Giuseppe Lombardi | |
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Nascita | Dronero, 11 maggio 1886 |
Morte | Roma, 25 marzo 1978 |
Dati militari | |
Paese servito | Italia |
Arma | Regia Marina |
Anni di servizio | 1905-1946 |
Grado | Ammiraglio di Divisione |
Guerre | Guerra italo-turca Prima guerra mondiale Crisi di Corfù Seconda guerra mondiale |
Battaglie | Presa di Tripoli Operazione Agreement |
Decorazioni | Medaglia d'Argento al Valor Militare Croce di Guerra al Valor Militare Ordine Militare di Savoia |
Studi militari | Regia Accademia Navale di Livorno |
Fonte: Dizionario Biografico Uomini della Marina 1861-1946 | |
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Giuseppe Lombardi (Dronero, 11 maggio 1886 – Roma, 25 marzo 1978) è stato un ammiraglio italiano.
Nato a Dronero, in provincia di Cuneo, nel 1886, da Felice e Marianna Revelli, Lombardi entrò nell'Accademia Navale di Livorno nel 1905, uscendone tre anni dopo con il grado di guardiamarina.[1] Con il grado di sottotenente di vascello, prese parte alla guerra italo-turca, distinguendosi a Tripoli, dove combatté nella compagnia da sbarco della corazzata Sicilia, e ricevendo una Medaglia d'Argento al Valor Militare.[1] Fratello maggiore dei generali Giacomo Lombardi (alpini) e Carlo Lombardi (cavalleria), famoso il primo per aver comandato la div. di fanteria "Bresca" nel 1942, in Cirenaica e il secondo la fanteria della 3ª divisione celere in Russia nel 1941/1942.
Durante la prima guerra mondiale Lombardi, con il grado di tenente di vascello, fu comandante in seconda del cacciatorpediniere Francesco Stocco; durante il conflitto ricevette una Croce di Guerra al Valor Militare.[1] Nel 1923, divenuto capitano di corvetta, partecipò allo sbarco a Corfù durante la crisi tra Italia e Grecia.[1] Successivamente, promosso a capitano di fregata, fu comandante dell'esploratore Luca Tarigo e poi, dal 1932 al 1935, addetto navale in Spagna e Portogallo.[1]
Dopo la promozione a capitano di vascello, Lombardi divenne comandante dell'esploratore Quarto e del Comando Superiore Navale Estremo Oriente.[1] Comandò poi l'incrociatore Bari in Mar Rosso ed in seguito, tra il 1935 ed il 1937, l'incrociatore pesante Bolzano e l'incrociatore leggero Emanuele Filiberto Duca d'Aosta.[1] Nel 1938 fu promosso a contrammiraglio e nominato comandante dell'Arsenale Militare Marittimo della Spezia; in seguito divenne comandante militare marittimo del Dodecaneso, con sede a Rodi.[1]
Rimpatriato nel 1940, fu promosso ad ammiraglio di divisione quando l'Italia era già entrata nella seconda guerra mondiale.[1] Per circa un anno fu a capo del servizio informazioni della Regia Marina (Servizio informazioni segrete, SIS); poi fu posto al comando dell'VIII Divisione Navale, partecipando a diverse missioni di guerra.[1] Nel novembre 1941 la sua nave ammiraglia, l'incrociatore leggero Luigi di Savoia Duca degli Abruzzi, venne gravemente danneggiata da aerosiluranti durante una missione di scorta a convogli diretti in Libia.[2]
Nel 1942, Lombardi venne nominato Comandante Superiore della Marina in Libia, con sede a Tobruk.[1] In tale ruolo, tra il 13 ed il 14 settembre 1942, diresse la resistenza italo-tedesca ad un colpo di mano britannico volto ad occupare temporaneamente Tobruk, noto come Operazione Agreement; le forze sotto il suo comando respinsero tutti gli attacchi da terra e dal mare, decretando il completo fallimento di "Agreement" ed infliggendo agli attaccanti quasi 1400 perdite, al costo di 66 tra morti e feriti.[1][3] Per questa vittoria, Lombardi fu decorato con la croce di cavaliere dell'Ordine Militare di Savoia.[1]
Nell'agosto 1943, gli fu affidato il Comando Militare Marittimo della Grecia Occidentale (Marimorea), con sede a Patrasso.[1] Dopo l'armistizio dell’8 settembre 1943, mentre le forze tedesche muovevano per occupare Patrasso e la zona circostante, Lombardi ordinò la partenza di tutte le navi presenti nei porti di sua giurisdizione, che poterono raggiungere quasi tutte l'Italia; successivamente, posto di fronte alla scelta di collaborare con i tedeschi ed aderire alla Repubblica di Salò, rifiutò ogni collaborazione, insieme a tutto il personale dipendente.[1][4] Fu quindi dichiarato prigioniero di guerra ed inviato nel campo di prigionia di Schokken, in Polonia.[1][5] Vi rimase fino al gennaio 1945, quando fu liberato dall'Armata Rossa; venne rimpatriato nel 1946.[1][6]
Nello stesso anno, Lombardi fu posto in ausiliaria, venendo promosso ad ammiraglio di squadra nel 1952.[1] Si trasferì poi in Argentina, dove svolse l'incarico di console d'Italia a Tucuman; tornò in Italia nel 1957.[1] Morì a Roma nel 1978.[1]