Di origine contadina, nato in una piccola località nei pressi di Spoleto, Giuseppe Campani si stabilì in giovane età a Roma, dove imparò a smerigliare le lenti presso i suoi due fratelli, noti nel campo dell'orologeria: Matteo, parroco a S. Tommaso e appassionato di meccanica, e Pier Tommaso, orologiaio di professione. A Roma Giuseppe imparò a molare lenti e, con i suoi due fratelli, costruì un orologio silenzioso che, dopo essere stato presentato al papa Alessandro VII, procurò loro grande notorietà.[1]
In seguito, Giuseppe Campani si dedicò a tempo pieno alla costruzione di lenti, e per circa 50 anni costruì telescopi ottici e lenti per persone e istituzioni importanti, fra cui l'Osservatorio Reale di Parigi, diretto a quell'epoca da Cassini. Nel 1664 creò un proprio laboratorio nel quale costruì lenti e telescopi di grande lunghezza focale, costruendoli in legno in luogo della carta comunemente utilizzata. Migliorò anche i tubi di legno dei suoi telescopi, ricoprendoli con cuoio, con una tecnica che sarebbe stata seguita sino al XIX secolo. Sebbene piuttosto ingombranti, i suoi telescopi sono durati a lungo. A lui si deve anche l'invenzione di microscopi con messa a fuoco attuata per mezzo di un profilo elicoidale, più preciso del sistema a scorrimento ed attrito utilizzato sino allora. Ideò anche un oculare che porta il suo nome.
Egli stesso utilizzò i suoi telescopi per osservazioni astronomiche: tra il 1664 ed il 1665 osservò i satelliti di Giove e gli anelli di Saturno. Dibatté col suo rivale Eustachio Divini,[2] anch'egli costruttore di telescopi a Roma e anch'egli autore di osservazioni astronomiche, la priorità nell'osservazione delle macchie di Giove.
Lettera di Giuseppe Campani intorno all'ombre delle stelle medicee nel volto di Gioue, ed altri noui fenomeni celesti scoperti co' suoi occhiali. Al Signor Gio. Domenico Cassini, Roma, nella Stampa di Fabio de Falco, 1665.
^ Giorgio Gregato e Luigi Pippa, Un raro 'Notturno' di Giuseppe Campani, in La Voce di Hora, n. 20, giugno 2006. URL consultato il 25 aprile 2006 (archiviato dall'url originale il 25 febbraio 2008).
Carlo Antonio Vanzon, Campani, in Dizionario universale della lingua italiana, ed insieme di geografia (antica e moderna), mitologia, storia (sacra, politica ed ecclesiastica), preceduto da un'esposizione grammaticale ragionata della lingua italiana, Livorno, 1828-1842, p. 96.
Giuseppe Monaco, Un parere di Francesco Bianchini sui telescopi di Giuseppe Campani. Firenze, L. S. Olschk, 1983
Silvio A. Bedini (a cura di), Discorso intorno a' suoi muti orioli (1660), con l'aggiunta della Lettera di Pier Tommaso Campani nella quale dimostra l'origine e l'artificio dell'oriolo, Milano, Il polifilo, 1983.
Marco Tappi, Ricerca storica sulle realizzazioni ottiche di Giuseppe Campani. Tesi di laurea in Fisica, Università degli studi di Bologna, Facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali, rel. Giorgio Dragoni, a.a. 1977-78,
Anatolio Egidi, I Fratelli Campani da Castel San Felice, Vita e opere di tre inventori post-galileiani. Associazione Amici di Spoleto, Collana della memoria n. 10. Spoleto, 2011.
Anatolio Egidi (a cura di), Matteo Campani de'Alimenis, Pietro Tommaso Campani, Giuseppe Campani. OPERA VARIA Horologica@Microscopica 1660-1705, Sant'Anatolia di Narco, 2013.