Hieracium lachenalii

Come leggere il tassoboxProgetto:Forme di vita/Come leggere il tassobox
Come leggere il tassobox
Sparviere comune
Hieracium lachenalii
Classificazione APG IV
DominioEukaryota
RegnoPlantae
(clade)Angiosperme
(clade)Mesangiosperme
(clade)Eudicotiledoni
(clade)Eudicotiledoni centrali
(clade)Superasteridi
(clade)Asteridi
(clade)Euasteridi
(clade)Campanulidi
OrdineAsterales
FamigliaAsteraceae
SottofamigliaCichorioideae
TribùCichorieae
SottotribùHieraciinae
GenereHieracium
SottogenereHieracium sect. Vulgata
SpecieH. lachenalii
Classificazione Cronquist
DominioEukaryota
RegnoPlantae
DivisioneMagnoliophyta
ClasseMagnoliopsida
SottoclasseAsteridae
OrdineAsterales
FamigliaAsteraceae
SottofamigliaCichorioideae
TribùCichorieae
SottotribùHieraciinae
GenereHieracium
SottogenereHieracium sect. Vulgata
SpecieH. lachenalii
Nomenclatura binomiale
Hieracium lachenalii
Suter, 1802
Sinonimi

Sparviere di Lachenal

Lo sparviere comune (nome scientifico Hieracium lachenalii Suter, 1802) è una specie di pianta angiosperma dicotiledone della famiglia delle Asteraceae.[1][2]

Il nome generico (Hieracium) deriva dalla parola greca hierax o hierakion (= sparviere, falco). Il nome del genere è stato dato dal botanico francese Joseph Pitton de Tournefort (1656 - 1708) rifacendosi probabilmente ad alcuni scritti del naturalista romano Gaio Plinio Secondo (23 - 79) nei quali, secondo la tradizione, i rapaci si servivano di questa pianta per irrobustire la loro vista.[3][4] L'epiteto specifico (lachenalii) è stato dato in onore del botanico di Basilea W. de Lachenal.[5]
Il binomio scientifico della pianta di questa voce è stato proposto dal botanico Johann Rudolf Suter (1766-1827), nella pubblicazione "Helvetiens flora, worinn alle im Hallerischen werke enthaltenen und seither neuentdeckten Schweizer Pflanzen nach Linné's method aufgestellt sind. 2: 145." del 1802.[6]

Descrizione delle parti della pianta
Il portamento
La foglia
Infiorescenza
I fiori ligulati
Il pappo

Habitus. La forma biologica della pianta è emicriptofita scaposa (H scap) in quanto spesso ha l'asse fiorale eretto e privo di foglie. Questa pianta è provvista di lattice (i vasi latticiferi sono anastomizzati) e viene definita di tipo "fillopode" in quanto le foglie basali formano una rosetta e sono presenti alla fioritura. Inoltre i peli di questa pianta non sono piumosi.[5][7][8][9][10][11][12][13][14]

Radici. Le radici sono secondarie da rizoma.

Fusto.

  • La parte sotterranea è un breve rizoma obliquo, senza stoloni.
  • La parte aerea del fusto è eretta, robusta e più o meno glabra (con pochi peli in basso e poco densamente ghiandolosa in alto), ma abbondantemente fogliosa. Gli steli, da eretti a patenti, sono numerosi e generalmente sono ramosi nella parte alta (a 1/4 o a 1/3 dalla sommità). I capolini sono numerosi e raggruppati in modo compatto. L'acladio è generalmente breve. Queste piante possono raggiungere una altezza compresa tra 3 - 7 dm (massimo 0,9 metri). Il colore varia fa verde a rossastro (in basso).

Foglie. Le foglie si dividono in basali e cauline. Entrambe le facce delle foglie sono ricoperte da poche setole e pochi peli stellati (poco più densamente sotto). Il colore può essere sia scuro che chiaro, spesso la superficie può essere arrossata.

  • Foglie basali: le foglie basali formano una ampia rosetta e non sono molto numerose (2 - 3), in genere sono secche all'antesi; la lamina è del tipo da largamente ellittica a lanceolata con picciolo lungo 5 – 12 cm; la base è più o meno acuta, oppure brevemente o lungamente attenuata; l'apice è da ottuso a appuntito; i bordi sono provvisti di profondi denti sottili.
  • Foglie cauline: quelle inferiori (da 3 a 5 - 8) sono poco diverse dalla basali; quelle superiori sono progressivamente minori da picciolate a sessili.

