Giuseppe Apolloni (Vicenza, 8 aprile 1822 – Vicenza, 31 dicembre 1889) è stato un compositore italiano.
Si formò a Vicenza dove visse fino al 1848, laureandosi in legge e studiando musica con Andrea Casalini e Francesco Canedi[1] (o Cannetti[2]). Quindi si trasferì a Firenze per motivi politici.[2]
Tornato a Vicenza nel 1852, si dedicò alla composizione, scrivendo per il Teatro Eretenio la sua prima opera, Adelchi, rappresentata il 14 ottobre 1852, e per Venezia L'ebreo (25 gennaio 1855, Teatro La Fenice), che ottenne molto successo[2], tanto che anche l'opera precedente venne riproposta il 26 dicembre 1856. L'ebreo venne in seguito rappresentato anche in altre città e all'estero[2] (Odessa, 1867/68).
Le altre tre opere di Apolloni (Pietro D'Abano, Venezia 1856; Il conte di Königsmark, Firenze 1866; Gustavo Wasa, Trieste 1872) ebbero molto meno successo.
Apolloni compose anche I canti dell'Appennino, una rapsodia sinfonica su temi popolari, e alcune composizioni sacre. Uno Stabat mater, lasciato incompiuto e terminato da altri musicisti, venne eseguito al Teatro Eretenio di Vicenza all'inizio del 1890 come commemorazione di Apolloni.[3]
François Fétis[4] nella sua Biographie universelle des musiciens, scrisse che L'Ebreo aveva affascinato il pubblico con il suo vigore e l'abbondanza d'ispirazione, che però Apolloni, musicista d'istinto limitato da una formazione mancante di solidità, non aveva saputo rinnovare nelle opere successive.
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