Il fiacre n. 13 è un film del 1948 diretto da Raoul André e Mario Mattoli e tratto dall'omonimo romanzo di Xavier de Montépin.
1848. L'anziana contessa di Latour Vaudieu muore lasciando tutti i suoi averi al primogenito Filippo. Il secondogenito, Giorgio, istigato dall'amante Claudia, uccide il fratello e il suo medico, il dottor Maroy, e poi abbandona il figlio che il fratello ha avuto da una ragazza che ha perso la memoria in seguito ad un incendio avvenuto nel fiacre n. 13. Pietro Maroy, il nipote del medico, viene accusato dell'omicidio dello zio e condannato all'ergastolo.
Vent'anni dopo, la moglie e la figlia di Pietro riescono ad ottenere la riapertura del processo. Il giovane funzionario di polizia incaricato del caso apprende, dopo una serie di indagini, di essere il figlio di Filippo di Lautor Vaudieu abbandonato anni prima nel fiacre n. 13 in seguito alla morte del padre. Il giovane scopre anche che il dott. Maroy è stato ucciso da Claudia, l'amante di Giorgio di Lautor Vaudieu, che già l'aveva aiutato a sbarazzarsi del fratello Filippo. Ormai scoperto Giorgio sceglie la strada del suicidio e Pietro Maroy, riconosciuto innocente, viene finalmente scarcerato.
Il film è stato frutto di una co-produzione italo-francese.
La pellicola è una commistione tra due filoni molto popolari tra il pubblico italiano negli anni del secondo dopoguerra: i melodrammi sentimentali, comunemente detto strappalacrime (in seguito ribattezzato dalla critica con il termine neorealismo d'appendice) ed il poliziesco.
Il film venne distribuito nelle sale cinematografiche italiane il 28 febbraio del 1948.
In Francia arrivò nelle sale il 3 settembre del 1948 con il titolo Le Dernier Fiacre.
Fu distribuito anche nei paesi anglofoni con il titolo Cab Number 13.
La pellicola è il remake sonoro dell'omonimo film muto del 1917 diretto da Alberto Capozzi e Gero Zambuto.