Il nome del genere (Gymnanthemum) deriva dal greco"gymnos" ( = nudo) e "anthos" ( = fiore) a fa riferimento alla mancanza di pagliette del ricettacolo.[3]
Il nome scientifico del genere è stato definito per la prima volta dal botanico Alexandre Henri Gabriel de Cassini (1781-1832) nella pubblicazione " Bulletin des Sciences, par la Société Philomatique" ( Bull. Sci. Soc. Philom. Paris 1817: 10) del 1817.[4]
Le piante di questa voce hanno un habitusarbustivo o arboreo. Sulla superficie di queste piante sono presenti peli di vari tipo: semplici, spuntati, stellati, fusiformi o contorti; sono presenti anche pubescenze feltrate; raramente sono presenti peli asimmetrici a forma di "T".[5][6][7][8][9][10][11]
Le foglie sono disposte in modo alterno con piccioli brevi o lunghi e alati. La lamina in genere è intera con forme variabili da ovate a ellittiche con apici acuminati e base attenuata. Le venature normalmente sono pennate. I margini sono continui o dentati. La superficie può essere pubescente o glabra (quella inferiore a volte è tomentosa).
L'infiorescenza è formata da capolini discoidi, omogami e peduncolati in formazioni densamente corimbose in posizioni sia terminali che ascellari. La struttura dei capolini è quella tipica delle Asteraceae: un peduncolo sorregge un involucro con forme da campanulate a ovoidi composto da 25 - 35 brattee disposte su 4 - 5 serie embricate e scalate che fanno da protezione al ricettacolo sul quale s'inseriscono i fiori di tipo tubuloso. Le brattee dell'involucro, persistenti o decidue (quelle più interne), hanno delle forme più o meno lanceolate a volte con margini ialini; la consistenza è erbacea/coriacea. Il ricettacolo normalmente è privo di pagliette (ricettacolo nudo).
Corolla: la corolla, formata da un tubo cilindrico terminanti in 5 lobi riflessi, può essere pubescente per peli ghiandolosi. Il colore varia da viola a bianco.
Androceo: gli stami sono 5 con filamenti liberi e distinti, mentre le antere sono saldate in un manicotto (o tubo) circondante lo stilo.[13] Le antere, prive di ghiandole, alla base sono ampiamente codate. Le appendici basali hanno una consistenza soda e sono glabre. Il polline può essere di tipo tricolporato, ossia con tre aperture sia a fessura che a poro; può essere inoltre echinato (con punte)[14]; in genere è sia "lophato"che non lophato.
Gineceo: lo stilo è filiforme con la base priva di nodi o, se presenti, sono minuti. Gli stigmi dello stilo sono due lunghi e divergenti; sono sottili, pelosi (peli a spazzola e smussati) e con apici acuti. L'ovario è inferouniloculare formato da 2 carpelli. Gli stigmi hanno la superficie stigmatica interna (vicino alla base).[15]
I frutti sono degli acheni con pappo. Gli acheni, con forme da subaffusolate a obovate, hanno 5 - 10 coste con superficie glabra o sericea (peli uniseriati). All'interno si può trovare del tessuto di tipo idioblasto e corti rafidi ma anche allungati (o mancanti); non è presente il tessuto tipo fitomelanina. Il pappo è formato da due serie di setole capillari persistenti frammiste a squamelle.
Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
Dispersione: i semi (gli acheni) cadendo a terra sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria). In questo tipo di piante avviene anche un altro tipo di dispersione: zoocoria. Infatti gli uncini delle brattee dell'involucro si agganciano ai peli degli animali di passaggio disperdendo così anche su lunghe distanze i semi della pianta.
La famiglia di appartenenza di questa voce (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) probabilmente originaria del Sud America, è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23 000 specie distribuite su 1 535 generi[16], oppure 22 750 specie e 1 530 generi secondo altre fonti[17] (una delle checklist più aggiornata elenca fino a 1 679 generi)[18]. La famiglia attualmente (2021) è divisa in 16 sottofamiglie.[1][8][9]
Le specie di questo gruppo appartengono alla sottotribù Gymnantheminae descritta all'interno della tribù Vernonieae Cass. della sottofamiglia Vernonioideae Lindl.. Questa classificazione è stata ottenuta ultimamente con le analisi del DNA delle varie specie del gruppo.[19] Da un punto di vista filogenetico in base alle ultime analisi sul DNA la tribù Vernonieae è risultata divisa in due grandi cladi: Muovo Mondo e Vecchio Mondo. I generi della sottotribù Gymnantheminae appartengono al subclade relativo all'Africa tropicale comprese le Hawaii (l'altro subclade africano comprende soprattutto specie meridionali).[9]
La sottotribù, e quindi i suoi generi, si distingue per i seguenti caratteri:[8]
le brattee interne dell'involucro talvolta sono decidue;
il polline non è di tipo triporato;
le antere sono prive di ghiandole;
le piante sono in prevalenza paleotropicali (avventizie in America).
In precedenza la tribù Vernonieae, e quindi la sottotribù (Gymnantheminae) di questo genere, era descritta all'interno della sottofamiglia Cichorioideae.[9]
I caratteri distintivi per le specie di questo genere ( Gymnanthemum) sono:[8]
le foglie hanno delle venature pennate;
la base dello stilo è priva di nodi o, se presenti, sono minuti.
Kadereit J.W. & Jeffrey C., The Families and Genera of Vascular Plants, Volume VIII. Asterales., Berlin, Heidelberg, 2007.
V.A. Funk, A. Susanna, T.F. Steussy & R.J. Bayer, Systematics, Evolution, and Biogeography of Compositae, Vienna, International Association for Plant Taxonomy (IAPT), 2009.
Judd S.W. et al, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, ISBN978-88-299-1824-9.
Sukhonthip Bunwong, Pranom Chantaranothai e Sterling C. Keeley, Revisions and key to the Vernonieae (Compositae) of Thailand, in PhytoKeys, vol. 37, 2014, pp. 25-101.