Ida Gibbs

Ida Gibbs

Ida Gibbs, nata Ida Alexander Gibbs, (Victoria, 16 novembre 1862Washington, 19 dicembre 1957[1]), è stata una docente, attivista abolizionista e impegnata nella difesa dei diritti umani statunitense; è stata una sostenitrice dell'uguaglianza razziale e di genere e ha co-fondato una delle prime YWCA[2] a Washington, per gli afroamericani nel 1905.[3][4] Era la figlia del giudice Mifflin Wistar Gibbs, la moglie di William Henry Hunt e un'amica di lunga data di W. E. B. Du Bois.[5][6] Insieme a Du Bois fu una leader del primo movimento panafricano.

Giovinezza ed educazione

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Il padre di Ida, il giudice Mifflin Wistar Gibbs, era uno degli afroamericani più ricchi degli Stati Uniti alla fine del XIX secolo.[6] Prima di accumulare la ricchezza, lui e sua moglie, Maria Ann Alexander Gibbs, viaggiarono dalla Pennsylvania alla California e infine all'Isola di Vancouver, dove Ida Alexander Gibbs Hunt nacque il 16 novembre 1862, a Victoria, nella Columbia Britannica. Dieci anni dopo, nel 1872, la famiglia Gibbs tornò negli Stati Uniti come famiglia benestante.[7] Terza figlia di cinque fratelli, Ida era la figlia prediletta.[8] Una delle sue sorelle era Harriet Gibbs Marshall.

All'Oberlin College completò un corso accademico classico e scientifico nel Dipartimento di Filosofia e Arti. Fece parte della prima classe di donne nere che si laurearono nel 1884, insieme a Mary Church Terrell e Anna Julia Cooper. Fecero parte della prima generazione di donne afroamericane che si laureò in un'università.[3][9] La Gibbs fu anche eletta presidente della Società di Alfabetizzazione di Oberlin.[10] Nel 1892 conseguì un masters of arts. L'Oberlin College è stato il primo college ad accettare e trattare allo stesso modo gli uomini afroamericani e tutte le donne.[6]

Carriera e attivismo

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La Gibbs insegnava latino e matematica prima del suo matrimonio.[4][11] Al momento del matrimonio dovette lasciare il suo lavoro di insegnante perché fino al 1920 le donne sposate nel sistema scolastico pubblico di Washington, erano costrette a smettere di lavorare.[6]

Come docente Gibbs insegnò inglese all'Alabama Agricultural and Mechanical College di Normal, in Alabama.[12] Ha insegnato anche alla Florida A&M University[13] di Tallahassee, alla Armstrong Manual Training High School di Washington, D.C., e alla M Street High School,[14] una prestigiosa scuola afroamericana di preparazione all'università di Washington.[4][5] Negli anni '20 la M Street High School, in seguito rinominata Dunbar High School, aveva quattro donne afroamericane che avevano conseguito un dottorato; Ida Gibbs era una di loro, il che portò molta attenzione alla scuola.[6]

Il 12 aprile 1904 la Gibbs sposò il diplomatico William Henry Hunt al numero 14 di N Street, NW a Washington. Dopo il matrimonio lasciò la carriera di educatrice per unirsi al marito in vari incarichi consolari all'estero.

Moglie di un diplomatico

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Dopo il matrimonio Gibbs Hunt accompagnò il marito nei suoi incarichi diplomatici, in particolare in Liberia, Francia, Madagascar e Guadalupa.[4] Grazie ai viaggi con il marito sviluppò una prospettiva internazionale sulla giustizia razziale.[15] Il periodo trascorso all'estero la espose ai paralleli tra la lotta degli afroamericani negli Stati Uniti e le lotte affrontate dai popoli africani nei territori colonizzati.[16]