Infiorescenza. Le infiorescenze di tipo a pannocchia lassa sono composte da capolini peduncolati. I capolini sono formati da un involucro con forme da emisferiche a semi-ellissoidi composto da brattee (o squame) disposte su 2 serie (interne ed esterne) in modo embricato, all'interno delle quali un ricettacolo fa da base ai fiori tutti ligulati. Le squame dell'involucro hanno una forma da larghetta a ottusa o acuta e sono da poco a densamente ghiandolose con frammisti peli stellati; il colore è da verde-torbido a nerastro (possono essere orlate di chiaro). Il ricettacolo, nudo, cioè privo di pagliette a protezione della base dei fiori, è provvisto di fossette appena dentellate sul bordo. Pubescenza dell'infiorescenza: i peli ghiandolari sui peduncoli dei capolini e sull'involucro sono densi (i semplici sono assenti; i stellati sparsi); i peli semplici sulle brattee involucrali in genere sono assenti (raramente da sparsi a densi). Diametro del capolino: 20 – 35 m. Lunghezza dell'involucro: 8 – 12 mm.

Fiore. I fiori sono tutti del tipo ligulato[15] (il tipo tubuloso, i fiori del disco, presente nella maggioranza delle Asteraceae, qui è assente), sono tetra-ciclici (ossia sono presenti 4 verticilli: calicecorollaandroceogineceo) e pentameri (ogni verticillo ha 5 elementi). I fiori sono ermafroditi e zigomorfi.

*/x K , [C (5), A (5)], G 2 (infero), achenio[16]
  • Calice: i sepali del calice sono ridotti ad una coroncina di squame.
  • Corolla: le corolle sono formate da un tubo e da una ligula terminante con 5 denti; il colore è giallo. I dentelli apicali sono privi di ciglia (ligule glabre). Dimensioni delle ligule: larghezza 1,5 mm; lunghezza 15 – 18 mm.
  • Androceo: gli stami sono 5 con filamenti liberi, mentre le antere sono saldate in un manicotto (o tubo) circondante lo stilo.[17] Le antere alla base sono acute. Il polline è tricolporato.[18]
  • Gineceo: lo stilo è giallo (o più o meno scuro), è filiforme e peloso sul lato inferiore; gli stigmi dello stilo sono due divergenti. L'ovario è infero uniloculare formato da 2 carpelli. La superficie stigmatica è interna..[19]
  • Fioritura: da (maggio) giugno ad agosto (fioritura anticipata).

Frutti. I frutti sono degli acheni con pappo. Gli acheni sono colorati da bruno scuri a neri, sono lunghi 3 - 3,5 mm a forma colonnare-obconica e sono ristretti alla base (e ingrossati all'apice), mentre la superficie (liscia o appena rugosa) è provvista di 10 coste che nella parte apicale confluiscono in un orlo anulare. Il pappo è formato da setole semplici, color bianco sporco, disposte su due serie (quelle interne sono più lunghe e più rigide, quelle esterne sono fragili).

Impollinazione: l'impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama tramite farfalle diurne e notturne).
Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
Dispersione: i semi (gli acheni) cadendo a terra sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria). In questo tipo di piante avviene anche un altro tipo di dispersione: zoocoria. Infatti gli uncini delle brattee dell'involucro (se presenti) si agganciano ai peli degli animali di passaggio disperdendo così anche su lunghe distanze i semi della pianta.

Distribuzione e habitat

[modifica | modifica wikitesto]
Distribuzione della pianta
(Distribuzione regionale[20] – Distribuzione alpina[21])

Geoelemento: il tipo corologico (area di origine) è Europeo - Caucasico.

Distribuzione: in Italia è molto comune e si trova solamente sul continente (meno comune negli Appennini). Sui rilievi europei collegati alle Alpi è presente nei Vosgi, Massiccio del Giura, Massiccio Centrale, Pirenei, Alpi Dinariche e Carpazi.[21]

Habitat: l'habitat tipico per questa pianta sono i boschi di latifoglie (castagneti, rovere e luzulo-faggeti) e di aghifoglie; ma anche sui margini erbacei, nelle lande, nei popolamenti a lavanda e negli arbusti meso-termofili. Il substrato preferito è siliceo con pH neutro, medi valori nutrizionali del terreno che deve essere mediamente umido.[21]

Distribuzione altitudinale: sui rilievi queste piante si possono trovare fino a 2.000 m s.l.m.; frequentano quindi i seguenti piani vegetazionali: collinare, montano e subalpino (oltre a quello planiziale – a livello del mare).

