Iddin-Dagān | |
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Una poesia di elogio a iddin-Dagan, scritta su un prisma esagonale di argilla. Conservato nel Louvre.[r 1] | |
3º re di Isin (I dinastia di Isin) | |
In carica | ca. 1975 a.C. – ca. 1954 a.C. |
Predecessore | Shu-Ilishu |
Successore | Išme-Dagān |
Casa reale | I Dinastia di Isin |
Iddin-Dagān (fl. XX secolo a.C.) è stato un sovrano amorreo del periodo paleo-babilonese[1].
Iddin-Dagān , scritto in cuneiforme di-din dda-gan, durante il periodo antico babilonese, rimase in carica negli anni, che vanno da ca. il 1910 a.C., a ca. il 1890 a.C., secondo la cronologia bassa o da ca. il 1975 a ca. il 1954 a.C., secondo la cronologia media. È stato il terzo re della Prima dinastia di Isin, succedendo al padre, Shu-Ilishu. Regnò 21 anni secondo la Lista reale sumerica[r 2]. Nella dinastia è il più conosciuto, per la sua partecipazione al rito del Matrimonio sacro e l'inno osé che lo descrive.[2]
I suoi titoli sono stati: potente re, re di Isin (a volte indicato come re di Ur), re della terra di Sumer e di Akkad [Is 1] Il primo riferimento a lui si trova su una ricevuta ove si legge [r 3]: "Nell'anno Iddin-Dagan (era) il re e la (sua) figlia Matum-Niatum (letteralmente: "la terra che appartiene a noi") è stata presa in sposa dal re di Anshan."[Is 2]. Secondo alcuni studi, questo re di Anshan doveva essere Imazu, figlio di Kindattu, che era monarca della dinastia Shimashki[3][r 4].
Esiste solo una testimonianza, riportata su un monumento eretto durante il suo regno. Si tratta di un'iscrizione votiva ritrovata su un frammento di statua [r 5], che invoca Nisina e Damu a maledire chiunque favorisse ingiurie contro la stessa scultura.
Due tavolette d'argilla di epoca successiva, che citano questo monarca [r 6], furono trovate dall'archeologo Leonard Wooley nei resti di un edificio, adibito a scuola di scribi [r 7] presso Enunmah vicino Ur.
Recavano la data del XIV anno del regno di Gungunum (fra gli anni 1868 a. C. e 1841 a.C.) della dinastia di Larsa. Furono scritte dopo la conquista della città, da parte di Iddin-Dagān.
In epoca antica, furono rinvenute 117 anni, dopo la loro stesura, da Enlil-bāni [r 8] a Nippur
Una riguardava l'iscrizione di un oggetto, non ben specificato, dedicato alla dea Inanna, recante, nel sigillo, dati riferiti ad un suo funzionario.
L'altra evidenziava l'utilizzo delle sembianze di Iddin-Dagān, in due statue di rame dedicate alla dea Ninlil [r 9][4].
La principale motivazione, per cui questo monarca amorreo viene ricordato, è la cerimonia del Matrimonio sacro. Questo rituale avveniva annualmente, poco prima della luna nuova, durante l'equinozio d'Autunno. Il fine era quello di assicurare il rinnovamento della fecondità ed insieme quello della vita umana, animale e vegetale, sulla terra.
Il re impersonava Dumuzi ed una sacerdotessa interpretava il ruolo di Inanna[5]. Secondo il Sir-namursaḡa, l'inno che descrive questi eventi, in dieci sezioni ( Kiruḡu ), il cerimoniale comprendeva la processione di prostituti maschi, donne, scelte in base alla loro rettitudine e saggezza, tamburini, nonché sacerdotesse e sacerdoti muniti di spade per i sacrifici rituali. Il tutto era accompagnato da musica e seguito da offerte e sacrifici per la dea Inanna, o Ninegala[6].
La cerimonia raggiungeva il suo culmine con l'assembramento degli sag-giga ( letteralmente, gente dalla testa nera[7]), intorno ad un palco, appositamente eretto per l'occasione, ove il re e la sacerdotessa copulavano, immersi in un bagno di folla, in un'atmosfera catartica[8].
Viene così descritto:
«Lei bagna (le sue) cosce per il re. Lei bagna (le sue) cosce per iddin-Dagan. La santa dea Inanna bagna con sapone, e cosparge il pavimento con resina aromatica. Il re allora si avvicina alle ( sue) cosce, con la testa sollevata in alto. Iddin-Dagan si avvicinava alle (sue) cosce, con la testa sollevata in alto. Ama-ušumgal-ana[9] si sdraia accanto a lei e (accarezza le cosce sante): "O mie sante cosce! O mia santa Inanna !." Dopo che la signora lo ha fatto gioire con le sue sante cosce sul letto, dopo che la santa Inanna lo ha fatto gioire con le sue sante cosce sul letto, lei si rilassa con lui sul suo letto (?): "Iddin-Dagan, sì, in effetti sei il mio amato! "[10]»
Ci sono quattro inni esistenti riferiti a questo monarca, che, a parte l'Inno del Matrimonio Sacro, includono una poesia in lode al re, un canto di guerra e una preghiera dedicatoria.