Il lavoro della YWCA e della Croce Rossa

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Gibbs Hunt coltivò il suo attivismo civile in vari modi. Promuovendo l'istruzione dei neri, i diritti civili e il suffragio femminile, lasciò il segno come educatrice e come Panafricanista. Tra il 1905 e il 1907 tornò negli Stati Uniti e appoggiò la nuova Young Women's Christian Association (YWCA) di Washington. Organizzò la prima Young Women's Christian Association (YWCA).[2][17] per le donne nere e divenne membro del consiglio di amministrazione della Phyllis Wheatley YWCA.[18][19] Nel 1906, mentre partecipava alla conferenza della National Association of Colored Women (NACW) a Detroit, Michigan, descrisse come le donne africane rispondevano ai coloni belgi in Congo.[7] Durante la Prima Guerra Mondiale fu attiva nella Croce Rossa francese, dove aiutò i rifugiati belgi e visitò i soldati alleati feriti.[8]

Dopo la Prima Guerra Mondiale iniziò a scrivere per The Crisis con lo pseudonimo di Iola Gibson.[3]

Il panafricanismo

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Ida Alexander Gibbs Hunt, 1918

La Conferenza di pace di Parigi segnò l'inizio della leadership politica della Gibbs, al di là del suo ruolo di moglie di un diplomatico.[20] A livello internazionale, aiutò a sostenere W.E.B. DuBois nell'organizzazione di molti Congressi panafricani a partire dal 1919.[15][18] Incoraggiò W.E.B. Du Bois a recarsi in Francia, dove lei viveva, per sostenere l'uguaglianza razziale globale nei negoziati di pace. Probabilmente presentò Du Bois al legislatore francese nero Blaise Diagne, che spinse il governo francese ad approvare il Congresso panafricano del 1919.[20] W.E.B. DuBois si affidò a lei per la sua fluidità in francese, il suo lavoro organizzativo e le sue connessioni politiche.[20] Lei funse da traduttrice principale al Congresso panafricano di Parigi del 1919.[21] Il suo obiettivo finale era quello di unire gli africani di tutta la diaspora attorno a uno scopo comune.[9]

Ha anche sostenuto il disarmo mondiale e la nomina di rappresentanti neri al Terzo Congresso Panafricano di Londra del 1923, in un documento intitolato “Le razze colorate e la Lega delle Nazioni”. Insieme a W.E.B. DuBois, ha co-presieduto il Comitato esecutivo della Conferenza.[4][22][23]

Diritti civili e diritti delle donne

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A livello nazionale era impegnata nel Movimento Niagara e nell'Associazione Nazionale per l'Avanzamento delle Persone di Colore (NAACP). Altre organizzazioni in cui era impegnata erano il Club Franco-Étranger, il Club degli Amanti del Libro, la Bethel Literary Society, la Washington Welfare Association e la Women's International League for Peace and Freedom.[19] Insieme ad altre donne afroamericane e africane che la pensavano allo stesso modo, lottò per l'uguaglianza razziale e di genere, sostenendo una coalizione femminile globale.[24]

La Gibbs pubblicò articoli nel Journal of Negro History e nel Negro History Bulletin, tra cui “Il prezzo della pace” (1938), “La civiltà e le razze più scure” (n.d.) e il “Ricordo di Frederick Douglas” (1953).[19] La sua scrittura le permise di condividere le sue idee sul progresso e la riforma razziale, che aveva appreso dalla sua esperienza di vita in tre continenti.[19]

Morte ed eredità

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Ida Gibbs Hunt morì a Washington il 19 dicembre 1957.[4]

Sebbene Du Bois sia riconosciuto come il leader del movimento panafricano, la Hunt è stata la principale organizzatrice della conferenza del 1919 e un membro influente del Comitato esecutivo negli anni successivi.[9]