Fitosociologia

[modifica | modifica wikitesto]

Dal punto di vista fitosociologico alpino Hieracium lachenalii appartiene alla seguente comunità vegetale:[21]

Formazione: delle comunità forestali
Classe: Quercetea robori-sessiliflorae
Ordine: Quercetalia robori-sessiliflorae

La famiglia di appartenenza di questa voce (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) probabilmente originaria del Sud America, è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23.000 specie distribuite su 1.535 generi[22], oppure 22.750 specie e 1.530 generi secondo altre fonti[23] (una delle checklist più aggiornata elenca fino a 1.679 generi)[24]. La famiglia attualmente (2021) è divisa in 16 sottofamiglie.[1][11][12]

Il genere di questa voce appartiene alla sottotribù Hieraciinae della tribù Cichorieae (unica tribù della sottofamiglia Cichorioideae). In base ai dati filogenetici la sottofamiglia Cichorioideae è il terz'ultimo gruppo che si è separato dal nucleo delle Asteraceae (gli ultimi due sono Corymbioideae e Asteroideae).[1] La sottotribù Hieraciinae fa parte del "quinto" clade della tribù; in questo clade è posizionata alla base ed è "sorella" al resto del gruppo comprendente, tra le altre, le sottotribù Microseridinae e Cichoriinae. Il genere Hieracium (insieme al genere Pilosella) costituisce il nucleo principale della sottotribù Hieraciinae e formano (insieme ad altri generi minori) un "gruppo fratello" posizionato nel "core" delle Hieraciinae.[12][25]

Il genere Hieracium è un genere estremamente polimorfo con maggioranza di specie apomittiche. Di questo genere sono descritte circa 1000 specie sessuali e oltre 3000 specie apomittiche[11][26], delle quali circa 250 e più sono presenti nella flora spontanea italiana. Alcuni taxon collegati alle varie specie del genere sono sottospecie, altri sono considerati aggregati (o inclusi), e altri ancora sono considerati "intermediari" (o impropriamente ibridi in quanto queste specie essendo apomittiche non si incrociano e quindi non danno prole feconda) con altre specie. A causa di ciò si pongono dei problemi di sistematica quasi insolubili e per avere uno sguardo d'insieme su questa grande variabilità può essere necessario assumere un diverso concetto di specie. Qui in particolare viene seguita la suddivisione del materiale botanico in sezioni così come sono elencate nell'ultima versione della "Flora d'Italia".[14]

La specie di questa voce è descritta all'interno della XXII sezione Hieracium sect. Vulgata i cui caratteri principali sono:[14]

  • le specie di questo gruppo sono piante di tipo fillopode (raramente sono hypofillopode);
  • i peli ghiandolari sui peduncoli dei capolini e sull'involucro sono densi (i semplici sono assenti; i stellati sparsi);
  • le foglie basali sono distintamente picciolate e quelle superiori sono sono abbraccianti;
  • le foglie cauline (da 3 a 8), sono colorate di verde e non sono macchiate;
  • la fioritura è anticipata.

La specie H. lachenalii è invece individuata dai seguenti ulteriori caratteri:[14]

  • le foglie basali hanno delle forme da ampiamente ellittiche a lanceolate (raramente sono ovate);
  • la base della lamina delle foglie è lungamente attenuata nel picciolo;
  • le foglie cauline sono da 3 a 8;
  • i peli semplici sulle brattee involucrali in genere sono assenti (raramente da sparsi a densi).

L'indumentum è uno degli elementi più importanti per distinguere le varie specie. H. lachenalii è caratterizzata dalla seguente pubescenza:[14]

Tipo peli Caule Foglie Peduncoli dei capolini Brattee involucrali
Peli semplici: lunghi 0,5 – 4 mm, molli e bianchi Da sparsi a densi Pagina superiore: assenti; margini, nervature e picciolo: da sparsi a densi Assenti Assenti
Peli ghiandolari: lunghi 0,2 - 0,8 mm Da assenti in basso fino a densi in alto Assenti Densi Desni
Peli stellati Da sparsi in basso fino a densi in alto Pagina superiore: assenti; pagina inferiore e nervature: da sparsi a densi Densi Assenti (sparsi sui margini)

Il numero cromosomico di H. lachenalii è: 2n = 27 e 36.[14][27]

Per questa specie sono riconosciute oltre 50 sottospecie, alcune delle quali sono presenti nella flora spontanea italiana.[2][13][14]

