedano anche Nihon Eiga [1] e Horvat, cit.
^Purtroppo la stampa italiana ha continuato a ignorare sia il ruolo dirigenziale di Giuliana Stramigioli all'interno della Italifim che la sua formazione accademica e scientifica per decenni: la Repubblica, per esempio, la definì "oscura impiegata" della sua stessa società, cfr. [2]
Burdett Charles, Journeys Through Fascism: Italian Travel-Writing between the Wars, New York; Oxford, Berghahn Books, 2007, cfr. pp. 263 e 270.
Dittmer Lowell, Kim Samuel S., China's Quest for National Identity, Cornell University Press, 1993, cfr. p. 57
Horvat Andrew, Rashomon perceived: The challenge of forging a transnationally shared view of Kurosawa’s legacy, in Blair Davis, Robert Anderson and Jan Walls (eds), Rashomon effects : Kurosawa, Rashomon and their legacies, Routledge, 2016, pp.45-54
Kublin, Hyman, The evolution of Japanese colonialism, "Comparative Studies in Society and History", 1959, 2.01, pp. 67-84.
La Rocca, Teresa Ciapparoni, Giuliana Stramigioli (1914-1988): donna, manager e docente, in Andrea Maurizi e Teresa Ciapparoni La Rocca (a cura di), La figlia occidentale di Edo. Scritti in memoria di Giuliana Stramigioli, Roma, FrancoAngeli, 2012, pp. 59-72
Orsi, Maria Teresa, Giuliana Stramigioli (1914-1988), "Rivista degli Studi orientali", nn. 62-63, 1990, pp. 143-145
Scalise, Mario, L'Associazione italiana per gli studi giapponesi, in Italia Giappone – 450 anni, a cura di Adolfo Tamburello, Roma-Napoli, Istituto italiano per l'Africa e l'Oriente-Università degli studi di Napoli «L'Orientale», 2003, pp. 697-698
Steenstrup, Carl, Notes on the Gunki or Military Tales: Contributions to the Study of the Impact of War on Folk Literature in Premodern Japan, "Comparative Civilizations Review" 4 (1980), pp. 1–28.