  1. ^ (EN) Ida Alexander Gibbs Hunt (1862-1957), su blackpast.org, 23 giugno 2008. URL consultato il 6 marzo 2022.
  2. ^ a b (EN) YWCA, su ywca.org, 7 novembre 2024. URL consultato il 4 dicembre 2024.
  3. ^ a b c (EN) Heidi Ardizzone, Marriage, Melanin, and American Racialism, in Reviews in American History, vol. 41, 2ª ed., 2013, pp. 282–291, DOI:10.1353/rah.2013.0048, JSTOR 43661544.
  4. ^ a b c d e f (EN) Hunt, Ida Alexander Gibbs (1862-1957) | The Black Past: Remembered and Reclaimed, su blackpast.org, 23 giugno 2008. URL consultato il 14 febbraio 2017.
  5. ^ a b (EN) Ida Gibbs Hunt, in The Washington Post, 22 dicembre 1957, p. B2, ProQuest: 149009999.
  6. ^ a b c d e (EN) Husband And Wife Duo Paved The Way For Blacks In Diplomacy, NPR, ProQuest: 1015821265.
  7. ^ a b (EN) Adele Logan Alexander, Parallel Worlds: The Remarkable Gibbs-Hunts and the Enduring (In)significance of Melanin, University of Virginia Press, 2010, p. 132, ISBN 978-0-8139-2887-6.
  8. ^ a b (EN) Mona L. Siegel, Peace on Our Terms: The Global Battle for Women's Rights After the First World War, New York, Columbia University Press, 2020, p. 64, ISBN 978-0-231-19510-2.
  9. ^ a b c Mona L. Siegel, Peace on our terms the global battle for women's rights after the First World War, New York, 2020, p. 72, ISBN 978-0-231-55118-2, OCLC 1124788151.
  10. ^ (EN) "Oberlin", in Cleveland Gazette, 24 novembre 1883, p. 3. URL consultato il 27 aprile 2020.
  11. ^ (EN) Crawford Kilian, Born Black in Victoria in 1862 - The Tyee, in The Tyee, 28 febbraio 2011. URL consultato il 14 febbraio 2017.
  12. ^ (EN) C.G. Woodson, The Gibbs Family, in Negro History Bulletin, vol. 11, n. 1, ottobre 1947, p. 5, 44174731.
  13. ^ (EN) Florida A&M University - FAMU, su famu.edu. URL consultato il 4 dicembre 2024.
  14. ^ (EN) M Street High School (Perry School) - M Street High School was one of the nation’s first high schools for African Americans and represents an important development of Washington’s education system., su DC Historic Sites. URL consultato il 4 dicembre 2024.
  15. ^ a b (EN) Roland M. Baumann, Constructing Black Education at Oberlin College, Ohio University Press, 2010, p. 68, ISBN 978-0-8214-1887-1.
  16. ^ (EN) Adele Logan Alexander, Parallel worlds : the remarkable Gibbs-Hunts and the enduring (in)significance of melanin, Charlottesville, University of Virginia Press, 2010, p. 10, ISBN 978-0-8139-2887-6, OCLC 429902455, 429902455.
  17. ^ (EN) Adele Logan Alexander, Parallel worlds : the remarkable Gibbs-Hunts and the enduring (in)significance of melanin, Charlottesville, University of Virginia Press, 2010, p. 131, ISBN 978-0-8139-2887-6, OCLC 429902455, 429902455.
  18. ^ a b (EN) Lemay, Kate Clarke, 1978-, Votes for women! : a portrait of persistence, Goodier, Susan; Martha S. Jones; Tetrault, Lisa; National Portrait Gallery (Smithsonian Institution), Princeton, New Jersey, 26 marzo 2019, ISBN 9780691191171, OCLC 1051137979.
  19. ^ a b c d Smith, Jessie Carney. “Notable Black American Women”. United States, Gale Research, 1992.
  20. ^ a b c Siegel, Mona L.” Peace on Our Terms: The Global Battle for Women's Rights After the First World War”. Columbia University Press, 2020.
  21. ^ (EN) Sarah Claire Dunstan, Conflicts of Interest: The 1919 Pan-African Congress and the Wilsonian Moment, in Callaloo, vol. 39, n. 1, 2016, pp. 133–150, DOI:10.1353/cal.2016.0017, ProQuest: 1790184012.
  22. ^ Ramdani, Fatma. “Afro-American Women Activists as True Negotiators in the Internatio...” European Journal of American Studies, European Association for American Studies, 26 Mar. 2015, journals.openedition.org/ejas/10646.
  23. ^ (EN) Fatma Ramdani, Afro-American Women Activists as True Negotiators in the International Arena (1893-1945), in European Journal of American Studies, vol. 10, n. 1, 26 marzo 2015, DOI:10.4000/ejas.10646.
  24. ^ (EN) Mona L. Siegel, Peace on Our Terms: The Global Battle for Women's Rights After the First World War, New York, Columbia University Press, 2020, p. 39, ISBN 978-0-231-55118-2.

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