Sottospecie di Hieracium lachenalii
Sottospecie Autore e anno Distribuzione italiana Distribuzione euro-mediterranea
acidodontophyllum (Zahn) Zahn, 934 Piemonte Francia
acuminatum (Jord.) Zahn, 1929 Alpi Europa
acutatifrons (Zahn) Zahn, 1934 Veneto Svizzera e Germania
alpestre (R. Uechtr.) Greuter, 2007 Trentino Alto Adige Europa centrale
amaurochlorum (Zahn) Zahn, 1929 Trentino Alto Adige Svizzera e Austria
anfractum (Fr.) Zahn, 1929 Alpi occidentali Europa
argillaceum (Jord.) Zahn, 1929 Alpi Europa meridionale
aspernatum (Boreau) Zahn, 1929 Piemonte Europa centrale
asyngamicum (Borbás) Zahn, 1929 Alpi Europa centrale
aurulentum (Boreau) Zahn, 1929 Alpi occidentali Europa centrale
ausserdorferi (Zahn) Zahn, 1929 Trentino Alto Adige Austria
aviicola (Boreau) Zahn, 1929 Piemonte Europa centrale
bathylepium (Dahlst.) Zahn, 1934 Veneto Europa centrale
chlorophyllum (Boreau) Zahn, 1934 Trentino Alto Adige Europa
chrysoglossoides (Zahn) Zahn, 1934 Valle d'Aosta
euchlorum (Murr & Zahn) Zahn, 1934 Trentino Alto Adige Svizzera e Austria
fastigiatum (Fr.) Zahn, 1929 Alpi occidentali Europa centrale
festinum (Boreau) Zahn, 1929 Alpi orientali Europa centrale
frondosiforme (Zahn) Zahn, 1934 Trentino Alto Adige Europa centrale
garckeanum (Asch.) Zahn, 1934 Trentino Alto Adige Europa centrale
haematochromum (Zahn) Zahn, 1929 Trentino Alto Adige Svizzera e Austria
interaquense (Zahn) Zahn, 1934 Piemonte
irriguum (Fr.) Zahn, 1929 Alpi orientali Europa
lachenalii Trentino Alto Adige Europa centrale
lepiduloides (Zahn) Zahn, 1934 Trentino Alto Adige Europa centrale
lupimontis (Zahn) Zahn, 1934 Veneto Austria e Germania
mutinense (Zahn) Zahn, 1934 Toscana
obscuriceps (Dahlst.) Greuter, 2007 Alpi Europa
paucifoliatum (Boreau) Zahn, 1934 Piemonte Europa centrale
perscissum (Boreau) Zahn Trentino Alto Adige Europa occidentale
pinnatifidum (Dahlst.) Zahn, 1929 Alpi Europa
purpureoviolascens Zahn, 1934 Lombardia Francia
scanicum (Dahlst.) Zahn, 1929 Lombardia Europa centrale
subampliatum (Dahlst.) Zahn, 1929 Trentino Alto Adige Europa centrale
subfastigiatum (Zahn) Zahn, 1934 Friuli Slovenia
subirriguifrons (Zahn) Zahn Veneto
subirriguum (Dahlst.) Zahn, 1929 Alpi Europa centrale
sublepiduliforme Harz & Zahn, 1934 Veneto Germania
subpunctillatiforme (Zahn) Zahn, 1929 Trentino Alto Adige Europa centrale
subviriduliceps (Zahn) Zahn, 1929 Alpi Europa centrale
tortifolium (Boreau) Zahn, 1929 Piemonte Europa centrale

Specie incluse

[modifica | modifica wikitesto]

Le seguenti specie sono "incluse" nel gruppo del Hieracium lachenalii:[13][28]

Taxa inclusi in Hieracium lachenalii
Specie Autore e anno Distribuzione
Hieracium acuminatifolium (Litv. & Zahn) Üksip, 1960 Transcaucasia
Hieracium adakense Schljakov, 1987 Russia
Hieracium adenoceps Wiinst., 1926 Danimarca
Hieracium aequalifolium Wiinst., 1953 Danimarca ?
Hieracium alatipes Wiinst., 1926 Danimarca
Hieracium amplificatum Dahlst., 1902 Norvegia e Svezia
Hieracium anglorum P. D. Sell, 2007 Gran Bretagna
Hieracium barbelliceps Wiinst., 1939 Danimarca ?
Hieracium caespiticola Norrl., 1889 Europa orientale
Hieracium chrysoprasium Wiinst., 1922 Danimarca
Hieracium cornigerum Norrl. & H. Lindb., 1906 Finlandia
Hieracium daedalolepioides (Zahn) Roffey, 1925 Gran Bretagna
Hieracium dentex Wiinst., 1953 Danimarca
Hieracium diaphanum Fr., 1819 Europa del Nord
Hieracium dipteroides Dahlst., 1934 Gran Bretagna
Hieracium dipterum (Zahn) Johanss., 1927 Svezia
Hieracium eustictiforme Wiinst., 1926 Danimarca e Germania
Hieracium eustictum Dahlst., 1901 Europa del Nord
Hieracium farumense (Zahn) Dahlst., 1922 Europa del Nord
Hieracium hemidiaphanum (Dahlst.) Brenner, 1895 Svezia
Hieracium homophyllum Wiinst, 1939 Danimarca ?
Hieracium hyalinellum Brenner, 1903 Finlandia
Hieracium impunctatum Norrl., 1906 Finlandia
Hieracium inconveniens Üksip, 1959 Estonia
Hieracium jonsbergense T. Tyler, 2004 Svezia
Hieracium klingstedtii Palmgr. & Fagerstr., 1965 Finlandia
Hieracium lagganense P. D. Sell, 2006 Gran Bretagna
Hieracium latens Üksip, 1959 Estonia
Hieracium luxurians Wiinst., 1922 Danimarca
Hieracium mammidens P. D. Sell, 2006 Gran Bretagna
Hieracium megapodium Dahlst., 1927 Gran Bretagna
Hieracium nesaeum Üksip, 1959 Estonia
Hieracium ochanskiense (Zahn) Schljakov, 1989 Russia
Hieracium orupense Ingerslev, 1958 Danimarca ?
Hieracium petrifundi Üksip, 1959 Russia
Hieracium praesigne (Zahn) Roffey, 1925 Gran Bretagna
Hieracium pseudanfractum Dahlst., 1922 Danimarca e Germania
Hieracium pulchrius (Ley) W. R. Linton, 1905 Gran Bretagna
Hieracium radyrense (Pugsley) P. D. Sell & C. West, 1955 Gran Bretagna
Hieracium rectulum Ley, 1910 Gran Bretagna
Hieracium separ Johanss., 1927 Svezia
Hieracium silvicomum Üksip, 1959 Estonia
Hieracium sivorkae Üksip, 1959 Russia
Hieracium subamplifolium (Zahn) Roffey, 1925 Gran Bretagna
Hieracium submutabile (Zahn) Pugsley, 1942 Gran Bretagna
Hieracium violascentiforme (Pohle & Zahn) Üksip, 1960 Russia
Hieracium wolczankense Üksip, 1959 Russia
  1. ^ a b c (EN) The Angiosperm Phylogeny Group, An update of the Angiosperm Phylogeny Group classification for the ordines and families of flowering plants: APG IV, in Botanical Journal of the Linnean Society, vol. 181, n. 1, 2016, pp. 1–20.
  2. ^ a b World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 22 maggio 2022.
  3. ^ Motta 1960, Vol. 2 - pag. 454.
  4. ^ Botanical names, su calflora.net. URL consultato il 16-agosto-2013.
  5. ^ a b Pignatti 1982, Vol. 3 - pag. 301.
  6. ^ The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato il 20-ottobre-2013.
  7. ^ Gunter Gottschlich & Domenico Pujatti, Il genere Hieracium in provincia di Trento (PDF), in Ann. Mus. civ. Rovereto; Vol. 16 (2000); pag. 273 - 351.
  8. ^ Pignatti 1982, vol.3 pag.1.
  9. ^ Strasburger 2007, pag. 860.
  10. ^ Judd 2007, pag.517.
  11. ^ a b c Kadereit & Jeffrey 2007, pag.194.
  12. ^ a b c Funk & Susanna 2009, pag. 352.
  13. ^ a b c Cichorieae Portal, su cichorieae.e-taxonomy.net. URL consultato il 18 dicembre 2021.
  14. ^ a b c d e f g Pignatti 2018, Vol. 3 - pag. 1170.
  15. ^ Pignatti 1982, Vol. 3 - pag. 12.
  16. ^ Judd-Campbell-Kellogg-Stevens-Donoghue, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, p. 520, ISBN 978-88-299-1824-9.
  17. ^ Pignatti 1982, Vol. 3 - pag. 1.
  18. ^ Strasburger 2007, Vol. 2 - pag. 760.
  19. ^ Judd 2007, pag.523.
  20. ^ Conti et al. 2005, pag. 108.
  21. ^ a b c d Aeschimann et al. 2004, Vol. 2 - pag. 694.
  22. ^ Judd 2007, pag. 520.
  23. ^ Strasburger 2007, pag. 858.
  24. ^ World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 18 maggio 2021.
  25. ^ Fehrer et al. 2021.
  26. ^ World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato l'11 maggio 2022.
  27. ^ Tropicos Database, su tropicos.org. URL consultato il 20-ottobre-2013.
  28. ^ EURO MED - PlantBase, su ww2.bgbm.org. URL consultato il 21-settembre-2013.

Altri progetti

[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]